Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La corresponsabilita' dell'Mi5 inglese negli interrogatori disumani a un prigioniero di Guantanamo

La corresponsabilita' dell'Mi5 inglese negli interrogatori disumani a un prigioniero di Guantanamo

di Luca Galassi - 14/02/2010





Il Foreign Office perde l'Appello ed e' costretto a rivelare documenti che provano la corresponsabilita' dell'Mi5 negli interrogatori disumani a un prigioniero di Guantanamo

Il 'rapporto privilegiato' tra Stati Uniti e Gran Bretagna e' a rischio. Il Foreign Office ha perso l'appello contro la sentenza che obbligava il governo a rendere pubblici i documenti di intelligence riguardanti le torture subite da Binyam Mohamed, di origine etiopica, mentre era prigioniero a Guantanamo.

Il verdetto della Corte d'Appello britannica, oltre a irritare gli Stati Uniti, ha scatenato una bufera contro i servizi segreti, il governo e il ministro degli Esteri Milliband, che aveva tentato con ogni mezzo di nascondere la vicenda. Il Foreign Office chiedeva alla Corte di mitigare le critiche ai servizi segreti per il loro ruolo nei maltrattamenti subiti da Binyam Mohamed, cittadino britannico detenuto a Guantanamo. Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, la bozza di sentenza della Corte definiva l'Mi5 come "ingannatore, disonesto e complice nelle torture": critiche tali da convincere l'avvocato del Foreign Office a chiedere al giudice di stralciarle dal documento finale. Nel 2008 l'Alta Corte aveva infatti accettato le accuse di Mohamed sottolineando come gli Stati Uniti avessero rifiutato di fornire informazioni importanti ai legali dell'uomo; i giudici avevano però secretato parte della sentenza su richiesta del governo britannico, notando tuttavia che la riservatezza equivaleva di fatto a nascondere "prove di gravi irregolarità da parte degli Stati Uniti". I magistrati accettarono, convinti che la richiesta fosse nota a tutte le parti in causa, mentre i legali della difesa non erano stati informati.

Mohamed, di origine etiope, arrestato in Pakistan nel 2002 e trasferito nel carcere di Guantanamo, era stato rilasciato senza alcuna accusa lo scorso anno. Le parti del memorandum - redatto dai servizi statunitensi e consegnato ai britannici nel 2002 - sono state lette in aula, e confermano come Mohamed sia stato sottoposto a privazione del sonno, minacce e altri "trattamenti crudeli, inumani e degradanti".

Il governo britannico aveva chiesto che le udienze relative alle denunce di tortura da parte di ex detenuti di Guantanamo si svolgessero a porte chiuse: i legali dello Stato affermavano infatti che in caso contrario avrebbero potuto risentirne i rapporti della Gran Bretagna con altri Paesi, in special modo gli Stati Uniti, e che in ogni caso le prove fornite dall'esecutivo non dovrebbero essere rivelate ai legali della difesa. La Casa Bianca ha fatto sapere che d'ora in poi sara' a rischio la condivisione delle informazioni segrete con il Regno Unito.