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Un giornalista iraniano prima vittima del coinvolgimento dell'Italia nella guerra contro l'Iran?

di Marco Benevento - 09/03/2010

 

La vicenda che ha portato in galera nove italiani e due iraniani per traffico internazionale di armi, appare una forzatura funzionale alla guerra diplomatica tra Italia e Iran . Quanto c’entrino le tensioni tra il governo italiano e l'Iran in questa vicenda è - al momento - testimoniato dal fatto che il "traffico d’armi" è rappresentato da ben poca roba rispetto a quello a cui ci hanno abituati i veri trafficanti di armamenti che in Italia sono riusciti a far abrogare la Legge 185.
Sono molti gli interrogativi rispetto al materiale ritrovato e alla consistenza dei fatti contestati agli arrestati . Da come Magistrati e Guardia di Finanza hanno tratteggiato i contorni dell’operazione, c'era da aspettarsi il ritrovamento di una vera e propria santabarbara e pagine e pagine di intercettazioni telefoniche con frasi scottanti e dal senso inequivocabile .
Al momento non è stato reso noto niente di tutto questo. A finire in cella con l’accusa di essere il capo di questa temibile cellula dei servizi segreti iraniani è Hamid, un giornalista iraniano che vive e lavora da 17 anni in Italia . Hamid è stato prelevato dalla Guardia di Finanza in via dell’Umiltà vicino alla sede della stampa estera dov’è accreditato e apprezzato da molti. Chi lo ha conosciuto - e sono parecchi visto il suo iperattivismo - fatica pareccchio a vederlo nei panni del super agente o del capo cellula, sicuramente è una instancabile mente giornalistica. Basta visitare il sito in italiano della televisione iraniana IRIB e si rimane colpiti dalla mole di lavoro che pochissime risorse e pochi redattori sono in grado di fare. E’ stata forse la capacità di stare nella notizia di questa TV e del suo corrispondente in Italia, bravi nel portare le cronache politiche e sociali italiane nelle case iraniane e non solo, la vera colpa di Hamid? E’ il caso di rammentare che è stata la IRIB TV poco tempo fa a mandare su tutte le furie il Ministro Frattini dicendo che la politica italiana è sottomessa ai diktat israeliani? Una affermazione su cui diventa assai difficile dimostrare il contrario dopo le genuflessioni del Presidente del Consiglio Berlusconi a Tel Aviv. La tensione tra Italia e Iran sta salendo pericolosamente e l'arresto di Hamid serve a metter benzina sul fuoco.

Questa operazione è purtroppo un segnale che la guerra contro l’Iran è già iniziata e che l'Italia ne è già pesantemente coinvolta. Vogliamo solo auspicare che Hamid esca presto da questa brutta vicenda e non ne sia la prima vittima. Allo stesso tempo vogliamo augurarci che i giornalisti italiani non si facciano intimidire da una operazione politico-giudiziaria che per ora ha mostrato molti aspetti del grottesco. Chiediamo la fine di questo clima di guerra e ostilità che l'establishment italiano in maniera pressochè uniforme manifesta nei confronti dell'Iran.

Marco Benevento; Sergio Cararo; Marco Santopadre; Stefania Limiti; Enrico Campofreda; Enzo Apicella; Maurizio Musolino; Mila Pernice; Pino Nicotri