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Gli equivoci sul Graal

di G.F. Ersoch - 08/03/2010

Il successo del libro Il Codice Da Vinci, che fa seguito ad un altro che costituisce in gran parte la sua fonte, Il mistero del Graal di Lincoln, Baigent e Leigh, è basato su delle imposture (…). Tutta la storia nasce alla fine dell’800 in un paesino, Rennes-le-Château, da un curato, l’abate Saunière, che mentre faceva eseguire dei lavori di ristrutturazione nella chiesa, nelle fondamenta dell’altare trovò qualche cosa Poco dopo andò a Parigi, dove si mise a frequentare ambienti occultistici, cosa non molto frequente per un sacerdote; si potrebbe pensare che avesse trovato dei documenti interessanti o compromettenti per qualche famiglia importante del sud della Francia. Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi, perché questi documenti non li ho mai visti, sono semplicemente stati ipotizzati.

Alcune parti delle proprietà dell’abate Saunière furono acquistate da un certo signor Corbu, che aprì un’osteria e un ristorante e che pubblicò, sotto altri nomi, degli articoli su dei giornali locali sostenendo che Saunière avesse trovato un tesoro e che questo fosse ancora nascosto da quelle parti. (..)

Su questa storia un giornalista francese, Gerard De Sède, cominciò a infiocchettarci sopra, facendoci degli articoli e poi un libro, sostenendo che l’abate Saunière avesse trovato il tesoro dei Templari. Tesoro nascosto, misteri nella vita di questo parroco un po’ ambiguo, e Templari, hanno costituito la potente ed equivoca formula chimica che ha fatto esplodere il problema Rennes-le-Château.

Dopo un po’ sono iniziati ad apparire libri e articoli in tutta la Francia sul mistero dei Templari  e sul tesoro dei Templari a Rennes-le-Château.

Chi cercò di approfittare pesantemente di questa situazione fu un oscuro personaggio, che di mestiere faceva il disegnatore industriale, Pierre Plantard. Si tratta di una figura torbida e ambigua anche questa, che ebbe la brillante idea di unificare le diverse linee di pensiero divergenti, facendole convergere verso di sé. Questo signor Plantard, nato nel 1920, frequentava ambienti occultistici e massonici della Francia di prima della guerra e cominciava a far circolare la voce che in Francia esistesse ancora una linea che discendeva dalla dinastia  dei Merovingi.

Ora è noto che la prima dinastia monarchica dei Franchi fu appunto quella merovingia. È una dinastia in cui il re è più un re sacrale che un re politico, non prende decisioni; chi prende decisioni è il maggiordomo di palazzo, il primo ministro, il re si limita ad approvare o eventualmente a proporre. Ad un certo punto la dinastia merovingia finì (…):. Plantard costruisce l’ipotesi che in realtà la dinastia merovingia non si sia estinta e che l’ultimo figlio avuto dal re non sia stato ucciso ma che, di nascosto, si sia rifugiato nella zona di Rennes-le-Château. La linea sarebbe continuata e sarebbe poi arrivata, neanche a dirlo, fino a lui, per cui egli sarebbe il legittimo re di Francia, ancora più dei Carolingi perché la sua dinastia precederebbe quella dei Carolingi stessi. Plantard sarebbe stato dunque il ramo ardente che continuava a trasmettere la fiamma della dinastia merovingia. Tutto questo si innesta in un sottobosco occultistico di massonerie di Francia in cui fermentava un discorso, applicato agli ultimi tempi, sulla restaurazione della monarchia, del gran Re, del gran Monarca e del grande Papa che alla fine dei tempi avrebbero liberato Gerusalemme e deposto la corona sul Santo Sepolcro.

Tutte le interpretazioni tradizionali delle tante profezie che parlano di restaurazione, in realtà non riguardano  una storia futura, come generalmente si crede, ma si riferiscono sempre ad una restaurazione interiore. Si ripetono vari casi, nella storia del Cristianesimo, di questo spostamento di obiettivo da una profezia che ha una funzione meramente spirituale (altrimenti non avrebbe scopo, perché serve a farci crescere spiritualmente) verso un’interpretazione letterale, sul campo politico, sul campo terreno e quindi sul campo materiale. E come tale, dice Guénon, è uno degli strumenti più spesso usati dalla contro- iniziazione per falsare ed impedire alle persone di capire quale sia in realtà la retta via.

