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L’occhio invadente di Washington

di Andrea Perrone - 29/09/2010



Commissione Ue ed europarlamentari chiedono spiegazioni a Washington sulle strategie per implementare le misure “antiterrorismo” di monitoraggio delle transazioni finanziarie, una mossa quella della Casa Bianca che renderebbe vano l’accordo raggiunto ad agosto e costituirebbe una scelta assolutamente liberticida.
“Chiediamo urgentemente chiarimenti dagli Usa se questi piani rappresentano un’infrazione dell’accordo Swift e la Commissione Ue si è riproposta di chiedere ulteriori informazioni a riguardo”, ha dichiarato l’eurodeputato olandese Sophie in’t Veld, dopo una riunione a porte chiuse con gli altri rappresentanti dell’esecutivo comunitario. A rendere nota la strategia statunitense è stato per primo il Washington Post, mettendo in dubbio lo stesso accordo Swift ritenuto ormai privo di validità dopo le misure che la Casa Bianca si appresta a mettere in campo. Al momento le banche hanno l’obbligo di riferire al Dipartimento del Tesoro transazioni superiori a 10.000 dollari, o che siano ritenute sospette. La soglia, secondo i piani del governo Usa, si abbasserebbe a 1.000 dollari escludendo però carte di credito e bancomat. “Osserviamo il trasferimento di tanti dati - schede nominative dei passeggeri (PNR), dati di Swift, informazioni sulla carta di credito connesso alla tassa di viaggio - e ci chiediamo dove finisce tutto questo”, ha sottolineato l’eurodeputato olandese. Una preoccupazione che sembra in qualche modo avere anche il Washington Post dove, nella sua edizione di lunedì, ha sottolineato che se le nuove strategie della Casa Bianca avranno seguito le transazione fra banche europee e statunitensi saranno registrate e archiviate senza alcun riguardo se vi sia o meno un bisogno fondato. A fargli eco è stata ancora una volta la in’t Veld che, lanciando un monito all’Europa, ha dichiarato: “Io non sto accusando gli Stati Uniti per averci chiesto così tanti dati. Essi testano quali sono i limiti e a meno che l’Ue non tracci delle linee, prenderanno il più possibile”. Con queste parole l’eurodeputato ha voluto in qualche modo condannare l’atteggiamento delle istituzioni europee che non fanno nulla per opporsi alle richieste di Washington e accettano supinamente qualsiasi ordine emanato dall’impero a stelle e strisce. Se la legge dovesse passare circa 750 milioni di transazioni l’anno sarebbero convogliate nella gigantesca banca dati a disposizione di inquirenti e servizi di intelligence.
Ma le strategie di controllo dell’amministrazione Obama non si fermano qui. Il New York Times ha annunciato che il presidente Obama sta preparando una legge per permettere l’intercettazione di tutte le comunicazioni via Internet, comprese Skype e Facebook, spiegando che l’Fbi e i responsabili della sicurezza nazionale premono da tempo per una legislazione che obblighi tutti i fornitori di servizi sul web a dotarsi di tecnologie che permettano le intercettazioni nel caso siano richieste. Insomma Obama al di là del suo stile buonista vuole fare sul serio, favorendo il controllo dell’intelligence Usa su tutti, affinché l’ansia di dominio unipolare si estenda non solo sul piano militare e strategico, ma abbia un’accezione più ampia e giunga fin dentro le nostre case, nella vita di ogni giorno controllando e catalogando ogni nostro interesse o volontà.