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Residente (sotto occupazione) altrove / Accesso negato

di Amira Hass - 29/04/2010





Definire un Palestinese con una residenza nella Striscia di Gaza come un “infiltrato” punibile se trovato nella West Bank – come presunto da un’ordinanza militare attualmente messa in applicazione – è solo un ulteriore anello di una catena di passaggi che Israele ha compiuto, il cui effetto cumulativo è di considerare la Striscia di Gaza come entità separata dalla società palestinese nel suo complesso.

Le limitazioni di spazio consentono solo un esemplificativo elenco di misure di questa natura. Tuttavia anche l’osservazione di questo elenco in forma ridotta può servire per ricordare quello di cui si ha bisogno per analizzare la totalità delle norme dell’occupazione militare nel contesto delle loro precedenti e la loro applicazione sul campo.  

Infatti, questo è quello che hanno fatto gli esperti di diritto dell’organizzazione Hamoked, Centro per la Difesa dell’Individuo, quando hanno messo in guardia contro le implicazioni del nuovo Ordine No. 1650 relativo alla Prevenzione dalle Infiltrazioni (Emendamento No. 2).

1972
Le Forze di Difesa di Israele consentono (Nota bene: loro danno il permesso!) ai Palestinesi di muoversi attraverso tutta la regione  (Israele, la Striscia di Gaza e la West Bank), utilizzando un “permesso d’uscita generale”. La speranza in Israele è che l’integrazione economica provocherà il venir meno delle aspirazioni nazionali. Ma il risultato, non intenzionale, si risolve nella libertà di movimento per tutti i Palestinesi. Per la prima volta dal 1948, i Palestinesi da un capo all’altro di Israele e dei territori fanno l’esperienza di essere un popolo che vive all’interno dei medesimi confini, sotto il medesimo regime. La famiglia unisce, il lavoro unisce, l’amicizia e la scuola uniscono, - i vincoli si forgiano e si rinnovano da entrambi i lati della Linea Verde.
La regola generale: “Il diritto di tutti i Palestinesi alla libertà di movimento viene rispettato, fatta eccezione per alcune categorie determinate dalle autorità di Israele.”

1988-1989
La prima Intifada: viene introdotta nella Striscia di Gaza una carta magnetica, valida per un anno, per coloro che hanno l’autorizzazione speciale ad entrare in Israele. In assenza di posti di blocco e controllo, risulta relativamente facile aggirare questa restrizione.

1991
15 gennaio, alla vigilia della Guerra del Golfo: viene cancellato il permesso di uscita generale dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza. Da adesso, è necessario un permesso individuale.
Gli studenti di Gaza, impegnati negli studi nella West Bank non ricevono più i permessi di entrare in Israele e non possono quindi frequentare le scuole. Famiglie “separate” (tra la West Bank e Gaza) si possono vedere fra loro sempre meno, in assenza di permessi.
La polizia va alla ricerca quotidiana nelle città di Israele di lavoratori palestinesi e controlla se sono in possesso di permessi validi per stare in Israele (come rivela l’organizzazione Worker's Hotline, spesso persone vengono ritenute trasgredire al permesso, se colte in un cinema o in una caffetteria e non sul posto di lavoro indicato dal permesso.) Centinaia sono arrestati e multati, sebbene generalmente la polizia sia facilmente elusa. Inoltre, la polizia non viene rafforzata a Gerusalemme Est e la gente si è convinta che qui non c’è bisogno di un permesso per rimanere nella loro capitale religiosa, culturale ed economica.
Colloqui di pace sono intrapresi alla Conferenza di Madrid. 

1993
Marzo. Viene imposta una “chiusura generale” sui territori (i permessi esistenti vengono revocati), dopo di che il divieto di vivere a Gerusalemme senza permesso individuale è applicato in maniera più stringente (comunque, è erroneo da parte dei Cisgiordani affermare attualmente che la politica di chiusura odierna abbia avuto inizio nel marzo 1993).
Settembre. La Dichiarazione di Principi fra l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina ed Israele stabilisce che entrambe le parti riconoscono Gaza e la West Bank come un’unica entità territoriale. 
Viene messa in atto un’intensa attività costruttiva all’uscita settentrionale della Striscia di Gaza, che si realizza in un checkpoint che controlla ogni giorno in modo asfissiante migliaia di persone.  Questo posto di controllo viene gestito dall’Amministrazione Civile e dalle Forze di Difesa di Israele. Gli altri punti di attraversamento della Striscia di Gaza sono stati dismessi.
La chiusura diventa una realtà permanente che esiste al presente. Il numero di permessi di viaggio che Israele garantisce varie di volta in volta, ma il principio rimane lo stesso: viene negata la libertà di movimento a tutti i Palestinesi, fatta eccezione per coloro che rientrano in un numero di categorie determinato da Israele (lavoratori, uomini di affari, ammalati, collaborazionisti, funzionari dell’Autorità Palestinese, ecc.) 

