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27 gennaio, per ricordare l’invenzione del genocidio

di Miguel Martinez - 28/01/2013

Fonte: kelebeklerblog

27 gennaio, 1825. Il presidente degli Stati Uniti, James Monroe, grande proprietario di schiavi [1] – lo stesso che aveva affermato il dominio della nascente Repubblica sull’intero continente con la sua famosa “dottrina” – invia al Senato degli Stati Uniti il piano elaborato dal Segretario di Guerra (all’epoca si parlava più chiaro), John Caldwell Calhoun, il fondatore della macchina militare degli Stati Uniti.

Calhoun, appena un anno prima, aveva istituito il Bureau of Indian Affairs, non a caso nato come dipartimento della Segreteria di Guerra.

Uomo assai capace, Calhoun aveva preparato in poco tempo un piano senza precedenti – ma con molti illustri successori – nella storia umana, che prevedeva la deportazione di tutte le popolazioni autoctone a ovest del fiume Mississippi.

Qualche decennio dopo, anche le vaste praterie si sarebbero rivelate indispensabili, grazie prima al treno e poi ai sistemi di refrigerazione che permettevano di conservare la carne dei grandi allevamenti industriali – ma nel 1825 l’ovest sembrava ancora il nulla.

Un censimento di geometrica efficacia aveva stabilito l’esistenza di 129.266 nativi che privavano la grande macchina nascente di 77.402.318 acri.

Chi ha memoria, ricordi l’invenzione del genocidio.

Nota:

[1] I suoi schiavi cospirarono un giorno per rapirlo, ma non riuscirono a mettere in atto i loro piani. Trentacinque di loro furono impiccati, ma James Monroe, da buon uomo d’affari, ne salvò diversi dall’impiccagione, preferendo venderli.