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E ora Obama vuole schedare gli immigrati

di Marcello Foa - 04/10/2010




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Sarà testato in via sperimentale in Texas il controllo dell’iride. È un metodo che è stato usato in Irak per «catalogare» i sovversivi



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E ora che diranno di Obama? Che è ancora un progressista, un difensore dei deboli e degli oppressi? O scriveranno che si comporta come un bieco reazionario? Più probabilmente non diranno nulla. Opteranno per il silenzio lasciando che una rivoluzione prenda avvio. Non a favore, ma contro l’immigrazione, adottando una misura che Hollywood aveva già previsto, nel film Minority Report, ambientato nel 2054.

Siamo nel 2010 e la realtà supera la fiction. E che realtà! Il presidente che solo due anni fa accendeva le speranze del mondo è costretto, di fatto, a rinnegare i valori per i quali si è sempre battuto e che rappresentano un aspetto fondamentale della sua identità. Il primo presidente nero e figlio di padre kenyota, ha deciso di schedare gli immigrati usando l’unico metodo di riconoscimento che gli esperti considerano infallibile: il controllo dell’iride.
Fino a oggi i clandestini di tutto il mondo potevano facilmente cancellare o comunque cambiare la propria identità. Le impronte digitali si cancellano, i passaporti si taroccano, l’aspetto fisico può essere camuffato. Un irregolare arrestato ed espulso può facilmente riprovarci creandosi una nuova identità.

Ma se l’iride è stato fotografato, qualunque travestimento diventa inutile. Questa parte dell’occhio rimane immutata fino alla morte. Rappresenta l’identikit perfetto, supportato da tecnologie sempre più precise, che consentono registrazioni persino a due metri di distanza. Una volta che i dati di una persona sono immessi nel cervellone elettronico, questa è schedata per sempre.
Il provvedimento verrà provato in via sperimentale in Texas per un paio di settimane e se darà risultati positivi, come in Irak, dove è stato perfezionato su migliaia di potenziali sovversivi, verrà esteso a tutto il Paese.

E forse verrà ampliata anche «l’Operazione Streamline». Non ne avete mai sentito parlare? Ovvio, è un’altra notizia, che come capita sovente, è ignorata benché molto significativa. Trattasi di un provvedimento che consente di processare e condannare in giornata i clandestini catturati al confine. Processi sommari, quasi di massa. Per ora la media è di 700 al giorno, ma il Dipartimento della Homelande Security, ovvero il ministero dell’Interno statunitense, vorrebbe che salissero a mille.

La regola è chiaramente anticostituzionale, ma l’America che apriva le braccia del suo mondo ai diseredati dando una seconda chance a tutti, l’America dove lo stato di diritto era sacro, se ne infischia. E tira dritto. Anche se la Casa Bianca non è più abitata dal conservatore Bush, ma dal progressista Obama; il quale non lo proclama perché non sta bene; è politicamente scorretto. Ma lo fa, eccome se lo fa.

Solo una certa sinistra italiana ed europea, continua a credere al mito di una società, bella, buona, giusta e multietnica e multiculturale. Il loro idolo, Obama, promuove politiche che, a ben vedere, non sono molto diverse da quelle di un Maroni o di un Sarkozy; a riprova del fallimento di tutti i modelli di integrazione da quello francese a quello britannico, da quello olandese a quello americano. E a conferma dell’esasperazione della società civile, in Europa come in America, che non sopporta più l’impatto disgregante sul tessuto sociale, di un’immigrazione ormai fuori controllo.

Così fan tutti, ormai. La differenza è di forma. La destra lo urla e scoppiano le polemiche. Obama lo sussurra e, grazie alla compiacenza della grande stampa, la fa franca. Ma ha capito che per vincere deve dichiararsi di sinistra, ma poi attuare politiche di destra. Clinton, Schroeder, Blair erano maestri in quest’arte. L’importante è calibrare bene il messaggio, salvando le apparenze. Al resto pensano gli spin doctor ovvero i grandi manipolatori dell’opinione pubblica.
Magari anche a camuffare l’inquietante rischio insito nel controllo con l’iride, che oggi è applicato ai clandestini e domani, magari, a tutti i cittadini; i quali potrebbero essere controllati nella vita di tutti i giorni, con l’ausilio di semplici telecamere, destinate a diventare sempre più sofisticate. Un moderno, orwelliano Grande Fratello, come nel film Minority Report. E proprio con la primogenitura di colui che prometteva un mondo migliore, trasparente e più giusto. Alleluia.