Quando venne fuori la storia del giornalista De Sède su Rennes-le-Château, su questo strano parroco Saunière e sul tesoro nascosto dei Templari, Plantard disse: “Non è un tesoro nascosto, monetario, profani che non capite niente; il tesoro che Saunière aveva trovato sono i documenti della continuità della dinastia merovingia che l’erede Sigisberto (personaggio fantastico utilizzato per dire che la dinastia era continuata), scappato in quella zona, proseguì sposando una principessa locale e dando inizio così ad una progenie  che poi sarebbe arrivata fino a me. Quelli erano i documenti segreti, il sacerdote ebbe l’appoggio dell’Ordine segreto del Priorato di Sion di cui io sono il gran Maestro e quest’Ordine segreto iniziatico ha lo scopo di custodire e di conservare i documenti e di difendere la linea di sangue merovingio fino alla sua restaurazione”.

Il nome del Priorato di Sion, da dove lo prende? Plantard, almeno questo, non se lo inventa: infatti fa sempre le cose in modo che chi va a grattare la storia qualche traccia la trovi comunque. Nel momento in cui i Crociati presero Gerusalemme, nei suoi dintorni venne fondata un’abbazia dedicata a Santa Maria del monte Sion. Quando nel 1200 gli Islamici ripresero Gerusalemme, i monaci fuggirono in Sicilia; siccome non erano più in numero sufficiente per costituire un’abbazia, fondarono il Priorato del monte Sion, perché dipendevano da un priore e non da un abate. Questo Priorato vivacchiò fino al 1617, dopo di che gli ultimi suoi membri entrarono  nella Compagnia di Gesù, diventarono Gesuiti e posero fine al Priorato stesso. La storia che racconta Plantard ovviamente è diversa: l’abbazia del monte Sion in realtà  sarebbe stata un centro iniziatico che avrebbe dato poi origine all’Ordine del Tempio, che dipendeva dell’abbazia del monte Sion; tutto questo sarebbe avvenuto in segreto naturalmente,  perché Goffredo di Buglione altri non era che un altro discendente della linea merovingia!

A parte il fatto che Goffredo di Buglione si vantava di discendere dalla linea di Carlo Magno, per cui con i Merovingi non aveva nulla a che vedere, questo tuttavia permetteva di creare un precedente: l’esistenza dell’abbazia del monte Sion e di un Priorato del monte Sion, che poi al di là del Priorato ufficiale si sarebbe diramato per via sotterranea attraverso l’Ordine occulto e sarebbe arrivato fino a noi. Tutta questa storia arrivò alle orecchie di alcuni giornalisti inglesi, i signori Baigent, Leigh e Lincoln, i quali annusarono subito l’aria di scoop; ma ad un pubblico inglese, della dinastia merovingia o carolingia non poteva importare più di tanto: occorreva un qualcosa in più per far scoppiare la bomba atomica e la risposta la trovarono nella linea di sangue merovingia. Perché deve essere importante e interessante la linea merovingia anche per un inglese? Diventa interessante se a sua volta la linea merovingia continua un’altra linea, ossia niente di meno che la linea di sangue di Gesù! Per cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena, questa sarebbe scappata in Francia dalle parti di Rennes-le-Château e ad un certo punto un discendente di Gesù e Maria Maddalena si sarebbe unito in matrimonio con una principessa della tribù dei Sicambri, che è un’altra importante tribù franca.

(…) Così, questa linea di sangue reale diventa il Sang Real, Sangue Reale, che è una delle etimologie che alcuni romanzi del Graal danno per giustificare il nome; ne danno tante, perché poi ogni romanzo del ciclo dà un’interpretazione diversa del termine Graal.

