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Iran: la "liberazione" dell'Arabistan

di Gilles Munier - 25/07/2006

Fonte: Daniele Scalea

 
 
Non appena la ditta di consulenza statunitense Hicks and Associates presentò il suo rapporto confidenziale al Corpo dei Marines (1), la stampa occidentale ha piazzato in prima pagina notizie di attacchi o combattimenti in Arabistan, Azerbaigian, Kurdistan e Belucistan. Nel contempo, l'esistenza di cristiani, zoroastriani e giudei in Iran è stata descritta come fosse in pericolo. La sorte riservata ai bahai è ancora una volta denunciata.
Giacché i Persiani rappresentano solo il 50% della popolazione complessiva dell'Iran, gli Stati Uniti non vedono l'ora di spalleggiare qualsiasi movimento autonomista, indipendentista o religioso che possa destabilizzare l'Iran. Un'aggressione militare per rovesciare il regime islamista è troppo rischiosa, o pressoché impossibile. I neo-conservatori statunitensi e israeliani scommettono su sanzioni economiche, bombardamento dei centri di ricerca nucleare e congelamento finanziario... per "liberare" l'Arabistan, che gode dell'80% di tutte le riserve di gas e petrolio dell'Iran.
L'Arabistan - o regione di Al Ahvaz - è anche nota col nome di "Khuzestan" - la Terra delle Torri - sin dal 1925, quando fu "persianizzata" dallo scià Reza Palavi. E' situata nell'estremo lembo sud-occidentale dell'Iran, tra il Golfo Persico, lo Shatt al-Arab, le montagne del Kurdistan iraniano e i monti Bakhtiar della catena dei Zagros. La sua popolazione è composta per lo più da arabi sciiti discendenti da tribù originarie della Penisola Arabica, stanziatisi nell'era accade o dopo la presa della Persia da parte dei Musulmani.
Suk al-Ahwaz
Nell'Antichità, l'Arabistan era parte dell'Elam ed equivaleva più o meno all'ex Susiana. Le rovine di Susa si trovano trenta chilometri a sud di Dezful. In quanto potente reame, l'Elam conquistò la Mesopotamia, cioè Babilonia, e il Regno Mari in Siria. Hammurabi lo cacciò da là, e l'Elam rovinò intorno al 613 a.C., allorché Assurbanipal conquistò Susa e l'annesse all'Impero Assiro. Seguirono i Caldei, i Seleucidi e i Parti, prima che fosse fagocitato dall'Impero Persiano achemenide (550-331 a.C.), poi sassanide (226-652 d.C.).
In Iraq, dopo la sconfitta dei Persiani contro le armate musulmane di Saad ben abi Waqass, nella rinomata battaglia di Qadissiyah, Abu Mussa al-Ashari fece il suo ingresso a Hormuzd Ardashir, un porto sul fiume Karun, e lo ribattezzò Suk al-Ahwaz. Gli abitanti arabi affini alle tribù di Basrah si convertirono all'Islam.
L'Arabistan appartenne agl'imperi omayyade e abbaside, e rimase più o meno indipendente dagli Scià safavidi, in particolare all'epoca dell'Emirato arabo di Musha'sha, la cui capitale era Huvayisa, nella parte settentrionale della regione.
L'Emirato di Muhammara
Dal XVII secolo in avanti, tribù arabe provenienti dal deserto del Najd in Arabia Saudita (in particolare la tribù Banu Ka'b) affluirono nell'Arabistan, a sud-est del fiume Karun. Lo sceicco Salman, capo dei Banu Ka'b, conquistò gradualmente terreno sui suoi vicini di Basrah, al punto di divenire un pericolo. La flotta in suo possesso era tanto potente che il Pascià ottomano di Baghdad chiamò in soccorso la West India Company [Compagnia delle Indie Orientali, NdT]. Non solo essa fu incapace di schiacciarlo, ma lo sceicco Salman riuscì a catturare due navi e si rifiutò di restituirle (2).
Nel 1812 lo sceicco Yussuf ben Mardaw, capo d'uno dei clan componenti la tribù Banu Ka'b, eresse il porto di Muhammara (il Rosso) sulla bocca del fiume Karun, a 120 chilometri da Suk al-Ahwaz. Il benessere della città solleticò l'avidità dei Persiani, e poi degli Ottomani, che la dominarono per un breve periodo. Il Governatorato dell'India, che stava seguendo con attenzione la situazione del Golfo, decise d'integrare l'Arabistan nella sua zona d'influenza.
Quando Ottomani e Persiani s'affrontarono per il possesso di Muhammara, gl'Inglesi e la Russia zarista agirono da mediatori. Nel 1847 il II Trattato di Erzum consegnava arbitrariamente il porto e l'isola di al-Kodr, attuale Abadan, alla Persia. Lo sceicco Hajj Jaber, allora al potere, non riconobbe mai il trattato e rifiutò di piegarsi davanti allo Scià di Persia.
