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La grande rete di Echelon, controllo di business e potere

di Thomas Martinella - 30/04/2006

 
Il «Grande Orecchio» ci sta ascoltando. Ci legge, ci rintraccia, ci spia in og
ni dove, tanto più se siamo anche di striscio pericolosi, ostili, critici verso il big business del potere, delle multinazionali, dei traffici di armi, carburanti o film. Il sovrastante matrix, guscio contenitore della rete, è conosciuto dai più - e siamo ancora troppo pochi- come Echelon. Il film In ascolto - The listening, opera prima di Giacomo Martelli che Medusa distribuisce da subito in 80 copie, può da oggi allargare il numero di quelli che ne sanno qualcosa in più.

Al centro del racconto c'è l'azienda privata Usa Wendell-Cranshaw Technologies con filiali ed emissari ovunque - qui in Inghilterra- che fa grossi affari proibiti (?) abusando del sistema di intercettazione globale delle telecomunicazioni detto Echelon. Incappa involontariamente fra le sue trame la romana Francesca Savelli (Maya Sansa, per questa prova migliore attrice a EuropaCinema 2006), che trova per caso una valigetta di file e perciò è sospettata di spionaggio industriale. A perseguitarla con tutti i mezzi, dal rapimento violento fino a farle saltare i timpani per via telefonica, c'è in particolare il cinico e iperteso Ashe (James Parks), rappresentante esecutivo della multinazionale.La soccorre e aiuta invece Wagley (Michael Parks, padre di James), ufficiale veterano e umano della National Security Agency la quale però, per assecondare gli interessi del privato, lo estromette.

In un crescendo di tensione e inseguimento fisico-informatico, la giovane e l'anziano uniti nella fuga si portano dall'isola d'Elba fino in cima al Monte Bianco, con rimbalzi di segnali satellitari su tutto il globo grazie alle sapienti digitazioni del vecchio compagno d'armi sardo Gianni Longardo (Andrea Tidona, La meglio gioventù).

Il film riprende il filone impegnato italiano degli anni '70 (ma anche di Marco Risi e Ricky Tognazzi) e quello politico Usa di denuncia , assumendone le modalità stilistiche. Stringato e incalzante, ritmo alto e movimenti dinamici per una sceneggiatura molto parlata, il regista Martelli con troupe e cast di discreto livello non cede alle sirene delle estetiche d'autore per puntare dritto sull'obiettivo politico che funziona. Firmare la prossima autorizzazione per la legge sulla privacy apparirà più grottesco