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Libano. Hizbollah nel mirino di Israele

di Matteo Bernabei - 21/07/2010


Dopo aver delegittimato Hamas e averlo trasformato agli occhi dell’opinione pubblica internazionale in un’organizzazione terroristica, così da poter giustificare ogni tipo di attacco indiscriminato sul territorio che questo controlla, ora Washington e Tel Aviv vogliono riservare la stessa sorte anche al movimento sciita libanese Hizbollah. Due partiti riconosciuti ed eletti dal proprio popolo che hanno la sola “colpa” di essere i due principali gruppi di resistenza anti-israeliana della penisola araba.
Nel distorcere la visione del movimento che governa Gaza Stati Uniti e Israele hanno avuto vita facile, grazie soprattutto alla collaborazione delle altre forze politiche della Palestina che hanno indotto l’Unione europea e il resto della comunità internazionale a non tenere conto dei risultati elettorali e delle relazioni degli osservatori internazionali che li hanno giudicati regolari. Più difficile l’opera diffamatoria, invece, nei confronti del movimento libanese proprio per la grande considerazione che il governo di Beirut ha di quest’ultimo. Ma nonostante tutto, l’opera dei detrattatori prosegue e da Roma dove si trova in visita istituzionale il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane, Gabi Ashkenazi (foto), è tornato a lanciare apocalittici moniti ai governi europei che fino ad ora si sono rifiutati di inserire Hizbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche.
“Il Partito di Dio si sta continuando ad armare ed è molto più forte del 2006. In tutto il Libano, incluso il Libano meridionale villaggi residenziali sono trasformati in villaggi per razzi terra-terra”, ha affermato il generale spiegando che “ancora una volta” a suo parere “la dura realtà è che gli Hizbollah sfruttano i civili per poter attaccare Israele”.
Ashkenazi ha rivelato inoltre che se in futuro la situazione lo dovesse richiedere Tel Aviv è pronta a colpire il movimento sciita anche all’interno dei centri abitati e che in tal caso la responsabilità delle morti civili sarà da attribuire soltanto al Partito di Dio stesso.
Parole già sentite in passato e i cui effetti sono ancora ben visibili sulla popolazione della Striscia di Gaza. Come già detto, però, Hamas e Hizbollah sono simili ma non uguali e il partito di Nasrallah ha già sconfitto Israele sul campo di battaglia quattro anni fa e certamente non avrà problemi a rifarlo ora che, secondo il responsabile delle forze ramate con la stella di Davide, è ancora più forte. Senza considerare poi i possibili scenari se anche Siria, Iran e Usa decidessero di prendere parte al conflitto.
Il generale ha infine cercato di esortare i governi occidentali all’intervento prima che questa sua previsione possa diventare realtà, facendo notare come le truppe Unifil non siano state in grado di far rispettare la risoluzione 1701 dell’Onu che vieta al movimento di Nasrallah di armarsi. Una faccia di bronzo degna dei suoi leder politici quella di Gabi Ashkenazi, capace di pretendere l’applicazione di una decisione delle Nazioni Unite quando, della carta dei diritti dell’uomo stilata proprio dal palazzo di vetro, i governi di Tel Aviv che si sono susseguiti negli ultimi anni se ne sono sempre infischiati.