Dopo la sua morte nel 1881, la Gran Bretagna esercitò pressioni su suo figlio, lo sceicco Maz'al, affinché autorizzasse la navigazione del fiume Karun da parte d'una compagnia britannica. Nel 1890 un consolato britannico apriva a Muhammara, non ostante l'odio nutrito dalla sceicco Maz'al nei confronti degl'Inglesi. Si vociferò che il Governatorato dell'India non fosse estraneo al suo assassinio da parte del fratello minore, lo sceicco Ka'zal.
Lo sceicco Ka'zal, pretendente al trono iracheno
Lo sceicco Ka'zal era considerato un amico fedele dell'Inghilterra ed un buon esecutore della sua politica (3). Egli ne utilizzò il sostegno per rendere il suo Emirato un principato sostanzialmente autonomo. Il suo conflitto con lo scià Reza, e il conseguente tradimento che gli riservarono i Britannici, lo hanno reso un eroe dell'arabismo.
Infatti, quando il petrolio fu scoperto in Arabistan, nel 1908, nella Maidan-i-Naftan - la Pianura del Petrolio - nelle vicinanze d'un tempio zoroastriano, le cose cambiarono e la Persia divenne "uno dei tasselli dello Scacchiere sul quale si basa il dominio del mondo" (4).
Il 28 maggio 1901 lo sceicco Muzzafar al-Din della dinastia qajar garantì al pezzo grosso anglo-australiano Knox d'Arcy, il cui sogno era quello di diventare un nuovo Rockfeller, il permesso sessantennale di sondaggio in cerca di petrolio, il diritto esclusivo di costruire un oleodotto e il noleggio gratuito delle terre necessarie alle sue ricerche. Nel 1902 gl'Inglesi riconobbero l'indipendenza dell'Emirato di Muhammara e cominciarono a negoziare con lo sceicco Ka'zal la costruzione della raffineria di Abadan e dell'oleodotto verso il giacimento di Masjid-i-Suleiman. Il 6 maggio 1909 sir Arnold Wilson acconsentì a pagare allo Sceicco un affitto annuale per il passaggio dell'oleodotto e l'installazione della raffineria. Egli promise sostegno diplomatico nel caso la Persia avesse minacciato l'Emirato, e assistenza militare nell'eventualità d'una aggressione (5). Nel 1925 lo sceicco Ka'zal era così fiducioso della bontà delle sue relazioni coi Britannici, che si presentò quale pretendente al trono dell'Iraq.
Tuttavia, l'Impero Ottomano era collassato, ed era esplosa la Rivoluzione bolscevica. Le cose erano mutate. Gl'Inglesi permisero che Reza Khan, ministro della difesa e capo dell'Esercito persiano, riconquistasse l'Arabistan. Lo sceicco Ka'zal riparò a Basrah, dove cadde in una trappola realizzata con la complicità del rappresentante britannico a Muhammara. Il generale Zahedi, governatore militare persiano, riferì a Ka'zal d'aver ricevuto l'ordine di ritirarsi dalla regione. La cosa fu confermata dal rappresentante britannico. Il 20 aprile 1925 lo sceicco Ka'zal invitò Zahedi sul suo panfilo ormeggiato nello Shatt al-Arab, per una cerimonia di commiato. I Persiani fecero prigioniero Ka'zal e lo trasferirono a Tehran, dove sarebbe morto nel 1936, in regime d'arresti domiciliari.
Nell'aprile 1928 Reza Khan s'autoproclamò Scià dell'Iran, e decise di "persianizzare" tutti i toponimi di città, fiumi e montagne. L'Arabistan divenne dunque Khuzestan, Muhammara - Khorramshahr e Howaiysa - Dasht Mishan. Hawaz fu da allora pronunciata alla persiana, Havaz. L'arabo fu bandito e Persiani stabiliti in molte città e su terre confiscate.
Resistenza in Arabistan
Rivolte scoppiarono già nel 1925, quindi nel 1928 e nel 1940. Si sprecarono i bagni di sangue. Nell'agosto 1941 Reza, vicino ai Nazisti, fu rimpiazzato dal figlio Muhammad. Nuove rivolte si ebbero nel 1943 e nel 1945, e furono soffocate nel sangue. Un memorandum fu indirizzato alla Lega Araba, senza conseguenze, poiché i paesi arabi erano allora sotto il tallone dei colonialisti francesi o britannici.
