Lotta ai "Bankster" o bomba sotto l'America?
di Valentin Katasanov - 24/11/2012
Dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, ci sono stati “continui e fastidiosi” attacchi al sistema bancario Americano. Tutto è iniziato con l’azione legale del miliardario Michael Bloomberg contro il Sistema Federal Reserve, chiedendo la pubblicazione delle informazioni su quanti crediti concedeva la Federal Reserve e a chi. Poi si scatenò una vera e propria tempesta nel Congresso statunitense, quando i “rappresentanti del popolo”, improvvisamente imbaldanziti, chiesero delle limitazioni ai poteri della Federal Reserve. E alcuni di loro (come Ron Paul) da tempo chiedevano la totale soppressione dell’istituzione. L’America non viveva una cosa del genere da quasi un secolo, dalla creazione della stessa Reserve nel Dicembre del 1913. Persino il Presidente Obama si è permesso a volte di essere piuttosto critico nei suoi discorsi alle banche. Infine, l’anno scorso, in diverse città americane, sono spuntati come funghi gruppi di protesta sotto il nome di “Occupiamo Wall Street”. Evento informativo su CNBC 25/10/2012 E quest’anno, a fine Ottobre, ha preso il via una nuova e sonora campagna di sensibilizzazione sul tema “banche”. Il 25 Ottobre, un’importante agenzia di stampa, la CNBC, ha attratto l’attenzione di tutti i canali d’informazione mondiali sul tema del riciclaggio di denaro e del racket nella storia Americana, attività legali che rendono ai “banksters” (un neologismo nato dalla fusione dei termini “banker” e “gangster”) e ai loro “soci” quasi 43 miliardi di dollari l’anno. La denuncia conteneva accuse di coinvolgimento di alti funzionari del governo americano e del sistema finanziario. Considerando che l’amministrazione Obama non ha svolto indagini ufficiali su alcuno di questi “bankster”, continuando tranquillamente a farsi prestare da loro denaro per la campagna elettorale, il gruppo di proprietari d’immobili che avevano sporto la prima denuncia, fu costretto a includere tra le accuse anche attività di racket, riciclaggio di denaro e violazioni delle Sanzioni all’Iran da parte di banche nazionali, comprendendo tra gli accusati anche i “bankster”. L’elenco degli accusati: Procuratore Generale Eric Holder, Vice Procuratore Generale Tony West, un ex-governatore del New Jersey Jon Corzine, un ex ministro delle finanze e “bankster” Robert Rubin, il Segretario del Tesoro Timothy Geithner, Vikram Pandit (dimessosi da poco dalla carica di CEO della sfortunata Citigroup), una consigliera veterana della Casa Bianca Valerie Jarrett, un ex-direttore della comunicazione dell’amministrazione Obama, Anita Dunn, il marito di Anita Dunn e Primo Consulente della campagna elettorale di Obama, Robert Bauer e numerosi altri “bankster”, loro affiliati e fiduciari. La petizione collettiva è stata predisposta dallo studio legale SPIRE LAW GROUP, LLP. Dal momento che quest’ informazione ha iniziato a diffondersi, si sono verificati eventi alquanto sospetti. Dopo poche ore, la pagina internet che ospitava la notizia è stata oscurata, e il vice presidente della CNBC, Kevin Krim, ricevette la notizia che i suoi figli erano stati uccisi in circostanze sospette. Questa notizia della CNBC e l’uccisione dei figli di Kevin Krim sono diventate le notizie principali del mese d’ottobre in America. Stranamente, non c’e’ stato un seguito a tali notizie, che sono scomparse dalle prime pagine nel giro di 2-3 giorni. Poi, silenzio totale. La petizione dello SPIRE LAW GROUP: possibili motivazioni e obiettivi Vale la pena tentare di capire I motivi e gli obiettivi alla base della petizione presentata. Nel dare il via ad un’azione collettiva, lo studio legale SPIRE LAW GROUP, LLP, ha posto come basi i seguenti scopi e obiettivi: 1 Un’azione d’immagine da parte dello studio legale per dare un impulso al proprio nome sul mercato; 2 L’organizzazione di una protesta generale contro le attività criminali del sistema bancario americano e alcuni politici e funzionari del governo che lavorano in combutta con le banche; 3 Influenzare positivamente il corso e i risultati dell’elezione presidenziale statunitense. 