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Un Parlamento di camerieri e ronzini

di Enzo Chiaradia - 21/11/2011

Fonte: liberaopinione



 

Due dichiarazioni hanno scosso in questi giorni il mondo del gossip politico italiano. Quella di Gabriella Carlucci (“Lo stipendio dei parlamentari è basso”) e quella di Gianfranco Fini, secondo il quale  agli ex parlamentari andrebbe immediatamente revocato il vitalizio.

Gli argomenti, aldilà delle reazioni che possono scatenare in questo particolare momento, sono assolutamente irrilevanti e secondari. Lo stipendio di un parlamentare (come quello di un giornalista o di un magistrato, categorie equiparate) sono rispettivamente “basse” o “alte”, a secondo del lavoro svolto effettivamente dalle singole persone; questo vale per un parlamentare come per un impiegato o per uno scaricatore di porto. A meno che non si riesca a creare un mondo di “uguali” che finora è risultato irrealizzabile.

L’altra questione, quella sollevata dal Presidente della Camera dimissionario (così dovrebbe essere, dal momento che aveva annunciato che avrebbe lasciato il suo posto non appena Berlusconi si fosse dimesso), riguarda invece il vitalizio dei parlamentari. E’ fuor di dubbio che ogni pensione o vitalizio andrebbe parametrata ai contributi effettivamente versati. E questo dovrebbe valere per tutti, anche per le molte categorie mai nominate come ad esempio i baby pensionati, i consiglieri regionali e i magistrati. Solo che, se togliamo le pensioni a tutti coloro che detengono privilegi e “pensioni anomale”, rischiamo di far morire di fame mezza Italia. Impossibile che questo  Gianfranco non lo sappia, tantè che, dopo lo scoop sui vitalizi, s’è affrettato a rettificare: “…dalla prossima legislatura”.

In ogni caso, che il Presidente della Camera si sia accorto del problema vitalizi solo ora, dopo una vita che siede in Parlamento (non risultano infatti giacenti in Parlamento sue proposte di legge in tal senso), è alquanto strano. Non è escluso che, dopo una vita di slogan, cambi di casacca e vuoto parolare, in un momento in cui, dopo la vicenda-Montecarlo, la Procura di Milano si sta interessando al suo ex segretario particolare on. Francesco Proietti Cosimi, cerchi di risalire la scaletta dei sondaggi, mai come ora scesa così in basso. C’è gente che, senza far tanto chiasso, l’ha fatto; c’è qualcuno che si è battuto, tra i mugugni di molti colleghi, per tagliare qualche sostanzioso privilegio. Mi riferisco, ad esempio, agli ex senatori Antonio Serena, Donato Manfroi (ex Lega) e Luigi Biscardi (PD-Ulivo) -che nel corso della XIII legislatura sono riusciti ad eliminare la vergogna del doppio stipendio dei parlamentari, che tra l’altro coinvolgeva direttamente loro tre.

Ma torniamo al punto di partenza. Sono alti o bassi gli emolumenti dei parlamentari; sono meritati o meno? Sono soldi rubati, al pari di quelli sottratti al fisco dagli evasori? O sono legittimi perché sanciti da una legge, a differenza di tanti altri illeciti (come quello consumato da qualche parlamentare in carica che non sapeva di possedere una casa a qualche metro dal Colosseo), che qualcuno ha già messo in archivio? E’ davvero blasfemo e ridicolo, come è stato giudicato da qualcuno, proporre che il parlamentare, come il consigliere regionale o il magistrato, guadagnino quanto denunciano di guadagnare nella vita “civile” con l’aggiunta delle spese per i trasferimenti da casa alla sede di lavoro istituzionale?

Visti i suoi precedenti, il Presidente della Camera, noto soprattutto per essere passato con estrema disinvoltura dal fez alla kippah, è persona poco adatta a rivestire i panni del moralizzatore. Deleghi allora, visto che il problema gli sta molto a cuore, qualche “futurista” a promuovere subito un progetto di legge per risolvere il problema. Non dovrebbe risultargli difficile, visto che nella sua vita, nelle occasioni difficili e rischiose, ha sempre preferito mandare avanti gli altri.

Il problema non è solo e tanto quello dello stipendio alto o basso dei parlamentari; il problema principale è quello della loro qualità. Dove la qualità non esiste più, subentrano gli automi, i robot, i tecnici. Con tanti saluti alla sovranità, alla democrazia ed alla rappresentanza popolare.