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Le agenzie di stampa occidentali vittime consenzienti della censura militare israeliana

di Reseau Voltaire - 22/07/2006



Su richiesta del colonnello Sima Vaknin-Gil, capo della censura militare israeliana, la stampa occidentale ha accettato di diffondere una versione tronca degli avvenimenti accaduti in questi giorni nel Vicino Oriente.

Ecco i fatti : Hezbollah da molti anni esige la liberazione di prigionieri detenuti da Israele, come Samir el Kantar, incarcerato dal 1978, Nassim Nisr e Yahia Skaff che è in carcere dal 1982. In numerose occasioni, aveva fatto sapere che non avrebbe mancato di fare a sua volta prigionieri dei soldati israeliani – se questi si fossero introdotti in Libano – e che li avrebbe utilizzati come moneta di scambio. Deliberatamente, Zahal ha inviato un commando nell’entroterra libanese, ad Aïta al Chaab. Esso è stato attaccato da Hezbollah, che ha fato due prigionieri. Israele ha allora finto di essere stato aggredito e ha attaccato il Libano. Hezbollah, che si preparava a fronteggiare un’aggressione israeliana, che tutti sapevano imminente dopo il ritiro siriano, ha lanciato su Israele dei missili di media portata.

In termini di diritto internazionale, Zahal ha violato la sovranità territoriale del Libano (ma p abituato a farlo per via marittima ed aerea). Allora Hezbollah si è fatto giustizia da sé al posto di uno Stato libanese che non è mai stato completamente ricostituito dopo la guerra civile e l’occupazione israeliana.

Su ingiunzione della censura militare israeliana, le agenzie di stampa e i media che hanno giornalisti accreditati in Israele hanno rinunciato ad informare i loro lettori del luogo in cui i soldati israeliani sono stati fatti prigionieri. Pertanto, essi non hanno mentito, ma sono stati reticenti.
La maggior parte dei giornalisti usa il termine « rapimento » per designare la cattura dei soldati israeliani. In questo modo si assicura di voler sottolineare che Hezbollah non è un esercito regolare. Tuttavia, anche gli ufficiali israeliani impiegano la parola « rapimento », ma per significare il diritto che essi si arrogano di penetrare in territorio libanese. Evitando accuratamente il chiarimento, i media occidentali avvalorano un discorso di propaganda.

Presi da questa logica, i nostri colleghi hanno pure accettato di non rendere conto degli attacchi di Hamas e di Hezbollah contro bersagli militari israeliano. Ne segue che il pubblico occidentale non è informato che dei danni collaterali in Israele e delle vittime civili, mentre segue le distruzioni strategiche nel Libano. Tutto ciò dà l’impressione che gli « Arabi » siano tanto crudeli (uccidono dei civili) quanto incapaci (non arrivato a colpire bersagli militari) e che il destino della guerra sia noto fin dall’inizio.

Da parte nostra, noi rifiutiamo di allinearci sui portavoce di Zahal. Di conseguenza, la censura militare israeliana ha revocato l’accreditamento del nostro inviato speciale nel Vicino Oriente, Silvia Cattori, e le ha proibito di spostarsi nel paese e di incontrare diversi testimoni degli avvenimenti. Il Réseau Voltaire continuerà tuttavia il suo lavoro, grazie ai numerosi contatti di cui dispone sul posto.

13 luglio 2006
Fonte: Reseau Voltaire
Visto su:
www.eurasia.org