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Lo smog uccide 9.000 italiani

di la nuova ecologia - 16/06/2006

Infarti e asma le malattie cittadine

Ozono e Pm10 uccidono il 9% degli over 30. L'indagine dell'Apat e dell'Oms su 13 città. Pecoraro: «Ma quale Ponte sullo Stretto? Investiamo in salute» Città a tutto benzene

SCARICA: particolato killer
Quasi 9.000 morti all'anno in Italia per inquinamento atmosferico da Pm10 e ozono. Una “strage” da smog che è pari agli esiti fatali degli incidenti stradali. Ed é allarme. A lanciarlo un nuovo studio condotto dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) per conto dell'Agenzia per la protezione dell' ambiente (Apat). La ricerca, dal titolo
“Impatto sanitario del Pm10 e dell'ozono in 13 città
italiane", ha preso in esame 13 realtà urbane con più di 200mila abitanti: Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia-Mestre, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo, per un totale di 9 milioni di persone (il 16% del totale della popolazione nazionale).

I risultati dello studio, presentati a Roma nell'ambito del seminario di sanità pubblica su inquinamento atmosferico, traffico urbano ed effetti sulla salute, rilevano un ruolo sempre più preoccupante di questi componenti chimici nell'incidenza delle malattie cardiocircolatorie e respiratorie.

«Chiederò a tutto il governo di non investire in opere inutili come il ponte sullo stretto – ha commentato il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio – ma in una grande opera pubblica nazionale come quella di ridurre l'inquinamento nelle città. I cittadini si rendono conto che la nostra aria è molto inquinata e sono disposti a prendere i mezzi pubblici ma non possiamo chiedere sacrifici se le istituzioni non rispondono alle esigenze delle città fornendo un piano per la mobilità sostenibile».

Tra il 2002 e il 2004 gli effetti a lungo termine delle concentrazioni di Pm10 superiori ai 20 microgrammi a metro cubo (µg/m3) hanno causato una media annuale di 8.220 morti, vale a
dire il 9% della mortalità negli over 30 per tutte le cause, esclusi gli incidenti stradali. Di queste morti, in base alle nuove conoscenze disponibili sugli effetti sanitari del Pm10, è possibile scomporre l'impatto della mortalità per gli effetti cronici oltre i 20 µg/m3 in: cancro al polmone per 742 casi all'anno, infarto per 2.562 e ictus per 329. Tra le malattie provocate dal Pm10 ci sono anche bronchiti, asma, sintomi respiratori in bambini e adulti, ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie che determinano perdita di numerosi giorni di lavoro.

Lo studio dell'Oms si estende anche all'impatto dell'ozono, che si sta delineando sempre più come un inquinante pericoloso, soprattutto in Europa meridionale. Le stime parlano di un impatto annuale di 516 morti all'anno nelle città italiane, che vanno ad aggiungersi a quelle dovute al Pm10. «L'impatto sanitario del Pm e dell'ozono rappresenta un problema di sanità pubblica considerevole - ha spiegato il direttore Salute e Ambiente Oms Europa, Roberto Bertollini – continuiamo a sopportare un pesante fardello su individui e famiglie, con morti premature e malattie croniche e acute; sulle nostre società, con la diminuzione dell'attesa di vita e della capacità produttiva; sui sistemi sanitari in termini di costi di migliaia di ricoveri ospedalieri». È necessario, sottolineano quindi Apat e Oms, che Italia ed Europa si adoperino severamente per far rispettare i limiti comunitari alle emissioni.