Comunque sia, graal è semplicemente e banalmente proprio un termine provenzale per indicare una scodella o una coppa: ancora oggi, alcune zone del Piemonte o della Valle d’Aosta parlano di grolla. Quindi il sangue reale non c’entra niente, se non come elemento simbolico che è stato usato però dai giornalisti inglesi per ben altri motivi. Il Sangue Reale è il sangue eucaristico, questo è quello che sta nei romanzi del Graal e comunque non è ancora il Graal nonostante questa assimilazione, tanto è vero che i cavalieri che partono alla ricerca del Graal, prima di partire prendono la Comunione. Ma se prendono la Comunione, l’Eucarestia non è il Graal, l’Eucarestia eventualmente è una prefigurazione del Graal. Nella realtà, quello che ogni romanzo racconta a suo modo, trovare il Graal significa trasformare in dato reale quello che noi passivamente facciamo attraverso il rito dell’Eucarestia, cioè una trasformazione in Cristo. Questi tre inglesi pretendono di pubblicare un libro storico sul Graal, che diventa poi un best seller, poiché c’è un ambiente new age che non aspetta altro che di sentire queste storie, perché  vi scorge una pseudo spiritualità che diventa abbastanza comoda, che non richiede troppo impegno per la realizzazione spirituale, ed inoltre Gesù diventa un semplice uomo che si è sposato e ha avuto dei figli. Non è più uomo-Dio, figlio di Dio.

Se non che il successo del libro di Lincoln, Baigent e Leigh ha causato dei problemi perché la gente è voluta andare a vedere qualche documento, se possibile, e siccome si parlava di pergamene, chiamate documenti segreti del Priorato di Sion, depositati nella Biblioteca Nazionale, chi ci è andato s’è visto portare dei fogli dattiloscritti anziché delle pergamene che sostenevano di essere copie di documenti perduti. (…) Ci furono delle falsificazioni di alcune tombe nel cimitero di Rennes-le-Château, che vennero scolpite per modificarne i testi e creare delle corrispondenze, e inoltre si venne a scoprire che ogni qualvolta che Plantard richiamava la testimonianza di qualche personaggio noto, questo avveniva sempre… poco dopo che il personaggio in questione era morto. Lui, per esempio, dichiarò di essere entrato nell’Ordine del Priorato di Sion chiamato da un certo Don François Ducaud-Bourget, che era un sacerdote di una certa fama e conoscenza; questo lo scrive su un numero della rivista del Priorato del giugno 1984 e, combinazione, questo sacerdote era morto nel maggio 1984 (….).

Plantard morì nel 2000, poco dopo essere rientrato in casa. Il processo avvenne nel ’93, Plantard si era fatto un anno di prigione blanda e poi era tornato a casa.

Al di là di questo però, ormai il meccanismo era partito, e chi l’ha lanciato molto di più rispetto ai signori Lincoln, Baigent e Leigh è il famoso Dan Brown con il romanzo Il Codice Da Vinci. Ora già il  titolo è rivelatore di una certa ignoranza, nonostante l’apparenza, perché lui parla spesso di Da Vinci, ma se uno volesse dire che Marconi usava un codice, allora direbbe il “codice Marconi”! Da Vinci non è un cognome, è come dire S. Tommaso d’Aquino o S. Antonio da Padova, allora se abbiamo un codice cifrato dell’uno o dell’altro non diciamo il “codice da Padova”… non ha senso; avrebbe senso dire il “codice Leonardo”; di questi errori ne troveremo parecchi sulle spalle del signor Dan Brown, troppi per uno che pretende di essere talmente colto da spiegare ai non colti come sono andate veramente le cose. Non solo, ma il suo personaggio è un docente del MIT, che è una delle scuole più prestigiose del mondo. È vero che il MIT è prestigioso soprattutto per le cose scientifiche, più che per quelle umanistiche, ma in ogni caso essere docente al MIT è una chiave di presentazione comunque. Il signor Langdon, che è il suo alter ego, ossia il suo personaggio principale, non è proprio all’altezza di un incarico del genere.