4 Raccolta di denaro da parte di clienti facilmente abbindolabili 5 Una possibile combinazione tra tutti questi obiettivi. Se la versione corretta è il punto 1 e il punto 4, chi dà inizio all’azione legale è un gruppo di legali rappresentanti della società. Se la versione giusta sono il punto 2 e il punto 3, allora l’azione legale è stata ordinata da soggetti o organizzazioni esterne. Consideriamo alcuni dettagli della storia. 1. Il Vice Presidente della CNBC, a cui hanno ucciso i figli, non è un responsabile delle decisioni sull’inserimento o la rimozione del materiale informativo. E’ responsabile di questioni tecniche (tecnologie informatiche). 2. Prima del 2012, lo studio legale SPIRE LAW GROUP, LLP era poco conosciuto negli Stati Uniti. Persino oggi sappiamo ben poco di loro. Fino all’Aprile del 2012 la società aveva un altro nome: Mitchell J.Stein & Associates LLP. Se rovistate tra i documenti ufficiali di Mitchell J.Stein & Associates LLP, verrà fuori che per oltre 150 anni (secondo altre fonti gli anni sono 200), lo studio è stato al servizo del sistema bancario e finanziario Americano. Nel 2011, la società mostrava sul proprio sito internet di vantare rapporti con 350 banche ed istituzioni finanziarie. Lo studio legale era piuttosto “chiuso” e non lavorava con la “gente”. Ma dopo la crisi finanziaria del 2008-2009 c’e’ stata una totale inversione di tendenza nell’atteggiamento dello studio, orientandosi verso la “gente comune”, i contribuenti e i clienti ordinari delle banche. 3. L’azione legale collettiva (class action) intrapresa da SPIRE LAW GROUP è visibile a tutti su internet. Il capo d’accusa consiste di diverse centinaia di pagine. Anche se non sono un avvocato, posso facilmente capire che non si tratta di un documento di natura legale, ma piuttosto di un documento politico. Dando una rapida occhiata alla petizione, si ha subito l’impressione di un documento poco curato e arrangiato, E’ difficile credere che sia stato redatto da uno studio legale che vanta, sul proprio sito, due secoli di esperienza di pratica giudiziaria. Riciclaggio di denaro Le rivendicazioni vengono ripetute in varie forme, ma l’idea centrale resta la stessa: “Il denaro dei clienti delle banche americane versato per ipoteche finisce all’estero in conti di società offshore creati da banche americane, e lì viene “riciclato”. Ma, nella realtà, le cose sono ben diverse. Il denaro liquido proveniente dal traffico di stupefacenti gestito dalle organizzazioni mafiose del pianeta, viene depositato in conti delle Banche Americane, nel senso che il sistema bancario statunitense è esso stesso il più grande centro di riciclaggio di denaro “sporco” del mondo. Le banche statunitensi accumulano questo denaro “sporco” attraverso una rete di filiali e affiliate operanti in diverse parti del mondo. Secondo il Dipartimento Droghe e Crimine Organizzato dell’ONU, durante la recente crisi finanziaria, la mafia collegata al traffico degli stupefacenti ha piazzato nei conti bancari quasi 400 miliardi di dollari americani di denaro scomodo. Ogni banchiere sa bene che un dollaro di liquidi messo su deposito permette alla banca di creare dal niente qualche dollaro “non liquido” di prestiti. Quindi le ipoteche che le banche americane concedevano generosamente nell’ultimo