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Il Pentagono aumenta le operazioni segrete nel mondo

di Ferdinando Calda - 26/05/2010

 


 

 Un premio Nobel per la Pace (in teoria) non fa la guerra. O almeno, quando la fa, non lo ostenta, preferendo, invece, parlare di dialogo, cambiamento e fine dell’unilateralismo. Non è un caso, quindi, che sotto l’amministrazione Obama il Pentagono abbia deciso di espandere le operazioni segrete in tutto il mondo. Con una direttiva riservata del 30 settembre scorso, il generale David Petraeus (foto), capo del Comando centrale Usa, ha ordinato di espandere l’attività militare clandestina al di fuori dei teatri di guerra, in Paesi alleati e nemici nel Vicino Oriente, nell’Asia Centrale e nel Corno d’Africa.

Lo ha rivelato ieri il New York Times, spiegando che l’obiettivo di queste attività, affidate agli uomini delle Operazioni Speciali, è di raccogliere informazioni, “infiltrare, distruggere e neutralizzare” eventuali formazioni terroristiche, oppure allacciare rapporti con gruppi combattenti locali per “preparare il terreno” a un futuro intervento militare.
Il documento (Joint Unconventional Warfare Task Force Executive Order) non nomina esplicitamente alcun Paese e non chiarisce esattamente quali operazioni vengano autorizzate. Tuttavia, fa notare il Nyt, il testo “appare autorizzare specifiche operazioni in Iran” come “la raccolta di notizie d’intelligence sul programma nucleare” o “l’identificazione di gruppi dissidenti che potrebbero essere utili per una futura offensiva militare”.
Inoltre si suppone che l’approvazione della direttiva sia alla base dell’aumento dell’attività militare statunitense in Yemen, dove nei mesi scorsi l’aviazione Usa è intervenuta ripetutamente con raid e bombardamenti contro sospetti membri di al Qaida.
Anche durante l’amministrazione Bush, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld aveva autorizzato alcune operazioni militari segrete in una dozzina di Paesi lontano dalle zone di guerra, scatenando diverse polemiche al Dipartimento di Stato e alla Cia. E non sempre con risultati soddisfacenti. Nel 2004 uno dei primi gruppi inviati all’estero fu portato fuori dal Paraguay in fretta e furia dopo aver ucciso un rapinatore armato di pistola che gli aveva attaccati appena scesi da un taxi. Uomini delle Operazioni Speciali hanno condotto altre operazioni in Siria, Pakistan e Somalia.
Tuttavia, sottolinea il New York Times, il nuovo ordine di Petraeus “mira a rendere questi sforzi più sistematici e di lungo periodo” e, soprattutto, consente al Pentagono di aumentare la propria autonomia, riducendo la dipendenza dalla Cia e dalle altre agenzie d’intelligence. Infatti, diversamente dalle azioni clandestine della Cia, queste attività militari non hanno bisogno dell’approvazione del presidente e non devono essere esposte in regolari rapporti al Congresso. Anche se fonti del Pentagono assicurano che ogni attività significativa passa prima attraverso il Consiglio per la Sicurezza Nazionale.
Per il momento, comunque, al Pentagono non mancano quelli che ritengono si tratti di una direttiva “a doppio taglio”, in quanto potrebbe compromettere i rapporti con Paesi amici come l’Arabia Saudita e lo Yemen, o alimentare l’ostilità di Stati come la Siria e l’Iran.