Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Viva Andreotti!

Viva Andreotti!

di antiimperialista - 25/07/2006

Fonte: antiimperialista



Abbiamo gia’ detto che a differenza degli anni precedenti, il prossimo Campo avra’ un carattere seminariale e di studio. Ci hanno chiesto: «ma che? Vi chiudete in convento?». Si, per qualche giorno. Allo scopo di mettere meglio a fuoco non solo dove stiamo andando noi, ma dove sta andando il mondo. Piu’ esattamente dove stanno andando le Resistenze antimperialiste nei vari punti dove l’imperialismo e’ all’attacco. Si sa come la pensiamo. Contro certi eurocentrici che ci accusano di «terzomondismo» abbiamo difeso la tesi che nella gerarchia dei mondi, il primo e’ semmai costituito da quei popoli che si sono venuti a trovare sulla prima linea della impari lotta contro il sistema imperialistico, sistema che puo’ tenersi in piedi solo grazie al Moloch americano. L’ortodossia e’ un vezzo, conta piuttosto l’ortoprassi. Difendere le Resistenze, aiutarle nelle loro lotte di liberazione e’ oggi cento volte piu’ importante di tanti discorsi sul proletariato occidentale il quale, come disse il Che, agisce come socio in affari dei suoi padroni imperialisti e senza la cui ignavia l’imperialismo cesserebbe di esistere. Tuttavia, se la rivoluzione non era un pranzo di gala, la Resistenza non e’ una gioiosa e sfolgorante lotta di liberazione. Costretta a combattere in condizioni tremende, sul terreno infido della guerra (imperialista) di civilta’, le Resistenze rischiano di avvitarsi su se stesse, di non riuscire a costruire egemonia, di rifiutare ogni dialogo con tanti potenziali amici. Non abbiamo fette di prosciutto sugli occhi. Vediamo cio’ che succede meglio di tanti detrattori piagnucolosi i quali, a cause delle fattezze per niente ammiccanti dei movimenti combattenti, hanno, in cuor loro, gia’ deciso da che parte stare: con l’imperialismo. Vediamo, ad esempio, che in Iraq la Resistenza rischia di impaludarsi in un conflitto interconfessionale e intercomunitario sempre piu’ sanguinoso e irriducibile, facendo alla fine contenti proprio gli aggressori americani, nei cui piani c’e’lo smembramento dell’Iraq su linee confessinali e tribali. Tutto questo lo vediamo, e anche di questo vogliamo discutere alla Polvese.
Ma il pretesto estetico dei nostri critici camuffa il dato politico: quello per cui la sinistra e’ ormai compiutamente social-imperialista e intruppata tra le fila del partito sionista trasversale. Questo emerge dalla penosa vicenda del voto sulla guerra in Afganistan. Guerra che non per caso viene chiamata, ad evocare i genocidi europei in terre non-cristiane e per suggellare le comiche pretese escatologiche dell’Impero americano: «missione». Ove lo spirito missionario che unisce destre e sinistre altro non e’ che la cieca protervia di spazzare via ogni resistenza al paranoico modello sociale occidentale. Ma dietro al dato politico v’e’ sempre una concezione del mondo, un’etica. Suona male dovere dire Viva Andreotti, ma egli e’ stato il solo, in questo Parlamento fetente, a dichiarare: «Se fossi nato in un campo profughi, anch’io sarei diventato un terrorista!». Un’affermazione che vale Cento Bertinotti, Diliberti, Menapaci, Turigliatti o Carusi.
Chi non ha un cuore che pulsa per gli oppressi, i diseredati, i dannati della terra, i «terroristi», non merita il titolo di essere umano!