Nel 1946 a Muhammar fu fondato il partito al-Saada, che richiedeva l'indipendenza del Khuzestan. L'esercito iraniano approfittò dei suoi contrasti col partito comunista, Tudeh, per commettere massacri a ripetizione. Quando il Partito Iracheno per l'Indipendenza trasmise alla Lega un rapporto sui crimini dell'esercito iraniano, il Segretario Generale ribatté che non aveva tempo per queste cose.
Nel giugno 1947 l'Iran siglò un trattato con gli Stati Uniti per l'invio di armi e surplus bellici. Il generale Schwarzkopf, il cui figlio avrebbe guidato la Desert Storm in Iraq (1991), si vide affidare l'addestramento della gendarmeria iraniana e aiutò a pacificare l'Azerbaigian.
Muhammad Mossadeq divenne primo ministro il 29 aprile 1951. Egli nominò ministro per gli affari esteri il segretario generale del partito al-Saada, Hussein Fatimi, e nazionalizzò la Compagnia Petrolifera Anglo-Iraniana. Mise fine alle relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna, ma fu rovesciato dalla CIA; subentrò il generale Zahedi. Mossadeq e Fatimi furono condannati a morte da un tribunale militare. La condanna di Mossadeq fu ridotta, ma Fatimi venne giustiziato.
In Arabistan sorsero nuovi partiti indipendentisti o autonomisti: il Fronte di Liberazione dell'Arabistan (1956) proclamò che "la liberazione della regione sarà ottenuta solo tramite una rivoluzione totale", "la lotta armata è il solo modo di scalzare il dominio iraniano sull'Arabistan"; il Fronte Nazionale per la Liberazione dell'Arabistan e del Golfo Arabo (1960) chiese l'integrazione nell'Iraq. Nel 1967, il Fronte di Liberazione dell'Arabistan diveniva Fronte di Liberazione dell'al-Ahwaz (7).
Nel 1979 Abdallah Salamah, segretario generale del Movimento Democratico e Rivoluzionario per la Liberazione dell'Arabistan (MDRLA), di simpatie nassero-baathiste, proclamò che i due milioni e mezzo d'abitanti arabi consideravano i Persiani come colonialisti. Si dichiarò pronto a preparare la lotta contro qualsiasi Scià che non avrebbe garantito l'indipendenza agli Arabi iraniani entro una regione che andava dal confine iracheno allo Stretto di Hormuz (8).
La Guerra Iran-Iraq
Non ostante la loro partecipazione allo spodestamento dello Scià nel 1979, il travaglio degli Arabi non cessò sotto il dominio di Khomeini. Lo scoppio della guerra tra Iran e Iraq fu per molti l'occasione di liberarsi dal "giogo persiano", poiché uno degli obiettivi delle truppe irachene che stavano invadendo l'Iran nel settembre 1980 era proprio la liberazione dell'Arabistan. A Baghdad il giornalista Paul Balta dava credito alle voci dell'istituzione d'una Repubblica Araba d'Arabistan. Egli rivelò inoltre che gli Stati Uniti avevano fatto presente agl'Iracheni la loro opposizione ad uno smembramento dell'Iran (9).
Tarek Aziz mi raccontò che l'Iraq non aveva intenzione d'annettere la regione (10) poiché, come il presidente Saddam Hussein all'XI Convegno Arabo a Amman (novembre 1980), egli pensava che "la gente d'Arabistan, al pari d'ogni altro popolo dell'Iran, deve decidere da sé". Sarebbe stato più preciso con al-Anba, affermando: "Se le circostanze permetteranno alle minoranze in Iran d'autodeterminarsi, noi le sosterremo" (11). A Watan a-Arabi avrebbe aggiunto che gli Arabi di Arabistan "non sono del tutto pronti" ma "l'Iraq è il loro principale sostenitore" (12).
Il ritiro delle truppe irachene dall'Iran e il cessate-il-fuoco avrebbero messo fine ai sogni nazionalisti dell'al-Ahwaz, che aveva sperato d'essere liberato con la caduta del regime islamista. Alcuni si rifugiarono a Basrah, dove sono in grave periodo dopo l'invasione dell'Iraq da parte degli Americani.
Lo smembramento dell'Iran
Prima d'abbandonare il suo lavoro di "primo ministro", Ibrahim al-Jaafari aveva infatti ordinato l'espulsione dei 2500 rifugiati politici arabi di al-Ahwaz, sebbene essi siano registrati presso l'Alta Commissione per i Rifugiati (ACR). Essi corrono il rischio d'essere imprigionati o uccisi. Alcuni hanno riparato nelle aree sunnite per fuggire alle milizie filo-iraniane (13). Ra'ad De'ayer al-Bestan Banitorfi, uno dei loro rappresentanti, è stato ciò non ostante rapito il 9 aprile da squadroni della morte del Ministero degli Interni, e il suo corpo mutilato è stato ritrovato quattro giorni dopo.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna stanno applicando la politica che proibirono a Saddam Hussein di seguire nel 1980. Karin Addian, rappresentante del Partito Democratico di al-Ahwaz a Washington, è stato convocato nell'agosto 2005 dalla Hicks and Associates per conto della "unità d'informazione dei Marines. Essi vogliono sapere qualsiasi cosa sugli Arabi dell'Iran, quanti sono, perché combattono, di cosa hanno bisogno..." Ha risposto ai suoi interrogatori che gli Arabi ammontano a soli 6 milioni, ma "hanno il petrolio" (14).
