E’ una tesi che ho già esposto tra le righe del post del 19 novembre, Dieci giorni fa, però, sembrava un’ipotesi quasi accademica. Ora quello scenario diventa molto probabile.

Lasciate perdere le dichiarazioni di Fini e Berlusconi, di Bossi e di Bersani. Non servono per orientarsi sull’esito della crisi. Il vero barometro della crisi é lo spread tra Bund e Btp, ovvero la differenza di rendimento tra titoli di stato tedeschi e italani. Più sale, più c’é bufera.
E guardate cosa sta succedendo sui mercati. Era da molto tempo che gli allarmi sul debito pubblico non erano così frequenti e angoscianti. E tutto sta a indicare che non si placheranno facilmente.

Dunque rischiamo di arrivare al 14 dicembre, giorno della fiducia, con l’”ansiometro” ai livelli massimi. A quel punto, gli appelli alla ragionevolezza, per ora isolati, diventeranno un coro, assordante:
Né elezioni, né governicchio. La crisi é grave, gravissima, forse fatale. Aiuto, allarme, dobbiamo salvare L’unica soluzione é un governo tecnico per la Salvezza nazionale“.

Berlusconi, a quel punto, dovrà cedere, non potendo contare su una maggioranza solida e non volendo nemmeno passare alla storia come l’affossatore del nostro Paese e, verosimilmente, dell’euro. Così ci troveremo con Draghi o Monti o un redivivo Siniscalco o un Tremonti, che continua a ripetere di non voler tradire, ma che supplicato da tutti e, soprattutto, dal centrodestra, potrebbe ricredersi.

Poi il governo tecnico provvisorio, di tre mesi in tre mesi diventerà definitivo. Fino alla fine della Legislatura. Il tempo necessaio per logorare il Cav ed estrometterlo definitivamente.

La mia é solo un’ipotesi, sia chiaro. Ma tra i tanti scenari che vengono ipotizzati in questi giorni, mi sembra il più probabile.

E’ quel che tra l’altro stanno predicando Enrico Letta, Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Gianfranco Fini ovvero politici ben ammanigliati in certi ambienti. Ho trovato in agenzia questa dichiarazione proprio di Enrico Letta: «Il Paese sta peggio che nel ’93: allora chiamammo Ciampi per tirarci fuori dal pantano. Oggi è peggio: il debito sta crescendo, la disoccupazione anche. C’è bisogno di un super Ciampi che sia supportato da un ampio schieramento di forze politiche. E poi, cambiata la legge elettorale, possiamo andare al voto».

Più chiaro di così…

O sbaglio?