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Anche l’ex ministro Saccomanni riconosce che il debito pubblico è aumentato per colpa UE

di Luciano Lago - 09/03/2014

Fonte: controinformazione


Clamoroso: anche l’ex ministro Saccomanni riconosce adesso che il debito pubblico è aumentato per effetto delle direttive della Commissione Europea

 

 

Della serie “meglio tardi che mai”, l’ex ministro Saccomanni adesso ammette che il debito pubblico dell’Italia è nettamente aumentato in buona parte grazie al finanziamento imposto dallo sciagurato trattato del MES/ESM (Fondo di Stabilità Europeo) che ha obbligato l’Italia a versare 54 miliardi per provvedere al salvataggio delle banche tramite il fondo istituito dalla BCE e dalla Commissione Europea (vedi Saccomanni attacca la UE).

I miliardi del fondo erano ,andati principalmente a finanziare le banche francesi, spagnole e tedesche che erano esposte con i crediti verso la Grecia, il Portogallo ed altri paesi in difficoltà. L’Italia dovrà contribuire a questo fondo fino all’importo totale di 125 miliardi (71 ancora da versare).


Saccomanni riconosce implicitamente la fondatezza delle denunce fatte da economisti e studiosi quali fra gli altri il prof. Antonio M.Rinaldi, Claudio Borghi, Lidia Undiemi, il prof. Guarino, ed altri quando ci fu la ratifica di questo trattato capestro che ha prodotto l’effetto di ulteriore indebitamento dell’Italia (vedi: non abbassate la guardia su MES).
Inutile sottolineare come la stampa e le TV, tutte allineate allora con il governo Monti (il “salvatore dell’Italia” ci raccontavano) ha omesso di parlare di questo fondo, salvo descrivere la sua istituzione con un trafiletto in quarta pagina del Sole 24 ore, la stessa stampa e tv che ha sempre indicato come “populisti” ed euroscettici tutti coloro che osavano criticare le scelte della Commissione Europea e dei suoi servitori al governo italiano.
Una magra rivincita che dimostra, quando ormai è tardi per rimediare, come tutte le critiche e le denunce fatte contro la sciagurata politica economica imposta all’Italia dall’oligarchia europea abbiano portato esclusivamente vantaggi al cartello bancario sovranazionale e danni irreparabili all’economia ed alle imprese italiane, costrette in buona parte a chiudere o a delocalizzare.

Il milione di disoccupati in più (circa), record raggiunto grazie alle misure prese dai governi Monti e Letta, sono lì a dimostrare quanto siano state efficaci e produttive quelle misure.
Tutti i dati economici indicavano che era in corso una riduzione del deficit di bilancio (passato dal 5,5% del 2009 all’attuale 3%) ma nello stesso periodo il debito pubblico è passato dal 116,4% al 132,9 nel 2013 e la spiegazione della causa veniva data, dagli economisti sopra citati, nel versamento di quegli svariati miliardi che il governo italiano ha effettuato nello stesso periodo a favore dei fondi europei in ossequio alle direttive di Bruxelles prontamente eseguite prima da Monti e poi da Letta, fedeli esecutori di Bruxelles e della BCE. Superfluo anche aggiungere che, a quanti chiedevano conto del perché il governo italiano, che non aveva soldi per ridurre le imposte come l’IMU o pagare i debiti della P.A. alle imprese, dovesse essere così solerte a versare tutti quei miliardi ai fondi europei, il prof. Monti e successivamente Enrico Letta, rispondevano con un sorriso beffardo: “l’Europa ce lo chiede, non possiamo tirarci indietro”.
D’altra parte Enrico Letta lo aveva scritto anche nel suo libro: “Morire per Mastricht”, si poteva prenderlo in parola.

Questa è una delle tante prove provate che il governo italiano ormai non conta più nulla ed a Palazzo Chigi disponiamo ormai soltanto dei “camerieri” di Bruxelles e delle banche, personaggi di facciata, come l’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi, gonfiati da campagne di pubblicità finanziate dalle banche, contornati da giovani ministre belle ed inconsistenti che sono in quei posti per “fare scena” ed eseguire prontamente quanto viene loro suggerito dagli oligarchi europei.
L’unico personaggio che conta davvero, colui che ha preso il posto di Saccomanni, il ministro dello sviluppo economico, brutto e dall’aspetto tetro, Pier Carlo Padoan, l’uomo del FMI, quello che sostiene che “le misure dolorose portano effetti benefici per l’economia” sarà lui ad eseguire prontamente le direttive dell’oligarchia e ci metterà anche del suo. Se qualcuno ha dei dubbi su quali misure ci attendono, può informarsi in Grecia dove ha operato lo stesso ministro quando lavorava con gli organismi finanziari. Quel nome i cittadini greci se lo ricordano ancora.