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Dai 7mila agli 11mila detenuti, di cui oltre 300 minorenni e circa 30 donne. Sono i numeri relativi ai detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Tre prigionieri stanno scontando pene da oltre 30 anni, mentre trecento sono reclusi da più di quindici anni. Fra i detenuti eccellenti spiccano anche un ministro e il leader di Fatah Marwan Barghouti, condannato nel 2004 a cinque ergastoli. Secondo Palestine Monitor, dal 1967 ad oggi circa 650mila palestinesi (il 20 per cento della popolazione totale) hanno conosciuto almeno una volta nella vita la cella di un carcere israeliano. Solo durante gli scontri della prima Intifada (1987) finirono dietro le sbarre oltre 100 mila palestinesi. Queste cifre sono state ricordate il 17 aprile scorso, durante le commemorazioni della Giornata del prigioniero palestinese, ricorrenza fortemente sentita fin dal 1974, anno della sua istituzione. Una giornata durante la quale anche i partiti di diverso colore hanno trovato, pure se per poco, un comune terreno d’intesa. Alcuni fra i maggiori rappresentati di Hamas e Fatah hanno dato vita a un comune sciopero della fame di 24 ore per protestare contro le inumane condizioni di detenzione delle carceri israeliane. Il rappresentante di Fatah, Raafat Hamdouna – citato da Apcom - ha affermato che questa giornata “deve consentire di porre fine alle divisioni fra le parti”. Dimostrazioni contro le pratiche di detenzione israeliane si sono tenute in tutti i territori palestinesi. Pratiche che, secondo alcuni esperti sentiti dalla tv satellitare al-Jazeera, avrebbero provocato un vero e proprio trauma trans-generazionale fra la popolazione locale; anche in virtù del largo ricorso alla tortura di cui - secondo i testimoni palestinesi – si fa uso negli istituti di detenzione israeliani, tanto sugli adulti, quanto sui bambini. Sebbene Israele si sia rifiutato di rispondere alle suddette accuse è certo che le condizioni di carcerazione di molti prigionieri palestinesi non rispettino i minimi requisiti di legalità. Secondo il Centro per la difesa del prigioniero, a oggi sono 196 i detenuti morti a seguito di torture, di negligenza medica o delle due cose messe insieme. Circa 15 mila sono invece reclusi in regime di detenzione amministrativa, ovvero sono stati incarcerati senza la possibilità di difendersi durante lo svolgimento di un processo. Il tema dei prigionieri rappresenta da sempre una delle maggiori battaglie per la popolazione palestinese. Non a caso le forze politiche convergono quasi costantemente sulle misure da adottare per chiedere la liberazione dei detenuti attualmente reclusi nelle carceri israeliane. In particolare il movimento di resistenza islamico di Hamas ha cercato, e cerca ancora, di ottenere la liberazione di circa un migliaio di prigionieri palestinesi, in cambio del rilascio del caporale israeliano Gilad Shalit, catturato ormai cinque anni fa e attualmente nelle mani del movimento islamico.
* per Osservatorio Iraq |