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Medioriente. Scene (già viste) di guerra

di Miro Renzaglia - 14/07/2006



In seguito agli scontri fra esercito israeliano ed Hezbollah libanesi, qualcuno mi ha sollecitato ad aprire una discussione sullo scenario di guerra in Medioriente. Dirò quel che penso nel corso dei commenti. Per il momento, in omaggio al criterio secondo cui per capire il presente bisogna conoscere il passato, e per dare utili elementi di riflessione ai partecipanti, ripercorro, per sommi capi, la vicenda della travagliata regione.


Metà del secondo millennio a.c.. In un periodo caratterizzato dall'inaridirsi climatico dei territori originari, gli Ebrei, giungono in Palestina spinti dalla necessità di trovare nuovi territori fertili. Nel corso di oltre un millennio, una serie di regni e stati ebraici ebbero vita nella regione.

70 d.c. L'impero romano, sotto Tito, conquista la Palestina e dichiara decaduta la nazionalità giudaica. Inizio della prima diaspora.

135 d.c. In seguito alla rivolta ebraica di Bar Kobba contro l¡¯Impero, Adriano cambia nome alla Provincia di Giudea chiamandola Provincia Syria Palestina. Inizio della seconda diaspora: per molti secoli non si parlerà più di stato ebraico in Palestina.

Inizio del XIX secolo. La popolazione ebraica in Palestina si riduce a circa 10.000 unità. Ricomincia ad incrementarsi alla fine dell'Ottocento. Nasce il movimento nazionale sionista che auspica la creazione di un'entità politica ebraica in Palestina.

1918. Fine della prima guerra mondiale. La Società delle Nazioni pone la Palestina sotto il Mandato dell'Impero Britannico, sottraendolo all'Impero Ottomano. I britannici si fanno promotori della costituzione di una patria ebraica (national home) in Palestina. Aumenta il flusso migratorio degli ebrei nella regione.

1939. L'amministrazione britannica pone fortissime limitazioni all'immigrazione e alla vendita di terreni arabi agli ebrei. Respinge molte navi cariche di immigranti. I movimenti nazionali sionisti, anche con attentati terroristici contro arabi e britannici, intensificano le attività per la costituzione dello Stato di Israele.

1939 - 1945. Seconda guerra mondiale. Shoah.

1947. L' Assemblea delle Nazioni Unite, stabilisce la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo in Palestina, con la città di Gerusalemme sotto l'amministrazione diretta dell'ONU. La dichiarazione venne accolta con favore dagli ebrei, mentre gli Stati arabi propongono la creazione di uno Stato unico federato, con due governi. Tra il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948, si verificano aggressioni militari cruente da ambo le parti.

14 maggio del 1948. Viene dichiarata la nascita dello Stato di Israele. La creazione dello Stato di Palestina dovrà attendere il gennaio 2006. La guerra, che termina con la sconfitta araba nel maggio del 1949, crea quello che resterà la causa degli scontri successivi: circa 700mila profughi arabi.

5 luglio 1950. La promulgazione della cosiddetta Legge del Ritorno, da parte del governo israeliano, favorisce una nuova forte immigrazione ebrea in Palestina, che porta al raddoppio della popolazione di Israele.

1954. Nascono i gruppi di liberazione palestinese dei Fedayn, autori di centinaia di incursioni armate in territorio israeliano.

1956. L'Egitto blocca il Golfo di Aqaba e nazionalizza il Canale di Suez, impedendone il passaggio alle navi israeliane. Francia e Gran Bretagna, che ne avevano il controllo e che controllavano il pacchetto azionista della Compagnia del Canale, stringono accordi segreti con Israele per riprenderne il controllo. L'esercito israeliano attacca le forze egiziane e raggiunge il canale di Suez.

1959. l'URSS vieta l'emigrazione ai suoi cittadini di religione israelitica. Nello stesso anno nasce il gruppo armato palestinese al-Fath che, nel proprio statuto riporta: "qualunque trattativa che non si basi sul diritto di annientare Israele sar¨¤ considerata alla stregua di un tradimento".

Maggio 1964. Viene fondata l'OLP. Lo statuto proclama la necessità di distruggere Israele con la lotta armata.

22 maggio 1967. Il Presidente egiziano Jam¡l Abd al-Na¡sir dichiara che la questione per i paesi arabi non riguarda la chiusura del porto di Eilat, ma il totale annientamento dello Stato di Israele.

5 giugno 1967. Scoppia la Guerra dei sei giorni. Le forze armate israeliane iniziano le ostilità attaccando simultaneamente quelle egiziane, giordane e siriane e distruggendo a terra l'intera aviazione dei tre Paesi. In soli sei giorni di guerra, Israele occupa il Sinai e le alture del Golan, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza.

1° settembre 1967. La Lega Araba, riunita in Sudan, esprime i noti Tre Volte No: "No al riconoscimento di Israele, no al negoziato con Israele, no alla pace con Israele".

22 novembre 1967 Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU adotta la risoluzione n. 242 per ristabilire la pace nei Territori Occupati e per il ritorno ai confini antecedenti alla Guerra. In violazione alla risoluzione Israele annette Gerusalemme Est e proclama la città riunificata sua capitale.

