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I talebani avanzano

di Enrico Piovesana - 19/07/2006

I talebani conquistano il sud di Helmand e resistono nel nord. Civili in fuga dalle bombe Usa
I talebani hanno conquistato i distretti di Garamser e Nawa-i-Barakzayi, nel sud della provincia di Helmand, arrivando così a soli 20 chilometri dal capoluogo, Lashkargah, dove si trova il quartier generale delle forze Nato-Isaf britanniche. Le locali forze di sicurezza afgane sono fuggite davanti all’avanzata dei combattenti del mullah Omar, che hanno quindi preso il controllo di uffici governativi e caserme senza colpo ferire.
 
TalebaniI talebani conquistano il sud. La notizia, inizialmente smentita dal governo di Kabul, è stata confermata dai comandi militari Usa. “E’ vero, i talebani hanno conquistato i due distretti – ha dichiarato nella serata di ieri il colonnello Thomas Collins – ma li teniamo sotto tiro e molto presto lanceremo un’operazione decisiva per riprendere il controllo della zona”. In mattinata, le forze afgane hanno dichiarato di aver già ricoquistato i due distretti. Ma i talebani hanno smentito la notizia.
Temendo i bombardamenti Usa, centinaia di civili hanno lasciato i villaggi lungo le rive del fiume Helmand, che attraversa il deserto del Registan, dirigendosi a nord verso Lashkargah.
Anche tutte le Ong internazionali che ancora operavano nella provincia di Helmand hanno evacuato la zona. Tutte tranne l’organizzazione italiana Emergency, che a Lashkargah ha un ospedale dove – come riferiscono fonti locali dell'Ong – sono già arrivati molti feriti in combattimenti tra talebani e forze della Coalizione che si sono verificati a Chanjeer, circa 12 chilometri dalla città.
I talebani controllano quindi ormai tutta la provincia di Helmand, tranne il capoluogo ancora sotto controllo delle forze afgane e britanniche, ma ora circondato sia da nord che da sud.
E’ infatti fallita la massiccia offensiva aerea e terrestre lanciata nel fine settimana dalle forze Nato-Isaf britanniche nei distretti settentrionali della provincia per neutralizzare quelle che erano considerate la roccaforte settentrionali dei talebani.  
 
Truppe Gb a LashkargahE resistono nel nord. Nella valle di Sangin, circa 70 chilometri a nord di Lashkargah, cento soldati britannici erano da due settimane barricati in una caserma della polizia sotto attacco dei talebani. Avevano finito i viveri e le munizioni, e subito diverse perdite e molti feriti. Dopo diversi tentativi di organizzare dei ponti aerei, sabato mattina all’alba centinaia di truppe Usa hanno chiuso l’accesso settentrionale alla valle e altre centinaia di truppe Canadesi quello meridionale. Poi sono entrati in azione gli elicotteri Usa Apache, che hanno bombardato l’area per coprire il lancio di 300 paracadutisti britannici trasportati da elicotteri Chinook. Altrettanti, secondo gli informatori locali, dovevano essere i talebani da sorprendere con questo attacco a sorpresa. Ne hanno trovati, e uccisi, una decina in tutto. Gli altri erano tutti fuggiti tra le montagne durante la notte.
Situazione analoga nel vicino distretto di Naw Zad, dove le truppe britanniche continuano ad essere attaccate in forza dai talebani nonostante i continui bombardamenti aerei effettuati sui loro nascondigli. Giovedì mattina gli inglesi, caduti in un agguato talebano, hanno chiamato l’aviaizone Usa che è intervenuta con elicotteri Apache e bombardieri B-1, che hanno sganciato bombe da 250 chili sui villaggi della zona, uccidendo almeno 50 civili e centrando anche una scuola appena ricostruita dove, dicono, i talebani si erano appostati per sparare granate. E domenica, sempre a Naw Zad, per lo stesso motivo è stato bombardato anche l’ospedale locale.
 
Bombardiere Usa B-1Morire di fame o morire sotto le bombe Usa. Solo lunedì scorso, altri sessanta civili erano rimasti uccisi dalle bombe dei B-1 e dai missili degli Apache nei villaggi attorno a Tarin-Kot, nella vicina provincia di Uruzgan, altra regione da tempo sotto controllo dei talebani.
Queste stragi di civili non fanno che aumentare il risentimento popolare verso le truppe d’occupazione straniere e la simpatia verso la resistenza talebana, che ora offre un salario di 400 dollari al mese ai giovani dei poverissimi villaggi pashtun che si arruolano per combattere gli stranieri. Pochi mesi fa il salario offerto era di 100 dollari al mese. Non stupisce che le file talebane siano sempre più consistenti. Tanto più ora che – come ha denunciato ieri l’ufficio Onu di Kabul – la siccità, e la guerra, ha messo in ginocchio l’agricoltura in tutto il sud arido del paese dove milioni di persone sono a rischio carestia. Morire di fame o morire sotto le bombe Usa: queste sono le prospettive per gli abitanti dell’Afghanistan meridionale.