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Italiani: mai senza pillole

di ricerca della rivista Riza - 07/10/2005

Fonte: panorama.it

Italiani: mai senza pillole 
 

 
Una ricerca della rivista Riza sulle medicine pret-a-porter. Più disinvolto l'atteggiamento verso gli psicofarmaci. Il mal di denti il dolore che fa più paura. I prodotti da banco aiutano ma spesso sono un supporto psicologico


 
Si portano in tasca come un tempo si portavano i vecchi amuleti o i santini, servono a calmare il dolore improvviso ma soprattutto ad esorcizzarlo. Sono i farmaci pret à porter, i prodotti da banco di cui gli italiani sono diventati grandi consumatori: contro il mal di testa o il mal di denti, per l'attacco alla schiena o la crisi di allergia.
Pillole e cachet che aiutano a star meglio ma che spesso sono un supporto psicologico, una stampella, contro la paura di défaillances.
Sembra che gli italiani non escano mai senza portare una pillola anti-dolore in tasca o in borsetta. Lo fa almeno il 42 per cento delle persone intervistate dal mensile Riza Psicosomatica che ha analizzato il rapporto fra italiani, dolore e farmaci.

La rivista stila la classifica dei tre dolori più comuni, quelli di cui gli italiani hanno più paura: al primo posto viene il mal di denti (28%), poi il mal di testa (24%) e al terzo posto il mal di schiena (17%).
Nella maggior parte dei casi (32%) basta solo l'avvisaglia del malessere, il suo primo sintomo, a pronunciare la resa immediata e ad assumere il farmaco. E' appena l'11% a prendere la pillola solo quando il dolore ostacola concentrazione e sforzi, il 7% lo fa "quando il dolore persiste", il 25% "quando diventa insopportabile".

Il 42% degli intervistati quando esce di casa ha spesso o sempre con sé il proprio farmaco preferito. Talvolta anche solo per esorcizzare l'arrivo del sintomo.
La paura di stare male coglie gli italiani nei fine settimana più che al lavoro, insomma, guai a farne a meno nei weekend (26%), quando si ha tempo libero e ci si vuole rilassare e divertire. Impossibile poi fare a meno della medicina se il malessere sopraggiunge a letto, nella notte (23%), si ricorre alla pillola anche laddove magari fino a ieri si prendeva una tisana o una camomilla. Mai senza pillola, poi, in vacanza (17%) o al ristorante (12%).

Se si sta male in ufficio, invece, solo il 10% preferisce prendere la medicina e continuare coraggiosamente a lavorare. In genere, si preferisce chiedere il permesso e andare a casa.
Questo atteggiamento nei confronti dei farmaci, nota Riza, per la prima volta tocca anche gli psicofarmaci, cresce il numero di persone che di fronte a ipotetiche situazioni di crisi e malessere li ritiene indispensabili. Insomma, oggi il corpo, scrivono gli esperti di Riza Psicosomatica "è sempre più visto come una macchina che deve essere sempre efficiente e di fronte al minimo problema va riparata il più in fretta possibile.

Si è sviluppata così un'assunzione quasi abitudinaria dei cosiddetti prodotti da banco, quelli per i quali non serve la prescrizione del medico e che evidentemente vengono vissuti come dei rimedi da utilizzare spesso troppo alla leggera".
Sembra quasi che gli antidolorifici "abbiano sostituito nelle tasche e nelle borsette gli amuleti tipici della tradizione italiana".

Questo atteggiamento disinvolto nei confronti delle medicine per la prima volta tocca anche gli psicofarmaci, nome che fino a ieri evocava malattie mentali e il cui ricorso oggi viene ampiamente giustificato.
Il 28% degli italiani di fronte a ipotetiche situazioni di crisi e malessere li ritiene indispensabili. La terapia farmacologia è ritenuto l'unico modo o almeno quello più facile per affrontare qualsiasi disagio.