Per cominciare a parlare delle discordanze che si riscontrano, dovute, per me, alla evidente mala fede di Dan Brown, per altri solo alla sua ignoranza, la piramide che Mitterrand ha fatto costruire al Louvre, lui dice che è composta da 666 triangoli. Ora, qualunque guida del Louvre vi dice che sono 673. Parlando poi della cattedrale di Chartres, ci rivela che ci sono dei simboli pagani: dov’è la novità? Nella cattedrale di Siena c’è Ermete Trismegisto, e ciò è notissimo a tutti, nella cattedrale di Siena ci sono le Sibille, con scritto sotto “Ermete Trismegisto” e “Sibilla”. (…..)

Poi, sempre seguendo il testo, scopriamo che le Olimpiadi sono un rito che celebra l’eterno femminino e la divinità femminile! Ma ci risulta che alle donne fosse proibito assistere alle Olimpiadi: il motivo era banale, perché gli atleti gareggiavano nudi, allora era sconveniente che le donne assistessero ai giochi olimpici. Era ammessa solo una donna, la sacerdotessa di Demetra, che in genere stava sui 60-70 anni ormai…

Scopriamo poi che i cinque anelli rappresentano il pentalfa, quindi la stella a cinque punte, ma in realtà rappresentano semplicemente i cinque continenti, e che cosa c’entrano con le Olimpiadi antiche Dio solo lo sa.

Ci viene rivelato poi che nella chiesa di Saint Sulpice c’è una striscia per terra che, secondo l’ombra che fa il sole durante il percorso dell’anno, segna determinate date, e soprattutto che è questo il modo  per determinare la data delle feste mobili, la Pasqua e le feste che ne derivano; in realtà ogni diocesi ha una chiesa con questa caratteristica, ad esempio, a Roma, sta a S. Maria degli Angeli. Ma quello di Saint Sulpice sarebbe dovuto essere, secondo Dan Brown, addirittura il meridiano 0, perché prima che Greenwich diventasse meridiano 0, tutto il mondo seguiva il meridiano di Parigi-

Ora è evidente che fino a quasi tutto il 1800, ogni paese usava come meridiano 0 quello che passava per la sua capitale; nel 1884, e non nel 1888, come dice lui, fu deciso di creare un meridiano 0 valido per tutto il mondo e venne scelto quello di Greenwich, non per… punire un meridiano che in qualche modo è collegato misteriosamente con i Merovingi e che sta in Francia, ma per il fatto che nel 1884 il 72% delle navi che giravano per il mondo, giravano o sotto bandiera britannica o di un paese sotto dominio britannico: a quel punto, siccome quasi 3/4 delle navi nel mondo dipendevano dal sistema inglese, si scelse il meridiano di Greenwich.

Leggo ora direttamente dal testo in questione a pag. 314 : “Langdon rabbrividì. Leprofezie astrologiche non avevano mai avuto molto interesse per lui… ma sapeva chealcune persone, nella Chiesa, le seguivano attentamente. La Chiesa chiama questo periodo di transizione la Fine dei Giorni… Molte religioni parlano della Fine dei Giorni, ma si riferiscono alla fine dell’attuale epoca, i Pesci, che è iniziata ai tempi della nascitadi Cristo, che è durata 2000 anni ed è finita con il cambio del millennio. Ora siamopassati all’età dell’Acquario, la Fine dei Giorni è arrivata”. Dan Brown, in questo, è new age allo stato… puro, e questa è forse la chiave per comprenderlo. Altrove l’Autore fa dire al suo personaggio, a proposito del noto Imperatore: “pensavo che Costantino fossepagano…”; e che l’imperatore romano sarebbe stato troppo debole per opporsi al Battesimo sul letto di morte. Ciò è poco credibile. Il fatto è che siccome il Cristianesimo delle origini era molto più duro e impegnativo del nostro attuale, che si è alquanto ammorbidito, molti cristiani, tra cui anche Costantino, non si facevano battezzare, perché il battesimo lava tutti i peccati, dopo di che… bisognava rigare dritti. Nel Cristianesimo delle origini ci si poteva confessare una sola volta ed era una confessione pubblica; non ci si poteva confessare, come facciamo oggi ripetutamente, tutte le domeniche, per cui essere battezzati da giovani era un bel problema. Non si poteva più sgarrare, ed era uso abbastanza comune di farsi battezzare in punto di morte.

