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E i politici si stupiscono del nostro stupore

di Marcello Foa - 20/09/2011

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Ma esiste ancora un minimo senso di pudore, quella sensazione interiore che induce una persona normale ad astenersi da certi comportamenti nella consapevolezza che generano rifiuto e condanna in chi li ascolta o li osserva? E non mi riferisco solo a Berlusconi per le sue ben note, imbarazzanti vicende. Bossi non rappresenta più l’alternativa moderata, non lo è perchè da animale politico, capace di fiutare il vento prima di chiunque, si è trasformato in un sultano estraniato dal mondo che lo circonda; un sultano che cerca di imporre un figlio inadeguato, che non capisce più la sua gente, che lancia proclami sulla secessione senza rendersi conto che nessuno, a parte un paio di ultras, gli presta più ascolto.

Di Pietro non è da meno: l’eroe di Mani Pulite tenta di imporre il proprio figlio, brillante quanto il Trota, cadendo platealmente nel nepotismo immorale che lo stesso Di Pietro, come ogni vero moralista, in altri tempi aveva biasimato. E non vede nemmeno dove sia il problema.

D’Alema è coinvolto nella vicenda Tarantini più di Berlusconi, perchè i politici pugliesi corrotti appartengono, a quanto pare, al suo clan. Vendola è un altro moralista: il suo vice Frisullo, un altro dalemiano, è finito in manette per corruzione, lavorava gomito a gomito con il prode Nicki, il quale, nulla sapeva e nulla vedeva.

Di Fini sappiamo tutto, di Bersani non ancora, ma la vicenda di Penati getta ombre lunghissime sul Partito democratico.

Chi resta? Nessuno. Ed è questo il problema: questa classe politica non ha il senso del pudore, della decenza, del decoro. Senza speranza loro, senza speranza noi…