decennio, hanno generato dollari nuovi e “puliti”, riciclando il denaro “sporco” proveniente dai traffici di droga internazionali. Il denaro che le banche americane raccoglievano dai beneficiari dei prestiti ipotecari (oneri iniziali, pagamenti di interessi, rimborso di capitali) non sono che briciole in confronto alle centinaia di miliardi di denaro “nuovo”prodotto dalle banche. Inoltre, questi fondi all’inizio erano “puliti”. Non era necessario “riciclarli”. Uno studio legale con una certa esperienza in campo bancario conosce bene questa realtà. Il più grande scandalo di “riciclaggio” nella storia Americana è quello legato alla Banca HSBC. Si tratta di una banca che non appartiene al Gruppo di Wall Street: è Europea. E’ difatti sotto il controllo dei Rothschilds. Le ultime notizie dicono che il Governo Americano e la Banca HSBC hanno deciso di risolvere “amichevolmente” i loro problemi. La Banca ha pagato al Tesoro Americano $ 1.5 billion di multa per le sue operazioni di denaro “sporco”. Ma questa è solo una goccia nell’oceano in confronto ai miliardi e ai trilioni di transazioni di denaro “sporco” che le stesse banche americane effettuano fuori degli Stati Uniti, attraverso l’offshore. Quanto denaro c’è offshore? Per quanto riguarda le cifre della petizione, appaiono completamente sballate. La rivendicazione parla di 43 miliardi di dollari. Confrontiamoli con altre cifre dell’economia americana (in trilioni di dollari con valuta odierna): GDP (PIL) (annualizzato) 15.0; Debito Nazionale 16.1; Arretrati su prestiti ipotecari 13.1; Bilancio di spesa federale 3.5; Liquidi in circolazione 2.6; Denaro totale (liquidi + denaro bancario) 10.0. Quindi, lo studio legale che rappresenta gli interessi di chi ha contratto prestiti ipotecari, sta rivendicando dalle banche più di tre volte il debito totale di quei milioni di clienti che hanno ricevuto le ipoteche. Inoltre, rappresenta non più di mille intestatari di prestiti ipotecari. Il debito totale di questo gruppo di persone non può essere calcolato in trilioni, ma solo in centinaia di milioni di dollari. Lo studio legale SPIRE LAW GROUP spiega che con questa specifica azione legale sta tentando di restituire tutto il denaro dei clienti delle banche americane e dei contribuenti che è stato mandato offshore dalle stesse banche. In effetti, le banche americane hanno spostato offshore parecchio denaro dell’economia americana. Primo, per non pagare le tasse; secondo, per fornire questi servizi ai loro clienti danarosi. E quanto denaro è stato accumulato in zone offshore in tutto il mondo? Nell’estate del 2012 fu pubblicata un’autorevole valutazione da parte della NGO Tax Justice Network (Rete Non Governativa di Giustizia Fiscale), dedicata all’esportazione illegale di capitali offshore. Secondo i suoi dati, ci sono per lo meno 21 trilioni di dollari statunitensi (per un massimo di 32 trilioni) accumulati in situazioni offshore. Evidentemente, anche la stima massima della TJNetwork pare molto al di sotto delle cifre contenute nella petizione dello studio legale SPIRE LAW GROUP. I fondi offshore sono gestiti da persone giuridiche e persone fisiche, e non solo statunitensi, ma anche di altri paesi. Inoltre, per le società americane, ultimamente è diventato molto più difficile riuscire a muovere capitali offshore di quanto non lo sia per società di altri paesi. Le cifre astronomiche contenute nella petizione mostrano solo che gli autori del documento non si preoccupano più di tanto della matematica logica ed elementare. Pare che tali cifre esorbitanti servano ad influenzare e muovere le emozioni di un pubblico più vasto. Non è un’azione legale: è una bomba politica. Allora, cosa c’e’ dietro gli eventi del 25 Ottobre 