(…)“Costantino era anche un ottimo uomo d’affari, vedendo che il Cristianesimo era inascesa si è limitato a puntare sul cavallo favorito” (e stavolta questa affermazione, messa in questo modo, potrebbe anche corrispondere al vero); “Gli storici simeravigliano per il modo brillante con cui ha convertito al Cristianesimo…”; “Nel Cristianesimo non c’è nulla di originale, il Dio pre-cristiano Mithra…”: qui, con il mithraismo, cadiamo nel solito equivoco; non mi risulta che Mithra sia morto e poi risorto. Mithra ha ucciso un toro, che poi voglia dire la stessa cosa l’uccisione del toro, la morte e poi la resurrezione, può anche essere vero, però Mithra ha fatto tante cose ma non è morto e poi risorto.

“Il 25 dicembre è anche il compleanno di Osiride, Adone, Dioniso: a Krishna  sono statiofferti oro incenso e mirra”; su quale testo indù il prof. Langdon abbia trovato che sono stati offerti oro incenso e mirra a Krishna non lo so, o è una rivelazione personale o se l’è inventato. Per quanto riguarda invece il 25 dicembre, torniamo un po’ alla cattedrale di Chartres. Non esiste religione, nessuna, che abbia un simbolismo che nasca con lei e che muoia con lei, tutte prendono il simbolismo da modi precedenti.(….) per cui dire che alcuni ritmi equinoziali e solstiziali sono comuni a varie tradizioni non è una rivelazione per nessuno.

“Durante questa fusione delle religioni Costantino sentì il bisogno di rafforzare la nuova tradizione cristiana e perciò convocò la famosa Unione Ecumenica nota come Concilio di Nicea, fino a quel momento storico Gesù fu visto dai suoi seguaci come un profeta mortale, un uomo grande e potente ma pur sempre un uomo…”. Membri del Concilio di Nicea erano circa 312 prelati; uno dei motivi per cui era stato indetto il Concilio riguardava l’eresia di Ario, il quale sosteneva che la parte divina di Gesù era entrata in Gesù al momento del battesimo con Giovanni Battista e che poi al momento della morte aveva abbandonato la parte mortale, per cui Gesù non è vero Dio e vero uomo, ma è un uomo in cui, ad un certo punto, è entrato un influsso divino. Per combattere questa eresia, fra gli altri motivi, venne convocato il Concilio; la votazione fu di 310 contro 2, i due vescovi che si rifiutarono di firmare ebbero un salvacondotto, lasciarono l’impero, entrarono in territorio germanico e convertirono i Germani, per cui molti Germani erano ariani, i Goti erano ariani, i Franchi prima della conversione al cattolicesimo erano ariani.

Teabing parla dei presunti documenti del Sang Real: “Inoltre si dice che faccia parte del tesoro il leggendario documento Q, un manoscritto la cui esistenza è ammessa persino dal Vaticano, a quanto si dice è un libro con gli insegnamenti di Gesù scritto da luistesso”. È vero che potrebbe esistere un documento Q. Q viene da Quelle, fonte, in tedesco: si ipotizza che i tre Vangeli sinottici dipendano da un testo unico al quale i tre Evangelisti avrebbero attinto. Nel caso che questo testo fosse esistito si chiamerebbe documento Q, cioè fonte dei tre Vangeli sinottici. Quindi certamente la  sua possibilità di esistenza è ammessa dal Vaticano, ma da qui a dire che l’abbia scritto Gesù, ce ne corre.

