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Iraq, gli Usa ammettono la strage di Haditha

di Stefano Chiarini - 25/05/2006

 
«Come in Vietnam» Il deputato Usa John Murtha, ex colonnello, rivela: almeno trenta civili iracheni uccisi a freddo per rappresaglia lo scorso novembre da un reparto dei marines. Via libera del pentagono all'uso di nuove armi laser «abbaglianti» ai posti di blocco. Dura condanna degli organismi per i diritti umani che denunciano: quei raggi laser possono rendere ciechi per sempre


Nel giorno in cui il deputato democratico john Murtha, ex colonnello dei marines, ha confermato l'uccisione a freddo di una trentina di civili iracheni lo scorso novembre ad Haditha, il Pentagono, da parte sua, ha annunciato di aver dato il via libera all'uso in Mesopotamia di una nuova arma, il «laser abbagliante» «ma non accecante» per fermare le auto che non rispettano i segnali di stop ai check point (che in realtà spesso non ci sono neanche). L'aggettivo «abbagliante» serve al Pentagono per cercare di aggirare il bando messo su questo tipo di armi dai protocolli della Convenzione di Ginevra e per sviare l'opinione pubblica, ma in realtà non vi è alcuna garanzia che il laser abbagliante non provochi anch'esso danni permanenti alla vista nei soggetti colpiti esattamente come quello accecante. Tutto dipende dal soggetto colpito, dall'intensita, dalla distanza. Gli organismi per la difesa dei diritti umani hanno denunciato da tempo la sperimentazione di queste armi e l'uso del raggio laser abbagliante da parte dell'esercito Usa in Somalia dieci anni fa venne bloccato all'ultimo momento «per ragioni umanitarie». L'organismo Usa per i diritti umani «Human Rights Watch» al proposito ricorda di aver denunciato come l'uso dei laser sia «ripugnante» perché in realtà molti dei soggetti colpiti potrebbero riportare danni irreparabili alla vista. Il Pentagono si difende sostenendo che la retina dei soggetti colpiti non dovrebbe riportare danni se questi si troveranno a più di 68 metri di distanza dal posto di blocco. Una precisazione piuttosto risibile per chiunque abbia un pò di confidenza con il caso di Nicola Calipari e con quel che avviene ogni giorno in Iraq.

In realtà, come denunciato giovedì da un'inchiesta di RaiNews24 (consultabile sul sito in italiano, inglese e arabo) sarebbero stati sperimentati in Iraq e in Afghanistan anche altri mezzi con dispositivi al laser ufficialmente usati per bonificare a distanza i campi minati. In attesa dei nuovi toys al laser molti boys americani in divisa, spinti da un delirio di onnipotenza derivante dalla totale immunità, anfetamine di ogni tipo e da una miscela micidiale di paura-odio, sembrano comportarsi sempre più come ai tempi del Vietnam . Molti sono i massacri contro la popolazione civile denunciati dalle fonti irachene ma quasi mai riportati da media. Altrimenti sarebbe difficile sostenere la tesi che quella in Iraq non sia una brutale occupazione militare. Alle volte però il sipario dell'omertà viene strappato e possiamo per un attimo vedere cosa stia realmente avvenendo in Mesopotamia. Questa volta a strapparlo è stato un ex colonnello dei marines, decorato durante la guerra del Vietnam e adesso deputato democratico della Pennsylvania, John Murtha, secondo il quale un reparto di marines americani in Iraq avrebbero ucciso almeno 30 civili iracheni «a sangue freddo» durante un'operazione del novembre scorso ad Haditha, una cittadina nella ribelle provincia di Anbar. L'ex colonnello nel formulare le sue accuse ha citato le conclusioni di un'indagine compiuta dai vertici militari Usa su quanto sarebbe avvenuto quel giorno di novembre ad Haditha. «Non c'è stato alcuno scontro a fuoco - ha dichiarato Murtha ai giornalisti - Non c'è stato alcun ordigno che ha ucciso queste persone innocenti. Le nostre truppe hanno reagito in maniera eccessiva a causa della pressione nei loro confronti e hanno ucciso civili innocenti a sangue freddo», «Sono entrati nelle case e hanno ucciso donne e bambini». A rivelare l'esistenza di un'inchiesta per accertare i fatti era stato nei mesi scorsi il «Time», venuto in possesso di un video consegnatogli da un gruppo per i diritti umani iracheno. Inizialmente il comando dei marines aveva detto che i civili erano stati uccisi dall'esplosione di una bomba, poi, in un secondo momento, aveva parlato di uno scontro a fuoco. Per il momento non si sa se qualcuno pagherà per questo crimine. A possibile conferma della fondatezza delle accuse c'è la decisione dell'Alto comando di sollevare dai loro incarichi il comandante del Terzo battaglione e due comandanti della Prima compagnia dei marines. Secondo fonti giornalistiche Usa i marines avrebbero compiuto la strage per vendicare la morte di un loro commilitone ucciso quel giorno.