Armi e aiuti viaggiano sulla stessa rotta
di Manlio Dinucci - 18/08/2010
Per aiutare il Pakistan devastato dalle alluvioni, gli Stati uniti hanno lanciato «la più grande risposta umanitaria di qualsiasi altro paese». Se ne occupano le forze armate Usa, che fanno affluire nelle aree disastrate gli aiuti di Usaid (Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale), compresi pacchi viveri con carne halal. Il materiale, per un valore di 76 milioni di dollari, proviene dai giganteschi depositi di Camp Darby e da quelli nel Dubai, a loro volta riforniti dalla base in Italia.
L'operazione conferma l'accresciuta importanza di Camp Darby, la base logistica Usa collegata al porto di Livorno e all'aeroporto di Pisa.
Qui è stato di recente costruito un nuovo gigantesco complesso, con depositi, una stazione elettrica e una meccanica, per una superficie di oltre 40mila metri quadri (come 7 campi di calcio) costato 40 milioni di euro. Ciò ha accresciuto la capienza di materiali militari e, allo stesso tempo, di quelli della Usaid, depositati a Camp Darby in base a un accordo tra l'esercito Usa e il Dipartimento di stato.
Della movimentazione dei materiali, militari e civili, si occupa il 3° Battaglione della 405a Brigata, addetto anche alla riparazione dei mezzi della 173a Brigata aviotrasportata inviati qui dalla base di Vicenza. Da Camp Darby partono dunque sia le armi per le operazioni belliche, sia gli aiuti usati anch'essi a fini strategici.
La loro finalità è confermata da Richard Holbrooke, rappresentante dell'amministrazione Obama per l'Afghanistan e il Pakistan. Soccorrere le vittime delle alluvioni, ha dichiarato, serve non solo a salvare vite umane, ma a «riabilitare l'immagine degli Stati uniti in Pakistan», sempre più deteriorata.
Ciò non significa che le operazioni militari siano cessate: proprio sabato un drone Usa provocava 13 morti in un villaggio pakistano. I missili che ha lanciato probabilmente provenivano, insieme ai pacchi viveri, da Camp Darby, definita dal comando «una delle più importanti strutture di soccorso, che rende possibile l'invio di aiuti umanitari dalla Toscana in tutto il mondo».