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La CIA si impegna nel settore dell'intrattenimento

di Tom Burghardt - 18/04/2010

Per non essere da meno, la CIA è entrata nel prezioso mercato del controllo dei social network in maniera consistente.
In un’esclusiva pubblicata da Wired, apprendiamo che il braccio degli investimenti della CIA, In-Q-Tel, “vuole leggere i tuoi post sui blog, tracciare i tuoi aggiornamenti su Twitter- – perfino scoprire le tue recensioni librarie su Amazon”.
Il giornalista investigativo Noah Shachtman rivela che In-Q-Tel “sta investendo in Visible Technologies, una ditta di software che è specializzata nel monitoraggio dei social network. Essa fa parte di un più ampio complesso con i servizi di spionaggio finalizzato a migliorare l’utilizzo di “fonti aperte di intelligence”- -informazioni che sono pubblicamente disponibili, ma spesso nascoste nella fiumana di spettacoli televisivi, articoli di giornali, post nei blog, video on-line e servizi radiofonici che vengono creati quotidianamente.” Wired riferisce:
“Visible si muove con circospezione fra più di mezzo milione di siti internet 2.0 al giorno, raggranellando più di un milione di post e conversazioni che hanno luogo su blog, forum on-line, Flickr, YouTube, Twitter ed Amazon (al momento non riguarda quei social network come Facebook che necessitano d’iscrizione). Vengono inquadrati gli utenti e gli aggiornamenti in tempo reale di ciò che è stato detto in questi siti, in base a catene di parole chiave.” (Noah Schachtman, “Esclusivo: Le spie statunitensi comprano azioni di una ditta che controlla blog e cinguettii”, Wired del 19 ottobre 2009)
Benché il portavoce di In-Q-Tel Donald Tighe abbia detto a Wired che si vuole che Visible controlli i social network stranieri e fornisca in merito agli incubi degli americani una “vigilanza per un preallarme riguardo a come si svolgono le questioni a livello internazionale”, Schachtman fa notare che “uno strumento simile può anche venire puntato all’interno, sui connazionali frequentatori dei blog e di Twitter”.
Secondo Wired, la ditta già sorveglia attentamente siti internet 2.0 “per Dell, AT&T e Verizon”. E come ulteriore attrattiva, “Visible sta tracciando le campagne internet degli attivisti per i diritti degli animali” contro il colosso della macellazione Hormel.
Shachtman riferisce che “Visible ha tentato per quasi un anno di entrare nell’ambito governativo”. E perché non avrebbero dovuto, considerando che la sicurezza della Patria e la ancor più inquietante parola tabù della “comunità di intelligence” statunitense, è un’autentica gallina dalle uova d’oro per le imprese intraprendenti avide di eseguire gli ordini dello Stato.
Wired riferisce che nel 2008, Visible “fece squadra” con l’impresa di consulenza con sede a Washington DC “Concepts & Strategies, la quale ha trattato il monitoraggio dei media e servizi di traduzione per il Comando Strategico Statunitense e per i Capi di Stato Maggiore Congiunti, fra gli altri”.
Secondo uno spot pubblicitario sul sito internet della ditta, costoro sono sempre alla ricerca di “specialisti in confronti dialettici nei social network” con esperienza al Dipartimento della Difesa ed “un’alta competenza in arabo, farsi, francese, urdu o russo”. Wired riferisce che Concepts & Strategies “sta anche cercando un ‘ingegnere della sicurezza per i sistemi di informazione’ che abbia già un’autorizzazione di sicurezza in ‘Top Secret SCI [Sensitive Compartmentalized Information] conseguito con il Poligrafo a Spettro Totale dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale’”.
In un simile ambiente, nulla sfugge agli occhi dello Stato segreto. Schachtman rivela che l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale “mantiene un Centro per l’Open Source, che setaccia l’informazione pubblicamente disponibile, compresi i siti internet 2.0”.
Nel 2007, il direttore del Centro, Doug Naquin, “disse a un pubblico di professionisti dell’intelligence” che “adesso stiamo controllando YouTube, che porta un bel po’ di informazioni eccezionali e spontanee… noi abbiamo gruppi che controllano quelli che chiamano “media dei cittadini”: persone che scattano fotografie con i loro cellulari e le postano su internet. Poi ci sono i social network, fenomeni come MySpace ed i blog”.

Da Mind Your Tweets: The CIA Social Networking Surveillance System,
di Tom Burghardt.
[Traduzione di L. Salimbeni]