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L’avventuriero di Arcore

di Massimo Fini - 04/10/2010

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Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, ha dichiarato che esiste all’interno della Magistratura italianaun’associazione a delinquere formata da magistrati di sinistra che vuole sovvertire il risultato elettorale… ed eliminare colui che è stato eletto. Per rimuovere questo macigno che pesa sul nostro sistema democratico ci vorrebbe una Commissione parlamentare d’inchiesta” dei giudici felloni. Tali affermazioni sono state fatte durante una bislacca e scombiccherata conversazione notturna con dei suoi simpatizzanti, ma seguono decine e decine di altre, dello stesso tenore e dello stesso contenuto, espresse dal Cavaliere in sedi pubbliche e, recentemente, persino in un Convegno internazionale. Sarebbero affermazioni gravissime anche se fatte da un qualsiasi cittadino, ma che diventano inaudite in bocca a un presidente del Consiglio. Il ministro Bondi, di fronte alla reazione dell’Anm, è venuto in soccorso del suo Capo ribaltando le carte in tavola: “L’intromissione dell’Anm è irrispettosa e anomala. Non hanno capito che chi ha ricevuto da libere elezioni il mandato di governare non ha solo il diritto ma il dovere di esprimere la sua opinione in materia”. Ma Berlusconi non si limita, in queste esternazioni, ad esprimere opinioni e valutazioni politiche, accusa un gruppo di magistrati, senza peraltro farne i nomi, del più grave reato che possano commettere: aver usato la legge per scopi che con la legge non hanno nulla a che fare cercando di sovvertire il risultato elettorale e tentando così un “golpe“. Del resto lo stesso B., parla di “associazione a delinquere“, quindi di un gruppo di magistrati che ha commesso dei crimini.

Ora, cosa dovrebbe fare un premier, come qualsiasi altro buon cittadino, se ha indizi o fondati sospetti che dei magistrati hanno commesso e stanno commettendo dei crimini gravissimi? Dovrebbe denunciarli alla prima Procura della Repubblica. Queste denunce nelle sedi competenti, Berlusconi non le ha mai fatte. Perché? I casi sono due e solo sue. O Berlusconi non ha né prove, né indizi né concreti sospetti di quanto afferma e allora è un calunniatore e, data la sua posizione di premier, un irresponsabile perché delegittima le Istituzioni di cui dovrebbe essere uno dei garanti. O Berlusconi non si fida dell’intera magistratura, ritiene che tutta la Magistratura italiana sia inquinata. Ma se così fosse ogni cittadino avrebbe il diritto d rifiutare e respingere le sentenze di una magistratura siffatta quando sono a lui sfavorevoli. Se l’intera magistratura è inquinata chi garantisce me che la sentenza che mi colpisce è regolare e non manipolata? Salta lo Stato di diritto, anzi lo Stato “tout court (la cui principale funzione, arrogando a sé e monopolizzando la violenza, è proprio quella di regolare pacificamente i rapporti fra i cittadini), perché ognuno si sentirà libero e giustamente legittimato a farsi giustizia in proprio. E si precipita nell’anarchia. E dal caos e dall’anarchia chi ha tutto da perdere sono proprio le classi dirigenti, perché nel caos e nell’anarchia possono essere abbattute, mentre tutti gli altri, per dirla una volta tanto con Marx, da perdere hanno solo le proprie catene. Questa la ragione per cui mai, in nessun Paese democratico, una classe dirigente consapevole d’esser tale ha delegittimato le Istituzioni. Sa benissimo che sono le “sue” Istituzioni, poste innanzitutto a difesa della propria esistenza e della propria sopravvivenza. Ma Berlusconi, come ha dimostrato ampiamente in sedici anni, non ha nessun senso dello Stato né consapevolezza di far parte di una classe dirigente che ha dei precisi doveri verso se stessa e, attraverso se stessa, verso il Paese che è stata chiamata a guidare. Berlusconi è semplicemente un avventuriero. Après moi, le déluge. Ed è lui che “pesa come un macigno” sulla democrazia italiana.