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I saluti dei bambini israeliani sono… missili!

di Imad az-Zughbi - 30/07/2006


Se esiste una "umanità di serie B" devono esistere anche "bambini di serie B". Ignorati nelle loro sofferenze, nei loro traumi, derisi da "bambini di serie A". I primi, ci dicono, sono "educati all'odio", i secondi sono forse "educati al razzismo"?

 

Bambini che scrivono, con le matite colorate, parole e dediche, in attesa di spedirle ai loro “coetanei” libanesi, non per chiedere scusa per le uccisioni e le distruzioni che i loro padri ed i loro parenti stanno commettendo, ma per attestare con tale gesto che i loro messaggi arriveranno a tutti i bambini libanesi, senza batter ciglio, anzi, divertendosi e ridendo davanti ai missili ed ai carri armati super tecnologici [vedi qui]. Dall’altra sponda invece, si consuma una tragedia, vissuta dal popolo libanese, ed in particolare dai bambini, causata dall’aggressione israeliana che annienta gli uomini, gli edifici e i diritti umani, soprattutto quelli dei bambini, essendo questi ultimi, per lo più, le principali vittime.

Quelle immagini - che l’esercito israeliano ha permesso di pubblicare - mostrano quei bambini come privi dell’innocenza che dovrebbe caratterizzare i loro coetanei; rimane ovvio che la causa sta nel fatto che essi sono stati educati e cresciuti in una società militarizzata, che non conosce altro che l’uccisione e lo spargimento di sangue, il sangue di ogni arabo, che sia sangue palestinese o libanese… non fa differenza.

I media israeliani sono tutti concordi nel modo in cui presentare l’immagine, ad essi benevisa, della propria macchina da guerra, vietando la trasmissione delle immagini dei massacri compiuti contro i civili libanesi, particolarmente contro i bambini. Permettono, invece, la pubblicazione delle immagini che ritraggono bambini israeliani intenti a divertirsi giocando tra carri armati, mezzi da guerra e grandi quantità di missili; in tal modo, i media israeliani cercano forse di trasmettere ai popoli di tutto il mondo “il vivo desiderio di pace che hanno i loro figli”! “Pace”, una parola composta da lettere che vengono incise, dalle mani degli stessi figli, sulle bombe a grappolo, sulle bombe al fosforo e sulle ‘bombe intelligenti’.

Di fronte a tutto ciò, e di fronte all’esodo di oltre 750mila cittadini libanesi, il mondo intero, insieme allo Stato Gigante, si prende tutto il suo tempo, prima di imporre una fine all’uccisione dell’infanzia in Libano, mentre la gente si divide, da un lato, tra semplici spettatori ed altri dispiaciuti per la morte di vittime innocenti; dall’altro, tra coloro che chiedono, sottovoce, di mettere fine alla distruzione del popolo libanese e coloro che mantengono il silenzio per paura del Signore Gigante… persino il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, UNICEF, non ha condannato immediatamente i crimini commessi contro l’infanzia, ma solo dopo 13 giorni dall’inizio dell’aggressione israeliana al Libano, ammettendo, tramite il direttore esecutivo dell’organizzazione, Ann Veneman, che “la maggior parte degli sfollati in seguito a questi violenti avvenimenti sono bambini che potrebbero aver assistito alla morte o al ferimento dei loro cari e che, afflitti, soffrono di una grave depressione” .

Senza dubbio, i bambini libanesi sono esposti a pericolosi rischi psichici, causati dalle spaventose esperienze, viste e vissute, dalla vista dei corpi dei loro cari dilaniati dalle bombe di fabbricazione americana, a quella dei corpi bruciati dal fuoco dell’odio israeliano.

E quanti bambini, al loro ritorno a scuola, guarderanno il banco che c’è accanto, vedranno che è vacante, e ci poseranno una rosa, e quanti sono quelli che quando torneranno nei loro villaggi, cercheranno invano i volti dei vicini di casa e dei loro cari, che non ci sono più….  Questo, nel caso in cui rimanga, a questi bambini, un villaggio, una scuola ed una casa a cui fare ritorno.

I bambini in Libano, costretti all’esodo ed all’abbandono delle proprie case e dei propri villaggi, fanno disegni che raccontano l’aggressione, disegni tratti dalla realtà quotidiana, disegni degli aerei israeliani che sganciano missili su edifici civili.  I bambini in Israele, invece, vicino alle postazioni militari, disegnano sulle bombe e sui missili, e mandano i loro saluti, mentre il ministro degli Esteri americano Condoleezza Rice esprime “la sua forte preoccupazione riguardo alla situazione dei cittadini libanesi ed alla loro sofferenza”.

 

Tradotto per Aljazira.it da Naydi Nachar
Fonte: "As-Safìr" (Libano), 26 luglio 2006

 
http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=819&Itemid=1