1968. Iniziano gli attentati palestinesi al di fuori di Israele.

Settembre 1970. Il re di Giordania scatena una repressione militare, colpendo le organizzazioni palestinesi (soprattutto i fedayn) che progettavano il rovesciamento del suo governo. Nasce Settembre nero, il gruppo che nel 1972 rivendica l'uccisione di 11 atleti israeliani che dovevano partecipare alle Olimpiadi di Monaco.

6 ottobre 1973. Nel giorno dello Yom Kippur, gli eserciti di Siria ed Egitto, con l'appoggio di minime unità saudite, irachene, kuwaitiane, libiche, marocchine, algerine e giordane, attaccano i confini israeliani. L'esercito israeliano, colto di sopresa organizza in brevissimo tempo il contrattacco, supera le linee egiziane e ne accerchia la III Armata. Quando, l'11 novembre, l'esercito israeliano è a 100 chilometri in linea d'aria dal Cairo e a 30 da Damasco, i Paesi arabi accettano di cessare il fuoco.

Fine 1973. La conferenza di pace che si tiene a Ginevra, sotto l'egida dell' ONU, ed in forza della risoluzione n. 338 che invitava ad applicare la precedente risoluzione n. 242, viene aperta ed aggiornata sine die per il nuovo rifiuto dei rappresentanti arabi a trattare direttamente con quelli israeliani. Nel frattempo gli Stati arabi produttori di petrolio (OPAEC) dichiarano l'embargo verso i paesi che si dimostreranno troppo tiepidi nei confronti di Israele. La crisi economica che deriva dalla vertiginosa crescita dei prezzi del petrolio spinge numerose organizzazioni sovranazionali, tra cui la Comunità Economica Europea ad adottare mozioni contrarie alla politica di Israele e di condanna dell'ideologia del sionismo.

31 dicembre 1973. Gli attentati di alcune formazioni terroristiche palestinesi non cessano. Un'azione all'aeroporto di Fiumicino (Roma) provoca 31 morti.

1974. L'opera dell'allora Segretario di Stato statunitense, Henry Kissinger, porta al ritiro di Israele dai territori egiziani e siriani occupati durante la guerra del Kippur.

14 ottobre 1974. L'ONU attribuisce all'OLP lo status di rappresentante del popolo palestinese. L'OLP ribadisce la sua volontà di cancellare Israele, mentre lo Stato ebraico rifiuta di trattare con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e il suo leader Yasser Arafat.

22 novembre 1974. L'Assemblea Generale dell'ONU riconosce ai Palestinesi il diritto a far valere la sovranità "con ogni mezzo".

10 ottobre 1975. La risoluzione ONU n. 3379 equipara il sionismo al razzismo. Verrà ritirata nel 1991.

Novembre 1977. Il Presidente egiziano Sadat rompe 30 anni di ostilità: su invito del primo ministro israeliano, Menachem Begin, visita Gerusalemme. Sadat riconosce ad Israele il diritto di esistere come Stato. Iniziano i negoziati di pace tra Egitto e Israele.

Settembre 1978. Il Presidente statunitense Jimmy Carter invita Sadat e Begin a Camp David.

26 marzo 1979, Camp David. Viene firmato il trattato di pace Egitto-Israele.

Aprile 1982. Israele restituisce il Sinai all'Egitto.

6 giugno 1982. In risposta ad attacchi dell'OLP contro postazioni militari settentrionali israeliane, Israele invade il Libano. Si ritirerà entro una fascia di sicurezza di 10 miglia lungo il confine, all'interno del territorio libanese affidandolo alla sorveglianza dell'"Esercito del Sud-Libano" composto da maroniti libanesi fedeli ad Israele.

15 settembre 1982. L' Esercito del Sud-Libano massacra indisturbato la popolazione palestinese dei campi-profughi (in realtà quartieri di Beirut) di Sabra e Chatila. Un'inchiesta voluta dalla Corte Suprema israeliana inchioderà alle proprie responsabilità i comandanti militari locali e il Capo di Stato Maggiore, pur non potendo dimostrare la diretta responsabilità del ministro della Guerra, Ariel Sharon, lo costringe alle dimissioni dalla carica, attribuendogli immediatamente, però, un altro dicastero.

Agosto 1988. Il movimento integralista Hamas, originariamente finananziato da Israele in funzione anti OLP, dichiara la Jihad contro Israele, dando inizio a quella che sarà chiamata la prima Intifada.

27 agosto 1993, Oslo. Annuncio dell'accordo Israele-Olp su Gaza e Gerico.

13 Settembre 1993. Yasser Arafat, a nome del popolo palestinese, riconosce lo Stato di Israele e accetta il metodo del negoziato, rinunciando all'uso della violenza e impegnandosi a modificare in questo senso lo Statuto (Carta Nazionale Palestinese) dell'OLP. Il Primo Ministro israeliano Rabin, a nome di Israele, riconosce l'OLP come rappresentante del popolo palestinese.