“Quelle quattro casse di documenti sono il tesoro che i Templari hanno trovato sotto iltempio di Salomone”. Tra le leggende che sono corse dal 1700 in poi, si racconta che i Templari avessero scavato nel tempio di Salomone e avessero trovato un tesoro, è una leggenda in realtà di origine massonica che si rifà ad un racconto bizantino: il Filostorgio infatti  racconta che al momento della ricostruzione del tempio di Salomone, quando gli Ebrei tornarono dalla cattività babilonese e Ciro dette loro il permesso di tornare a Gerusalemme e di ricostruire il tempio, si scoprì che c’era una cavità al di sotto del tempio per cui venne aperto uno sportello e si calarono tre operai e questi trovarono una lamina d’oro su cui era scritto il nome Gesù. È una leggenda che riguarda le profezie sul Messia, rimaneggiata in chiave cristiana da Filostorgio che è uno scrittore bizantino. Nel 1700 questa leggenda viene a sua volta rimaneggiata, quelli che scavano sono i Templari, ma il significato in ambito massonico è lo stesso, scavare nella profondità del tempio interiore è trovare Gesù nel nostro interno, è una massoneria ancora cristiana prima dell’Illuminismo e delle sue modificazioni successive.                       

A pag. 301 si legge: “La discendenza di Cristo è stata allevata tranquillamente in Francia nel suo nascondiglio…”. La leggenda del Graal è altrettanto diffusa in Germania e ancora di più in Inghilterra, dato che c’è un rapporto tra i Plantageneti e gli scrittori del ciclo del Graal; la cosa più ridicola poi è che i Merovingi avrebbero fondato Parigi, ma questa era la città di una tribù gallica con cui Giulio Cesare ebbe a che fare: quei Galli si chiamavano  Parisii, e la loro città era appunto chiamata Lutetia Parisorum; altro che Merovingi! Siamo in un’epoca di gran lunga precedente.

“Neppure l’associazione sul lato sinistro e il femminino era sfuggita all’occhio attento, alla diffamazione della Chiesa. In Francia e in Italia gauche e sinistra hanno assunto una connotazione negativa, mentre i termini relativi alla destra sono un connotato di correttezza, di giustizia e abilità. Ancora oggi tutto ciò che è malvagio è considerato sinistro, i giorni della dea erano finiti, la sinistra è il femminile, la destra è il maschile”.  Il considerare il lato destro positivo e il lato sinistro negativo è in realtà diffuso in tutto il mondo, indipendentemente dal Cristianesimo, per il semplice fatto che la mano che consideriamo più utile e abile è la destra e la sinistra di meno. Ma questo è legato anche all’orientamento rituale, perché in tutte le tradizioni ci si rivolge a nord oppure ad oriente, quindi verso la stella polare o verso il sole nascente: se ci rivolgiamo verso la stella polare, la sinistra è il lato dove il sole tramonta, quindi è il lato delle cose che finiscono, delle cose caduche, e la  destra è il lato delle cose che nascono, che si potenziano, ecco perché positive; se ci rivolgiamo ad oriente, come nel caso del Cristianesimo, allora la  sinistra diventa il nord ed è il lato dove il sole non c’è mai, il lato delle tenebre, mentre la destra diventa il sud, quindi il lato del mezzogiorno, del sole al massimo del suo fulgore, e quindi è positivo. Tutto il ragionamento di Dan Brown non c’entra assolutamente niente!

A pag. 200: “La croce a braccia uguali era il simbolo dell’equilibrio e dell’armonia, ma anche quello dei templari…”; noi abbiamo dei graffiti e degli affreschi con delle croci templari, ma fino al 1300 non viene codificata la forma della croce, gli Ordini militari erano differenziati semplicemente per il colore della veste e della croce che era sovraimpressa: i Teutonici l’hanno nera su mantello bianco, S. Lazzaro ce l’ha verde su mantello bianco, ai Cavalieri di Malta l’abito di pace porta una croce bianca su mantello rosso, quello di guerra una croce bianca su mantello nero, i Templari hanno la croce rossa su mantello bianco. Poi, quanto sono grandi le braccia, se sono patenti o meno, questo verrà nell’araldica successiva, ma nell’araldica che esisteva finché i Templari sono vissuti, non si entrava in questi particolari; quando poi sono nati gli Ordini dinastici, quindi gli Ordini legati a tutti i sovrani, per cui i colori non bastavano più a differenziarli, allora è subentrato anche l’uso di codificare un certo tipo di croci, ma soltanto dal 1350, quando cioè i Templari non esistevano più già da 50 anni: per esempio, l’Ordine di Malta ha usato allora la croce a otto punte, ma prima aveva una croce bianca in campo rosso per l’abito di pace.

