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Bashar al Assad: l’America non capisce il Medio Oriente

di Charlie Rose - 30/05/2010



Il senatore John Kerry, presidente della Commissione Esteri del Senato, il 22 maggio era qui a Damasco. Sta succedendo qualcosa nei rapporti fra Siria e Stati Uniti?
L’interesse principale di questa Amministrazione e del senatore Kerry è in che modo possiamo rilanciare il processo di pace.

Si dice che sia venuto qui come emissario del Presidente Obama. Che possibilità ci sono rispetto ai rapporti con l’America?


Se [l’America] vuole giocare il ruolo di arbitro, non può farlo finché si schiera con gli israeliani: deve essere un arbitro imparziale, deve guadagnarsi la fiducia dei diversi attori. Se non avete buoni rapporti con la Siria, come fa la Siria a contare su di voi come arbitro?

Il senatore Kerry l’ha convinta che la Siria costituisce un’alta priorità per questa Amministrazione?


Mi fido del senatore Kerry, e credo che sia sincero. Ma alla fine, c’è l’Amministrazione e c’è il Congresso: chiunque potrebbe porre degli ostacoli. Sono convinto che il Presidente Obama voglia fare qualcosa di positivo: non sono sicuro che [il Congresso] gli permetterà di fare ciò che vuole.

In America c’è chi vorrebbe che ci fosse una qualche distanza fra Siria e Iran.


Si contraddicono. Parlano di stabilità nella regione: la stabilità inizia dai buoni rapporti. L’Iran ha sostenuto i nostri sforzi per riavere i nostri territori nel 2008, all’epoca dei negoziati di pace indiretti [fra noi e Israele] in Turchia.

Mi lasci sottolineare questo: anche se l’Iran dice di non riconoscere il diritto di Israele all’esistenza, vi appoggiava quando stavate cercando di negoziare con Israele?


Esattamente.

L’America non capisce l’Iran?


Non capiscono la regione – e questo è normale perché si tratta di una cultura diversa. Però, dopo l’11 settembre, dovrebbero imparare quello che succede al di là dell’oceano. Quello che conta non è ciò che pensate voi – è quello che pensiamo noi.

Cos’è che gli Stati Uniti non capiscono?


Non capiscono che vogliamo la pace – ma questo non significa che firmeremo un accordo di capitolazione.

Washington crede che la Siria abbia fornito missili Scud al gruppo combattente libanese Hezbollah.


Questa è una storia messa in giro dagli israeliani. Gli abbiamo detto: che prove avete? Controllate palmo a palmo il confine fra Siria e Libano 24 ore al giorno, e non riuscite a scoprire un grosso missile - Scud o di qualsiasi altro tipo? Non è realistico.

Alcuni trovano interessante il fatto che i vostri alleati siano fondamentalisti islamici, anche se la Siria è uno Stato laico.


Questa è una delle cose che in Occidente non capiscono: se ti appoggio, ciò non vuol dire che sono uguale a te o che sono d’accordo con te – significa che credo nella tua causa. Esiste una differenza: noi sosteniamo la causa palestinese, e Hamas sta lavorando per quella causa. Hezbollah sta lavorando per la causa libanese, quindi noi sosteniamo quella causa, non Hezbollah.

Lei crede che Israele voglia la pace?


Io penso che gente che ha eletto un governo così estremista non voglia la pace. Ma ciò non significa che dobbiamo smettere di lavorare per la pace

Quindi, qual è oggi la sua grande sfida?


La più grande sfida è come fare a mantenere la nostra società laica com’è oggi. Noi siamo fieri della nostra ricca diversità in Siria, ma, alla fine, siamo parte di questa regione – non è possibile rimanere al di fuori dei conflitti che ti circondano. Se si ha un Libano confessionale a ovest e un Iraq confessionale a est, se ai tuoi confini meridionali il processo di pace non è stato risolto, e nella regione dominano i terroristi, prima o poi ne sarai toccato. Pagherai il prezzo.

C’è gente che trova una causa nella religione.


Assumono sempre il mantello della religione o dell’Islam o di qualsiasi cosa per avere dei seguaci: ma si tratta di vedere quanto riescono a influenzare la società. Finché avremo persone di larghe vedute, [gli estremisti] verranno isolati.

Se lei potesse convincerli tutti - Hamas, Hezbollah, l’Iran - a riconoscere il diritto di Israele a esistere e ad avere rapporti con il governo, lo farebbe?


Se avremo la pace e saremo sicuri che riavremo i nostri territori, siamo certi che Israele vivrà normalmente come qualsiasi altro Paese di questa regione – a patto, ovviamente, che non compia crimini o aggressioni di nessun tipo.


Charlie Rose
, giornalista vincitore degli Emmy Award, conduce Charlie Rose, un programma in onda tutte le sere sulla PBS – la TV pubblica americana.

(Traduzione di Ornella Sangiovanni)