13 settembre 1993. Dopo mesi di trattative, Rabin e Arafat firmano alla Casa Bianca, davanti al presidente USA Clinton, una Dichiarazione di Principi in cui si delinea il quadro per una soluzione graduale del conflitto. Dovrebbe essere questo il punto finale della Prima Intifada, ma lo stillicidio di attentati non si ferma.

30 settembre 1994. La Lega Araba pone fine all'embargo contro Israele e contro i paesi che fanno affari con essa.

26 ottobre 1994. Viene firmato l'accordo di pace tra Israele e Giordania.

1995. firma della seconda parte degli Accordi di Oslo, con la nascita dell' Autorità Nazionale Palestinese e della polizia palestinese.

4 novembre 1995. Viene assassinato da un estremista conservatore israeliano il primo ministro Itzhak Rabin. Ai suoi funerali prenderanno parte anche alcuni leaders dei paesi arabi. Il posto di primo ministro viene preso da Shimon Peres. Gli scontri e gli attentati continuano anche quando dalle elezioni Israeliane risulta vincente il Likud e viene eletto Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

1997. In attuazione degli accordi, Zahal si ritira dai territori palestinesi occupati. Il 95% della popolazione palestinese passa sotto il controllo dell'Autorità Nazionale Palestinese. Tuttavia, Netanyahu non rispetta gli accordi per quanto riguarda la politica di insediamento di coloni israeliani nei Territori Occupati e ciò favorisce il perdurare di uno stato di continua tensione.

1999. Viene eletto primo ministro di Israele il laburista Ehud Barak.

Maggio 2000. Le forze israeliane si ritirano dalla zona di sicurezza del Libano meridionale.

Luglio 2000. Nella residenza presidenziale di Camp David, con la mediazione del Presidente statunitense Bill Clinton, Barak ed Arafat si incontrano per far ulteriormente avanzare le trattative. Arafat, però, rifiuta l'accordo sul futuro status di Gerusalemme e sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi.

Settembre 2000. Il leader del partito di desta Likud, Ariel Sharon, in quel momento all'opposizione, compie una "passeggiata" pubblica e preannunciata, alla spianata delle moschee di Gerusalemme, massicciamente scortato da un migliaio di militari israeliani. La "passeggiata" viene vista come una provocazione e causa veementi proteste palestinesi. Sharon, infatti, proclama Gerusalemme Est territorio eternamente parte d'Israele, mentre di fatto da molti osservatori "neutrali" esso appare territorio illegalmente occupato. Le proteste vennero duramente represse e, durante la prima settimana, 61 Palestinesi furono uccisi e 2.657 sono feriti. Inizia quella che verrà chiamata la Seconda iIntifada.

Marzo 2001. Alle dimissioni del Primo Ministro Barak seguono elezioni che portano a capo del gooverno Ariel Sharon.

Dicembre 2001. A seguito di un'ondata di attentati palestinesi, Sharon dichiara di non voler più sostenere alcuna trattativa con Yasser Arafat, essendo ormai quest'ultimo non più in grado di esercitare alcun controllo.

12 marzo 2002. Con 14 voti su 15, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione, la S/RES/1937 (2002), con la quale viene riconosciuto che "due Stati, Israele e Palestina vivono fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti".

16 Giugno 2002. Israele inizia la costruzione del muro di separazione dalla Cisgiordania. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite chiede che Israele interrompa e demolisca il muro costruito nei Territori Occupati Palestinesi, Gerusalemme est compresa, (Risoluzione A/ES-10/L.15; A/RES/ES-10/13 del 21 Ottobre 2003). Il muro, lungo 750 Km e alto 8 metri, viene ultimato nel novembre 2003.

11 novembre 2004. Il presidente palestinese Yasser Arafat muore in Francia.

9 gennaio 2005. Le elezioni presidenziali in Palestina, portano alla carica Abdù Mazen che dichiara:°Tendiamo la mano ai nostri vicini, e speriamo che la risposta sarà positiva".

25 gennaio 2006. Alle elezioni politiche palestinesi vince il partito radicale islamico Hamas, presentandosi per la prima volta, con una maggioranza di 76 seggi su un totale di 132. Il ministro degli esteri italiano, Fini, dichiara: "Si aprono scenari inquietanti".


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Il resto è cronaca di questi giorni. In seguito a scaramucce di confine fra Hezbollah libanesi e soldati israeliani, vengono uccisi sette soldati ebrei e fatti alcuni prigionieri. Accusando gli Hezbollah di aver sequestrato i tre soldati sul suo territorio, Israele considera il fatto come atto di guerra e invade militarmente il sud del Libano. Nella sua controffensiva uccide due civili e abbatte sette ponti. A Gaza, dove si trovavano membri di Hamas viene bombardata una palazzina: restano uccisi 23 palestinesi. Gli Hezbollah colpiscono postazioni dell'esercito israeliano vicino alle fattorie di Sheeba. Gli aerei israeliani bombardano gli avamposti degli Hezbollah nel sud. Israele richiama in servizio una divisione di riservisti. Bombardamenti a sud di Beirut.