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Uzbekistan horror tour

di Altra Informazione - 21/07/2006

Turismo macabro del governo italiano


La realtà delle continue violazioni dei diritti umani e dell'uso sistematico del terrore di stato in Uzbkistan, è da tempo conosciuta e denunciata a livello internazionale.

Una realtà fatta di torture, stragi, esecuzioni segrete, scomparse e complicità diretta nel sistema di voli fantasma e del connesso appalto di detenzioni illegali gestito dalla Cia.

Nell'Uzbekistan, nel nome della guerra al terrorismo e nel più completo silenzio informativo, il regime autoritario post-sovietico di Islam Karimov, con la copertura degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, definendo "terroristi islamici" i suoi nemici interni pratica una politica di vero annientamento contro ogni opposizione.

Emblematici i massacri avvenuti nel maggio dello scorso anno, quando i mezzi blindati dell'esercito e le cosiddette forze di sicurezza hanno aperto il fuoco con le mitragliatrici sulla folla disarmata che chiedeva pensioni e salari più dignitosi, provocando centinaia di vittime poi sepolte in fosse comuni. 

Nigara Khidoyatova, a capo del partito dei Liberi contadini ebbe a dichiarare che le truppe governative avevano ucciso negli scontri 745 dimostranti di cui 542 morte ad Andijan e 203 a Pakhtabad nella valle di Fergana.

Le autorità uzbeche hanno persino celato i nomi delle persone uccise e alcune famiglie non hanno avuto più notizie sulla sorte dei congiunti "scomparsi", mentre il presidente-boia negando persino l'evidenza ha impedito l'apertura di un'inchiesta internazionale indipendente.

Rapporti sia di Human Rights Watch che di Amnesty International hanno più volte denunciato che la dittatura uzbeca per impedire la circolazione all'esterno di versioni difformi da quella ufficiale, ha fatto arrestare migliaia di persone, mentre i testimoni sono stati minacciati per impedire loro di raccontare cosa avevano visto, importanti documenti sono stati distrutti, è stato vietato l'accesso alla città ai giornalisti, nonché ai difensori e agli organismi internazionali per i diritti umani; sono stati persino bloccati i siti Internet del paese e quelli legati all'opposizione uzbeca in esilio. Giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani ed esponenti dell'opposizione politica sono stati intimiditi e arrestati.

Tali violazioni godono peraltro della connivenza degli Stati vicini; compreso il Kirghizistan da poco liberatosi dal suo regime. Gli uzbechi che sono riusciti a fuggire oltre la frontiera, infatti, sono stati raccolti in campi d'internamento nella provincia di Jalal Abad, gestiti dai servizi segreti del Kirghizistan.

Eppure, nonostante questo contesto, il governo italiano ha avviato, tramite il Ministero degli Affari, esteri un progetto per lo "Sviluppo dell'interscambio turistico tra Italia e Uzbekistan – SITIU" in collaborazione col Ministero del Turismo dell'Uzbekistan, sulla base anche di un piano di marketing turistico elaborato fin dal 1997 congiuntamente dall'Onu e dal Wto, "con l'intento di diffondere la conoscenza del patrimonio artistico e monumentale dell'Uzbekistan nel nostro paese e incrementare gli scambi turistici con l'Italia".

Dopo una brevissima pausa di pochi mesi, suggerita dall'Ambasciata italiana a Tashkent a seguito degli eccidi avvenuti nella valle di Fergana, dallo scorso settembre la cooperazione è ripresa allegramente.

Nell'ambito del piano di marketing sono state individuate come prioritarie la creazione di un sistema per incentivare le visite dei giornalisti esteri (press tour); il coordinamento con agenzie di viaggio e tour operator, nonché la partecipazione a fiere turistiche in Italia come la BIT di Milano e la TTG Incoming di Rimini.

All'interno di questo progetto promozionale dell'interscambio turistico si sono svolte nello scorso anno tre conferenze, a Venezia, Tashkent e Bukhara, a cui hanno partecipato vari enti culturali, tra i quali la rivista "Acque e Terre" (nel cui comitato di redazione troviamo pure il noto Gianni Baget Bozzo) e numerosi operatori economici interessati (Sitara International, il gruppo Domina, Lombard Gate, Sheraton, Alitour, Le Meridian…).

Sarà interessante vedere l'orientamento del nuovo governo di centro-sinistra in merito: infatti, non solo appare incredibile che un governo formalmente democratico mantenga rapporti diplomatici con un simile regime, ma il fatto che sia questo stesso governo a farsi promotore del turismo in questo paese dimostra una volta di più come l'orrore sia ormai parte integrante della democrazia liberale.