2012? Oggi in America avvengono ogni anno centinaia di migliaia di cosiddette “confische ipotecarie”. Di conseguenza, milioni di americani sono per strada. La gente sta cercando un modo per combattere la mattanza delle banche. Ogni giorno, e sempre più spesso, vengono ntraprese da vari studi legali azioni sia individuali sia collettive. Secondo dei dati pubblicati nello scorso Settembre di quest’anno dal Financial Times, il numero stimato di parti civili in questioni di prestiti ipotecari potrebbe arrivare a 100.000 e le banche rischiano di dover pagare risarcimenti per azioni eccessivamente aggressive avvenute nel periodo 1° Gennaio 2009 e 31 Dicembre 2012. Tra le banche che dovranno pagare tali risarcimenti, ci potranno essere anche giganti della finanza quali la Banca d’America, JP Morgan Chase, Citibank, HSBC, MetLife Bank, PNC Mortgage e la Wells Fargo. Le banche potrebbero vedersi costrette a pagare ad ogni ricorrente da 500 a 125.000 dollari per ogni errore commesso. E forse anche restituire la proprietà dell’immobile espropriato. Sullo sfondo di una classica disputa legale, questo documento predisposto dalla SPIRE LAW GROUP, sembra più una dichiarazione politica che mira ad una vasta diffusione e promozione attraverso i canali d’informazione. E’ molto improbabile che i tribunali americani prendano sul serio quest’azione legale. L’agenzia d’informazione CNBC stava per fare il primo “lancio”, ed altri canali avrebbero presto seguito l’esempio unendosi alla “lotta”. Ma qualcosa e’ andato storto all’ultimo momento, l’articolo della CNBC è stato rimosso dal sito internet e l’attacco neutralizzato. Probabilmente e’ il risultato di un ennesimo compromesso tra i grandi gruppi dell’elite mondiale concluso all’ultimo momento (o, al contrario, al primo momento della “guerra”). Gli eventi che ruotano intorno all’azione legale della SPIRE LAW GROUP sono una strana combinazione tra la manifestazione dei processi obiettivi nella società americana e gli sforzi soggettivi dell’elite globale di “correre” per i propri interessi: è il termometro della protesta in America. Negli Stati Uniti, si sta accumulando una massa critica di energia di protesta contro l’avidità delle banche di Wall Street, contro i “fantocci” della Casa Bianca e la corruzione nel governo, contro la corruzione nei partiti repubblicano e democratico e contro il disumano sistema capitalistico mondiale nel suo insieme. Da notare anche i tentativi dell’elite mondiale di controllare il potere della protesta popolare e convogliarla nella “giusta” direzione. L’azione legale della Law Group in qualche modo mi ricorda quello che è iniziato in America nel 2011, un movimento piuttosto confuso dal nome di “Occupiamo Wall Street”. Questo movimento, secondo fonti informate, è sponsorizzato e sostenuto dal ben noto politico e speculatore finanziario, nonché agente di Rothschild, George Soros. Ufficialmente, il movimento “Occupiamo Wall Street”, era di natura anti-capitalistica, ma nei fatti un indebolimento degli Stati Uniti in quanto paese causerebbe un cambiamento nell’equilibrio dei poteri del mondo a favore dei Rothschild e un indebolimento dei Rockefeller. La denuncia della SPIRE LAW GROUP è stato ideata per tutti quei milioni di americani strozzati dai debiti ipotecari e con un disperato bisogno di denunciare la loro situazione. Un’azione del genere racchiude in sé molto più potere di quelle centinaia o migliaia di membri disperati del movimento “Occupiamo Wall Street”. Valentin Katasonov Fonte: www.strategic-culture.org Link: http://www.strategic-culture.org/news/2012/11/19/the-fight-against-banksters-or-a-bomb-under-america.html 19.11.2012 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63 |