Dal marzo 2006 Al-Ahwaz TV, un media sotterraneo fornito d'un canale su un satellite australiano, ha chiesto agli Arabi dell'Arabistan di sollevarsi (15). Ma essi hanno anticipato la richiesta... Da oltre un anno, l'Arabistan è scenario di sommosse celermente represse: nell'aprile 2005 cinque persone sono state uccise. Nel giugno 2005 quattro bombe sono esplose a Ahwaz, e l'attentato è stato rivendicato dalle Brigate dei Martiri Rivoluzionari Ahwazi. In ottobre, altre due bombe hanno ucciso sei persone, ferendone un centinaio. Stando al Ministero iraniano dell'Intelligenza "parte del materiale utilizzato per le esplosioni proviene dall'Iraq, in particolare da Basrah, regione controllata dagli occupanti britannici". Nel gennaio 2006 un'esplosione all'esterno della Banca Saman e di un edificio istituzionale ha ucciso otto persone e ferite 48. La televisione libanese Al-Manar ha affermato che l'obiettivo era il presidente Ahmadinejad.
Gli Americani "libereranno" l'Arabistan per impossessarsi del suo petrolio, così come hanno fatto con l'Iraq? Wayne Madsen, giornalista ed ex agente della NSA sotto Reagan, appura che una Repubblica Democratica di Ahwaz sarebbe "riconosciuta diplomaticamente" da "gli Stati Uniti e alcuni dei suoi più stretti alleati" (16). Chi può fidarsi di loro? Il tradimento dello sceicco Kaz'al è ancora ben presente. Sarebbe sufficiente che gli Stati Uniti trovassero un accordo con Ahmadinejad, o con un nuovo presidente o scià che lo sostituisse (democraticamente o no) o con un fantoccio, perché la CIA scarichi i suoi protetti. La replica di Henry Kissinger a quanti lo biasimavano per aver abbandonato Mustafa Bargain nel 1975 è ancora veritiera: "Le azioni clandestine non vanno confuse con un'impresa missionaria" (17).
(traduzione di Daniele Scalea per www.eurasia-rivista.org)
Note:
(1) Guy Dimore, "US Marines probe tensions among Iran's ethnics minorities", "The Financial Times", 23 febbraio 2006 - http://www.infowars.com/articles/ww3/iran_us_marine_intel_probe_minorities.htm
(2) Ibrahim Khalaf al-Ubaide, Al-Ahwaz, une terre arabe usurpée, Parigi 1981.
(3) Ibidem.
(4) Dichiarazione di Lord Curzon, viceré delle Indie, citata in Daniel Yergin, Les hommes du pétrole, Stock, 1991.
(5) M.A. al-Najjar, L'Emirat de Mohammara, senza data né editore.
(6) George Lenczowski, Russia and the west in Iran, Cornell University Press, 1949.
(7) Paul Balta (a cura di), Le conflit Iran-Irak, Notes et études documentaires n. 4889, 1989.
(8) Intervista con l'autore, dicembre 1980.
(9) Gilles Munier, "L'Arabistan, vous connaissez?" (intervista con Abdallah Salameh), "La Pensée nationale", gennaio, febbraio 1979.
(10) Paul Balta, "La presse de Bagdad donne consistance aux rumeurs sur la proclamation d'une République d'Arabistan", "Le Monde", 25 ottobre 1980.
(11) Al-Anba, 19 gennaio 1981.
(12) Watan al-Arabi", 22 gennaio 1981.
(13) Dal sito "El-Fekr-e-islami", citato presso il sito della Associazione d'amicizia anglo-ahwazi, 22 aprile 2006 - http://www.ahwaz.org.uk/2006/04/al-jafari-expells-ahwazi-arabs-from.html.
(14) Vincent Jaubert, "Iran: ce qui Washington prépare", "Le Nouvel Observateur", 20 aprile 2006.
(15) http://www.ahwazmedia.tv
(16) Wayne Madsen Report, 10 agosto 2005 - http://waynemadsenreport.com/2005_08010824.php
(17) William Blum, The CIA. The forgotten history, Zed, Londra 1986.

da AFI-Flash n.59

traduzione di Daniele Scalea