1994
Maggio. I poteri civili a Gaza vengono trasferiti da Israele ai Palestinesi. Viene trovata una parziale soluzione al problema dei permessi di uscita: i residenti  a Gaza escono attraversando il varco di Rafah, da qui vanno verso la Giordania ed entrano nella West Bank via il Ponte di Allenby. Questa soluzione è usata soprattutto dagli studenti e dalle persone che hanno famigliari in Cisgiordania. 

1995
Ottobre. L’Accordo ad Interim (vengono trasferiti i poteri civili anche nella West Bank ). La clausola 28 dell’Accordo stabilisce che i Palestinesi hanno l’autorità di cambiare un indirizzo sulla carta d’identità, ma la variazione deve essere comunicata all’Amministrazione Civile.

1996
Contrariamente a quello che era stato stabilito negli Accordi di Oslo, funzionari israeliani dell’Amministrazione Civile informano i Palestinesi che un cambiamento di indirizzo da Gaza alla West Bank comporta l’autorizzazione israeliana. L’autorizzazione viene concessa solo ad alcuni fra coloro che sollecitano il cambio di indirizzo e questo avviene secondo criteri oscuri.

1997
Agli abitanti di Gaza viene impedito di uscire via il Ponte di Allenby o di passare da qui per entrare nella West Bank, senza essere in possesso di permessi individuali concessi da Israele. 

1999
Ottobre. Viene introdotto un “passaggio di sicurezza” fra Gaza e la West Bank lungo un percorso meridionale. 

2000
Fine di settembre. Esplode la seconda Intifada. Il passaggio di sicurezza viene chiuso.
Israele impedisce che gli studenti di Gaza vadano a frequentare le scuole in Cisgiordania. 
Israele congela i cambi di indirizzo da Gaza alla West Bank.

2001
Entrare nella Striscia di Gaza per chiunque non sia di Gaza viene ridotto al minimo (in genere nei casi di morte di parenti di primo grado).

2002
Per la prima volta, le autorità dichiarano che i cittadini di Gaza presenti nella West Bank sono residenti illegali. Molti vengono deportati a Gaza, quando scoperti casualmente durante controlli di documenti di identificazione o nell’attraversamento dei checkpoint.

2004
Novembre. Le forze armate israeliane irrompono in un appartamento a Bir Zeit, nei pressi di Ramallah, arrestano e deportano a Gaza quattro studenti di ingegneria. 

2005
Gli attraversamenti di “sganciamento” della Striscia di Gaza sono dichiarati varchi “internazionali”.

2007
L’uscita da Gaza è consentita solo in casi umanitari estremi (e a coloro che sono in connessione con l’Autorità Palestinese). 
Per la prima volta dal 1967, Israele istituisce un permesso che consente di rimanere nella West Bank ai cittadini di Gaza che si trovano nella West Bank (in linea con il permesso di residenza richiesto a coloro che si trovano in Israele). Molte richieste di permesso sono respinte. Migliaia di Palestinesi senza permesso sono scoraggiati ad attraversare i varchi di controllo interni della  West Bank, per paura di essere presi e deportati. Perciò, vivono come prigionieri nelle loro città di residenza.

2009
Marzo. Lo Stato di Israele dichiara che i Palestinesi di Gaza non hanno titoli per vivere nella Cisgiordania. Questo avviene tramite una nuova normativa che viene alla luce grazie alle petizioni di Hamoked, Centro per la Difesa dell’Individuo, rivolte all’Alta Corte di Giustizia. 
Lo Stato insiste nel concedere permessi a risiedere nella West Bank solo per i seguenti gruppi: ammalati cronici che possono essere curati solo nella Cisgiordania; minori sotto i 16 anni con solo un genitore che vive in Cisgiordania, e minori che non hanno parenti che li possano accudire nella Striscia di Gaza; persone oltre i 65 anni che richiedono cure infermieristiche e non hanno chi li possa assistere nella Striscia. Tutti gli altri – coloro che sono in salute, non sono orfani, non sono persone anziane che vivono da sole senza assistenza – non hanno il diritto di vivere nella West Bank.

2010
Aprile. Un’ordinanza militare con effetto immediato definisce tutti coloro che risiedono nella West Bank senza un permesso come “infiltrati” e delinquenti che devono essere puniti. 

 


Originale da: Haaretz-Otherwise occupied / Access denied

Articolo originale pubblicato il 25 April 2010

L’autrice

Curzio Bettio è membro di Tlaxcala, la rete internazionale di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.


 

Tradotto da  Curzio Bettio

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