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Tra bifolchi e negrieri

di Stefano Moracchi - 02/11/2011

Fonte: terzalinearossobruni



 

 

Con l'analisi di Bifo e Negri si chiude il circo Barnum del 15 ottobre romano.

Spesso lo spasso sta al passo con il fesso, in questo caso siamo in piena deriva rivendicativa di quello che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto, salvando oltre le capre pure i pecoroni.

Oggi, dopo la disfatta, gli esaltati “cognitivi” dell'indignazione parlano di solidarietà, di programmi comuni minimi; mentre altri esaltano la violenza (non sapendo che si può parlare di violenza solo in presenza di un progetto politico) e vorrebbero programmi comuni massimi.

L'unico dato certo che si può trarre da questa debacle è il livello di credibilità dei “cervelli” che si sono riuniti in conclave per preparare la buffonata del 15 ottobre.

Bifo, affascinato dal nulla, dice: “Il problema della solidarietà è sempre stato cruciale in ogni processo di lotta e di cambiamento sociale. L’autonomia si fonda sulla capacità di condividere la vita quotidiana e di riconoscere che quel che è buono per me è buono per te, e quel che è cattivo per me è cattivo per te. La solidarietà è difficile da costruire ora, che il lavoro è stato trasformato in una distesa di celle temporali ricombinante, e di conseguenza il processo di soggettivazione è divenuto frammentario, an-empatico e debole. La solidarietà non ha nulla a che vedere con un sentimento altruista di sacrificio. In termini materialisti la solidarietà non è una faccenda che riguarda te, ma una faccenda che riguarda me. Allo stesso modo l’amore non è altruismo, ma piacere di condividere il respiro e lo spazio dell’altro. L’amore è capacità di godere di me stesso grazie alla tua presenza, ai tuoi occhi”. Roba da matti!

Non ci voleva Bifo per scoprire che il lavoro è stato trasformato in una distesa di celle(1) temporali, ma se crede veramente che la soluzione del problema si possa trovare attraverso il concetto di solidarietà, allora meglio rivolgersi ai frati benedettini.

Negri lasciamolo in vacanza tra la Spagna e il Portogallo, che è meglio. Visto e considerato che il suo intervento è tutto concentrato nell'accusare di plagio la manifestazione del 15 ottobre, mentre l'originale si troverebbe in Spagna. A Negri, ovviamente, non passa minimamente per la testa che possa trovarsi negli Usa. Visto mai...

Purtroppo, chissà per quanto tempo ancora bisognerà sentir parlare di precarietà come fosse un amo da mettere sulla propria canna da pesca.

Se il capitalismo non è una cosa ma un rapporto sociale, la cosiddetta precarietà cosa dovrebbe essere?

Se ci si trova ad osservare dei vermi nella carne, veramente si pensa che siano stati attratti dalla putrefazione e abbiano fatto come le formiche, affrontando un lungo percorso ad ostacoli per arrivarci dentro? O non è più logico pensare che siano il prodotto stesso della putrefazione?

Se le cose stanno in questi termini, è tanto difficile per questi illustri eredi del sessantotto e (peggio) del settantasette, arrivare a collegare il progetto criminale Usa a livello internazionale con le ricadute sociali specifiche a livello nazionale?

Quanto tempo ancora bisogna aspettare affinché ci si decida ad affrontare la difesa degli Stati aggrediti dal progetto criminale Usa attraverso il riconoscimento della formazione sociale specifica uscita dalla mente criminale statunitense?

1) http://attuazionista.blogspot.com/2011/07/lotta-di-cella-prima-parte.html
    http://attuazionista.blogspot.com/2011/08/lotta-di-cella-seconda-parte.html



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