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Nucleare, la risposta di Teheran

di Giuseppe Zaccagni - 22/04/2010



 
 

L'Iran annuncia che "nei prossimi giorni" discuterà con i Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu (invece che con gli Stati del gruppo 5+1) la proposta di scambiare il proprio uranio scarsamente arricchito con uranio al 20%. Intanto la Francia respinge preventivamente ogni nuova proposta di Teheran. Risponde il ministro degli Esteri di Teheran, Manucher Mottaki: "Nei prossimi giorni condurremo discussioni dirette con i 14 membri del Consiglio di sicurezza e indirette con il quindicesimo membro, gli Stati Uniti, sullo scambio di combustibile". L'Iran, quindi, sul suo nucleare tratta, ma non molla. E rilancia all'Occidente una proposta tesa alla costituzione di un organo internazionale indipendente e la relativa sospensione dall'Aiea di chi minaccia di usare l'atomica.

E' questa la sintesi del vertice di Teheran che ha visto riuniti nei giorni scorsi  i ministri degli Esteri di otto paesi - tra in quali Iraq, Siria e Libano - e i viceministri di altri 14, tra i quali la Russia, oltre a esperti nucleari di una sessantina di nazioni. Anche la Cina, tra l'altro, era presente al vertice pur se con un rappresentante di secondo piano.

Nel corso dell'incontro si è parlato molto del Trattato di non proliferazione (Tnp), del disarmo delle potenze nucleari e del pericolo rappresentato dall'arsenale atomico israeliano. E in tal senso i partecipanti alla conferenza hanno messo in guardia contro qualsiasi attacco contro i siti nucleari iraniani, lanciando un appello ad Israele affinchè aderisca al Tnp.

E' chiaro, comunque, che l'iniziativa è stata anche una risposta al vertice sulla sicurezza nucleare andato in scena a Washington il 12 e 13 aprile scorsi e che è stato utilizzato dal presidente Obama per fare pressioni sui leader mondiali al fine di affrettare l'approvazione di nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica di Ahmadinejad. Ma alle iniziative del leader della Casa Bianca ha subito risposto la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, che con un messaggio ufficiale ha ribadito che "il solo criminale nucleare del mondo e cioè gli Usa afferma falsamente di essere impegnato a combattere la proliferazione di armi nucleari, ma non ha intrapreso nè intraprenderà mai alcuna serie azione in questo senso". Tesi e temi scottanti che spingono verso i fronti della nuova guerra fredda.

Dal canto suo il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha proposto, oltre a una "revisione equa" del Tnp, la creazione di "un organo internazionale indipendente sotto l'egida dell'Onu" che disponga di "pieni poteri per pianificare e supervisionare il disarmo e la non proliferazione nucleare". Inoltre, ha chiesto che "tutti gli Stati che sono dotati dell'arma nucleare, che l'hanno utilizzata o che hanno minacciato di utilizzarla" siano "sospesi dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)". Un chiaro riferimento alla nuova dottrina in materia di nucleare approvata recentemente da Obama, che non esclude l'uso da parte degli Usa di armi atomiche contro l'Iran (e la Corea del Nord).

Nel vertice di Teheran - e sempre nel quadro di un pericoloso precipitare degli eventi - si è insistito soprattutto sulla piena attuazione del Trattato di non proliferazione che, ha spiegato il ministro degli Esteri iraniano, Manucher Mottaki, "fu costituito  sulla base di tre principi fondamentali: il disarmo nucleare, la non-proliferazione delle armi nucleari e l'uso pacifico dell'energia nucleare". Tuttavia - ha sottolineato  Mottaki - alcuni stati   nucleari "non hanno onorato" gli impegni in  materia di non  proliferazione, poichè  "hanno fornito assistenza a  Stati non del Tnp in particolare Israele a acquisire armi nucleari o sviluppare ulteriormente tali ordigni disumani".

Dello stesso avviso anche Kazem Jalali, portavoce della Commissione parlamentare per la Sicurezza Nazionale e Politica Estera, secondo cui alla prossima Conferenza di revisione del Tnp, in programma a maggio a New York, saranno presenti due fronti: "Il primo, guidato dagli Stati Uniti, mira a limitare il numero dei Paesi che intendono accedere alla tecnologia nucleare per usi pacifici, mentre il secondo fronte è costituito da Paesi non nucleari, che chiedono il disarmo in tutto il mondo".

Si è, di nuovo, al punto di partenza in un crescendo di tensioni. Perchè alla minaccia di nuove sanzioni Teheran risponde dando il via libera a dieci nuovi "siti" dove verranno realizzati impianti per l'arricchimento dell'uranio. E si sa che, attualmente, la Repubblica Islamica arricchisce il suo uranio presso l'impianto di Natanz senza rispettare gli "avvertimenti" del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E allora: nubi nere sul futuro? Forse c'è anche qualche timida schiarita. Perchè il ministro degli Esteri iraniano Mottaki ha dichiarato di voler discutere con tutti i membri del Consiglio eccetto che con gli Usa. Da Washington per ora, non ci sono risposte. I tempi si allungano e la tensione resta alta.