A  pag. 188 Langdon spiega a Sophie la fine del Priorato di Sion che, secondo lui, sarebbe stato fondato dal “re” francese Goffredo di Buglione: ma Goffredo di Buglione non era mai stato re, era protettore del Santo Sepolcro, il regno di Gerusalemme fu stabilito dopo la sua morte.

A pag. 297: “Poiché il suo nome era proibito dalla Chiesa, Maria Maddalena divennenota sotto diversi pseudonimi…”. Sarei molto curioso di sapere in quale documento la Chiesa ha proibito il nome di  Maria Maddalena, visto che è sempre stata considerata la più grande Santa dopo la Vergine. Chiese di Maria Maddalena le abbiamo sempre avute, sono fiorite nel Medio Evo, i cavalieri le erano molto devoti, per cui non è mai stata proibita.

Altra facezia: Rose è l’anagramma di Eros. Ciò può anche essere vero, ma perché mai è importante l’anagramma in inglese o francese se fino ai tempi di Leonardo la lingua che si usava era il latino? Quindi sarebbe rosa e il suo anagramma asor, non certo eros! Ma indipendentemente da questo il figlio di Venere, per gli europei, non è Eros ma Cupido, diventerà Eros quando importeremo la cultura greca.

A pag. 364: “Gli antichi ebrei credevano che il Sancta Sanctorum ospitasse… una divinità femminile uguale a Lui…”. Ma Shekinah è la presenza di Dio, sono le colonne di fuoco che precedono il popolo ebraico durante l’esodo nel deserto, quindi non è una divinità femminile pari a Lui, è la sua presenza, la sua gloria: il concetto è avvicinabile forse a quello di Shakti, ma sarebbe come dire che Kali è la stessa cosa di Shiva!

Riguardo Monna Lisa, Langdon dice ai suoi alunni che Leonardo era omosessuale; non ne siamo sicuri, può essere, sappiamo che da giovane fu implicato in un processo con altri giovani. Però nella Firenze del tempo l’accusa di omosessualità veniva usata frequentemente per motivi politici anche perché poi era difficilmente dimostrabile il contrario. Ma questo fatto per Brown possiede una connotazione particolare, esaltante, perché nella religione della new age è tutto possibile e questo spiegherebbe anche, secondo lui, perché Leonardo fosse un devoto della grande Dea.

Poco più avanti: “ ‘Sanno chi è la dea egizia della fertilità, Iside’, aveva spiegatoLangdon, estraendo la penna per scrivere sulle diapositive”. C’è un monogramma egiziano che lui si inventa in riferimento a Iside, che si chiamerebbe anche Isa, formato dal nome di questa divinità più quello del dio egiziano più importante, Amon: l’Amon-Isa diverrebbe così la Monna Lisa. Leonardo da Vinci avrebbe fatto un gioco di parole!

Secondo Dan Brown, quindi, noi pensiamo di vedere una dama fiorentina nel quadro di Leonardo, ma  in realtà l’opera è un omaggio alle religioni maschili e femminili che unisce Amon a Isa, Iside, per cui la Monna Lisa non è altro che un anagramma di questo formidabile mistero… per chi capisce… Il problema è che la Monna Lisa è stata chiamata così a partire dal 1700, prima veniva chiamata La Gioconda e, in un catalogo antico che abbiamo scoperto recentemente, è chiamata Ritratto di Dama fiorentina. Leonardo non l’ha mai chiamata Monna Lisa.

