Palestina, il trionfo della “disillusione”
di Carlo M. Miele - 24/09/2010
![]() | Più di un palestinese su tre non crede in alcuna fazione politica. E due su tre sono convinti che i negoziati in corso tra il presidente Abu Mazen e il premier israeliano Benjamin Netanyahu non porteranno a nulla di concreto. Stando a un recente sondaggio compiuto dal Jerusalem Media and Communications Center (Jmcc), il sentimento prevalente tra i palestinesi, in tema di politica, è il pessimismo. Sfiducia nella politica Il 30,8 per cento degli intervistati (1.200 abitanti della Cisgiordania e della striscia di Gaza) non si riconosce in alcuno dei partiti presenti in questo momento sulla scena politica palestinese. Per il resto, Fatah resta il partito più seguito (40,7 per cento, rispetto al 36,2 dello scorso aprile) , seguito a grande distanza da Hamas (13,2), Fronte popolare per la liberazione della Palestina (2,9) e Iniziativa nazionale palestinese (2). Tra gli uomini politici che destano più fiducia vi è Abu Mazen, il cui consenso non arriva però al 20 per cento, seguito – in ordine - dal premier di Hamas Ismail Haniyeh, Marwan Barghouthi, Salam Fayyad, Muhammad Dahlan e Mustafa Barghouthi. Scarsa resta anche la fiducia nell’amministrazione statunitense, nonostante l’arrivo alla Casa Bianca del democratico Barack Obama e il suo impegno per la ripresa dei negoziati in Medio Oriente. Rispetto ad aprile il consenso nei confronti degli Stati Uniti e dei suoi leader è aumentato di soli 3,8 punti, attestandosi al 13,9 per cento. Negoziati destinati al fallimento In questo contesto, le trattative riprese lo scorso 2 settembre tra Israele e Autorità nazionale palestinese (Anp) vengono seguite con sostanziale scetticismo. Il 54,3 per cento dei palestinesi si dichiara favorevole ai colloqui, ma solo il 34,2 per cento crede in un loro successo. Per la maggioranza (58,8 per cento) le trattative sono state avviate solo in virtù delle pressioni esterne, e contro la reale volontà del popolo palestinese. Resistenza come opzione Stando sempre al sondaggio del Jmcc, poco più della metà della società palestinese crede ancora nella via negoziale come soluzione per il conflitto con gli israeliani. Per il 38 per cento le trattative “porteranno a risultati importanti”, mentre per il 55,7 per cento non vi sarà alcun cambiamento dello status quo. Di fronte all’inefficacia dei passati negoziati, quasi una metà dei palestinesi (41,4 per cento) ritiene che sia necessario affidarsi alla “resistenza”, che essa sia armata (25,7) o non-violenta (15,7). Il sondaggio del Jmcc |