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L’ unico, vero scoop di «Wikileaks»: la Guerra occidentale in Afghanistan va Male

di Guido Olimpio - 28/07/2010



Il «Diario di guerra» afghano parla del passato ma può incidere sul futuro. Su come gestire le prossime fasi del conflitto, ma soprattutto su come uscire da quella che somiglia ad una trappola. Le carte divulgate da «Wikileaks» pur riferendosi al periodo 2004-2009 si allungano come ombre sulla strategia militare dell’ amministrazione guidata da Barack Obama. Perché gettano luce sugli snodi della battaglia. Gli errori sempre in agguato nelle azioni di contro-guerriglia. L’ affidabilità dei pachistani. Le perdite tra i civili. Le relazioni tra gli alleati. Le trame iraniane. Grandi scenari e risvolti tattici. Come le attività delle forze speciali o dei droni, considerate a volte come l’ unica vera - e preferibile - risorsa contro un avversario che sembra ritrovare vigore. Difficile non accostare la grande fuga di documenti alle parole «scappate» ad un generale esperto come Stanley McChrystal e finite su una rivista. Doveva essere il condottiero della svolta, il mago delle operazioni speciali che aveva preso Saddam ed eliminato Al Zarkawi. Ha registrato dei successi ma poi - come tanti altri in questi mesi - si è forse reso conto che le condizioni politiche e militari non permettevano di vincere la guerra a Kabul. E lo hanno capito anche i partner occidentali che hanno soldati in prima linea. I documenti di «Wikileaks», per quanto sommari e legati spesso a situazioni contingenti, rappresentano una «massa critica» posta all’ attenzione delle opinioni pubbliche. Perché se è vero che non contengono grandi segreti è inconfutabile che rivelino la realtà di quanto accade nelle gole afghane. E raccontano ai cittadini, a Washington come a Roma, il lato nascosto della guerra. Informazioni sparse che si incastrano alla perfezione con le analisi compatte di quotati esperti che arrivano, quasi sempre, alla medesima conclusione: cerchiamo un negoziato con il nemico e andiamo via. Alla Casa Bianca hanno preso nota, però vorrebbero poter decidere senza la pressione esterna. Ma non è detto che gli scoop dei giornali e sulla rete, per quanto sgraditi, non aiutino alla fine a trovare la soluzione.