Riguardo la Vergine delle Rocce, a pag. 166 dice: “Il quadro mostrava una Vergine Maria…”. Questa opera fu commissionata a Leonardo dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione, che in realtà però gli aveva chiesto una pala d’altare in cui fossero presenti dei Profeti; quando presentò questo quadro non lo accettarono, per cui lui ne fece una seconda copia e, dice il romanzo, “le povere suore furono tranquillizzate”; ma la Confraternita che fece la commissione a Leonardo era di laici, che normalmente erano borghesi e mercanti, quindi le suore non c’entrano assolutamente niente. L’opera venne respinta ma per altri motivi, comunque lui riuscì a far accettare una seconda copia in cui fece dei cambiamenti rispetto al primo quadro, perché in questo il simbolismo c’è, ma non è quello che vede il prof. Langdon.

(….) Veniamo ora, dulcis in fundo, ad esaminare l’Ultima Cena. L’interpretazione di questo quadro è la chiave centrale del romanzo. Quando Langdon mostra a Sophie, la protagonista femminile del romanzo, una copia dell’affresco, le dice: “Questa è l’ultimacena”, cioè la cena in cui venne istituita l’Eucarestia, ma non si vedono i calici secondo Langdon: “Sophie quando guardò l’affresco notò con stupore che tutti al tavolo avevano un bicchiere di vino, Cristo compreso, 13 bicchieri, inoltre i bicchieri erano piccoli, senza stelo di vetro, non c’erano calici nell’affresco, nessun Graal. ‘Un po’ strano, non le pare, visto che sia la Bibbia che le leggende sul Graal celebrano questo momento come lacomparsa del Santo Graal’ ” (altra falsità); “‘Stranamente Leonardo sembra essersi dimenticato la coppa di Cristo, questo affresco è la chiave del mistero del Santo Graal, in esso Leonardo dice tutto apertamente’. Allora Sophie domandò: ‘Ci dice che cosa è realmente il Graal?’. ‘Non che cosa è - risponde Langdon - ma piuttosto chi è: il SantoGraal è in realtà una persona!!’ ”. Cosa scopre Langdon, cosa è sfuggito a tutti quanti? Che S. Giovanni non è un uomo, ma una donna! E che vicino c’è S. Pietro che mette una mano davanti alla gola di una donna, che in realtà è la Maddalena! Ed inoltre c’è una mano in più che regge un coltello.

A dire il vero, nell’ultima cena sono successe tante cose,(…) quello che Leonardo ha voluto rappresentare è il momento in cui Gesù dice: “uno di voi mi tradirà”, al che tutti sono meravigliati e spaventati. Nel quadro si riconosce benissimo Giuda, che fa finta di niente.

Ora, ammettendo che Giovanni fosse invece la Maddalena, ci domandiamo: Ma S. Giovanni che fine ha fatto? Avrebbero dovuto essere 12, più Gesù, più la Maddalena.

Non solo, ma è pur vero che i tratti di S. Giovanni sono femminili. Ora, se osserviamo alcuni tipi iconografici, notiamo il fatto che S. Giovanni, come il dio Bacco, viene da sempre rappresentato come androgino, il che sottolinea una condizione spirituale di superamento di quelle che sono le differenze tra maschio e femmina, differenze legate alla nostra componente fisica, mentre la componente spirituale è al di là di tutto questo; e siccome Giovanni Battista e Giovanni Evangelista sono, dopo Gesù, il massimo della spiritualità umana, hanno dei tratti androginici, quindi apparentemente femminili. Questo vale non solo per Leonardo, ma per tutto l’ambiente rinascimentale.

Si potrebbe però dire: ma S. Pietro che sta facendo? Sta tagliando la gola a Giovanni? Pietro, e cito dal Vangelo di Giovanni, sapeva che Giovanni era il discepolo prediletto e che quindi difficilmente Gesù avrebbe mancato di rispondere a Giovanni e allora si rivolge  a Giovanni e gli fa cenno, come per dire: “domanda quello di cui parla!”; questo sta facendo Pietro, sta chiamando Giovanni. Questa famosa mano con il coltello che si dice sia una mano in più, in realtà non lo è: sfido chiunque a contare le mani, sono 26 mani! (…)

Resta tuttavia, dopo quanto detto, un vero mistero: il mistero di come certe cose abbiano diffusione e diventino addirittura best sellers letterari!