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I pannelli solari del futuro

di Serge Enderlin - 03/06/2011

Fonte: Internazionale

  




La Cina è forse il paese dal più alto tasso di inquinamento industriale del mondo. Sia per questo motivo sia per sfruttare economicamente il settore delle energie rinnovabili, il governo cinese ha deciso di puntare sull’energia solare. Un reportage di “24 heures” ci porta dentro quella che sta diventando la fabbrica di pannelli solari più importante del mondo, simbolo di una nazione che sempre più si propone come all’avanguardia nella produzione di nuove tecnologie.

“È solo un villaggio, ma lo troveremo”. Hui Hui, il nostro assistente, non ha mai sentito parlare di Wuxi, una città industriale in pieno sviluppo nella provincia dello Jiangsu, a 300 chilometri da Shanghai. Sul treno c’è uno scozzese diretto a Nanchino. Si chiama Martin Heath e frequenta la Cina da trent’anni. Questo è il suo ultimo viaggio prima della pensione. Ha l’aria disincantata di chi conosce bene questi luoghi: “Rappresento una società di consulenze per investimenti tecnologici. Ma ormai il nostro è un compito puramente formale. Presto saranno i cinesi a darci consulenze”. Lasciamo Heath sulla banchina di Wuxi, dove alcuni operai stanno terminando le saldature della nuova faraonica stazione, decisamente troppo grande per un “villaggio” che conta comunque sei milioni di abitanti. “Come se potessimo conoscere tutte le città della Cina con meno di dieci milioni di abitanti...”, sospira Hui Hui.
Abbiamo davanti ancora un’ora di taxi attraverso un interminabile complesso di fabbriche di recente costruzione per arrivare alla Suntech Power, il nuovo gioiello cinese in materia di energie rinnovabili. Quest’azienda che produce cellule fotovoltaiche è diventata in meno di quattro anni il numero uno mondiale del settore. Nel paese dei paradossi, questo è particolarmente stridente: dopo aver strappato agli Stati Uniti il posto di primo inquinatore del pianeta, la Cina si è imposta anche come leader dell’energia solare ed eolica. Grazie al basso costo della manodopera, ma non solo.
“Se crede di avere di fronte un’azienda che si limita a copiare, potrebbe rimanere deluso”, dice Richard Zhang, responsabile delle relazioni con gli investitori. “Nel 2009 abbiamo presentato 126 brevetti. Le nostre università hanno ricevuto l’ordine di orientare la ricerca verso le rinnovabili. Tra poco metteremo sul mercato squadre di ingegneri molto preparati. Ed è solo l’inizio!”.
Nei laboratori della Suntech 350 ingegneri in camice bianco lavorano per affinare le prestazioni fisiche del silicio. L’obiettivo è migliorare il rendimento delle cellule fotovoltaiche, quello che viene definito il tasso di conversione. Nei pannelli solari, infatti, solo una parte dei raggi viene trasformata in energia. Attualmente la Suntech riesce a ottenere un tasso di conversione del 19,2 per cento, il più alto al mondo. È un po’ come nell’atletica: ogni decimo di secondo conquistato apre nuove prospettive. E quelle della Suntech oggi appaiono decisamente rosee. Decine di migliaia di dipendenti sparsi per la Cina, uffici vendita in tutta Europa, un centro di ricerca a Phoenix, in Arizona, tre miliardi di dollari di fatturato e una crescita vertiginosa: 494 per cento nel 2008, 43 per cento nel 2009 e 75 per cento nel 2010. Dal 2005 la società è quotata in borsa a Shanghai e a Wall Street. Nel 2009 il presidente e fondatore, Zheng-grong Shi, è stato proclamato “eroe verde” da “Time”, un riconoscimento particolarmente caro a Richard Zheng. “Abbiamo fatto la stessa università a Sydney”, spiega Zhang. “Sappiamo che il petrolio non è eterno e che la Cina non può crescere continuando a inquinare. La nostra ambizione è semplice: far diventare la Suntech entro il 2025 più importante della Bp, la multinazionale del petrolio”. Questa serie di superlativi avrebbe un che di fastidioso senza l’entusiasmo di Zhang. Il nostro uomo apre il portatile, clicca su un documento in pdf, inforca gli occhiali in titanio e spiega: “È il testo della legge sulle energie rinnovabili adottata nel 2009, che inaugura una nuova politica energetica. Entro dieci anni i tetti di tutte le fabbriche cinesi saranno ricoperti di pannelli solari”. Le imprese tedesche, che finora hanno dominato il mercato, possono cominciare a preoccuparsi. Nonostante i loro sforzi, il prezzo di un chilowattora di energia solare è ancora molto più elevato di quello prodotto con gli idrocarburi. Solo l’uso di massa dell’energia solare permetterà di cambiare le cose. E sicuramente tutto questo non succederà in Europa. […]