Un deserto di cadaveri intrappolati dimostra il fallimento di Israele
di Robert Fisk - 16/08/2006
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Srifa, 15 agosto 2006. Hanno fatto un deserto e l'hanno chiamato pace. Srifa, o quello che era una volta il villaggio di Srifa, è una distesa di case spianate, muri esplosi, macerie, gatti affamati e cadaveri intrappolati. Ma è anche il luogo della vittoria per gli Hezbollah, i cui miliziani camminavano ieri, in mezzo alla distruzione, con l'aria degli eroi conquistatori. A chi bisogna dare la colpa di questo deserto? Alla milizia sciita che ha provocato questa guerra, o all'esercito e all'aviazione israeliana che hanno devastato il Libano del sud, e ucciso tanti dei suoi abitanti?
Non c'è dubbio su ciò che pensa il mukhtar, il capo, del villaggio. Quando tre uomini di Hezbollah - uno ferito al braccio, gli altri che trasportavano cartucciere e una ricetrasmittente - ci sono passati accanto fra i cumuli di cemento in macerie, Hussein Kamel el-Din ha gridato loro "Salve, eroi!". Poi si è voltato verso di me. "Sai perché sono arrabbiati? Perchè Dio non gli ha dato l'opportunità di morire". ![]() Lungi dall'umiliare Siria e Iran - che era il piano di Israele e Stati Uniti - i due supposti stati pariah sono rimasti intoccati, e la reputazione di Hezbollah fa la parte del leone in tutto il mondo arabo. L'"opportunità" che George W. Bush e il Segretario di Stato Condoleezza Rice hanno apparentemente visto nella guerra in Libano si è trasformata in un'opportunità, per i nemici dell'America, di dimostrare la debolezza dell'esercito israeliano. Sicuramente, la scorsa notte, in Libano si vedeva a malapena un carrro armato israeliano - solo un tank solitario si poteva scorgere fuori da Bint Jbeil, e gli israeliani si erano ritirati anche dalla città cristiana "sicura" di Marjayoun. Adesso è chiaro che le 30.000 unità dell'esercito israeliano, che si diceva stessero avanzando a nord vero il fiume Litani, non sono mai esistite. E' improbabile che ieri fossero rimasti più di mille soldati in israeliani in tutto il Libano meridionale, anche se sono stati coinvolti in due scontri a fuoco durante la mattinata, ore dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco delle Nazioni Unite. ![]() Ma a che cosa ritorna, questa gente? Haj Ali Dakroub, un imprenditore edile di 42 anni, ha perso parte della sua abitazione nei bombardamenti israeliani su Srifa nel 1996. Oggi tutta la sua casa è stata rasa al suolo. "Che cosa c'era qui, che Israele doveva distruggere?" ha domandato. "Non neghiamo qui a Srifa ci fosse la resistenza. C'era prima e ci sarà in futuro. Ma in questa casa viveva solo la mia famiglia. Perché Israele l'ha bombardata?"
Ora, mi è capitato di vedere quel che sembrava essere la custodia di un missile appesa al balcone di una casa danneggiata di fronte alle macerie dell'abitazione di Ali Dakroub. E un gruppo di miliziani di Hezbollah, uno dei quali con una pistola infilata nei pantaloni, ci è passato a fianco con nonchalance ed è sparito in un frutteto. Era qui, forse, che tenevano alcuni dei loro missili?
Il signor Dakroub non lo dice. "Ho intenzione di ricostruire la casa con i miei due figli", insiste. "Israele può ritornare fra dieci anni e distruggere tutto un'altra volta, e io allora la ricostruirò un'altra volta. Questa è stata una vittoria di Hezbollah. Gli israeliani sono stati capaci di sconfiggere tutti i paesi arabi in sei giorni nel 1967, ma qui non sono riusciti a sconfiggere la resistenza in un mese. Questi uomini della resistenza uscirebbero dalla terra per rispondere al fuoco. Sono ancora qui." ![]() Lungi dallo spingere gli Hezbollah a nord del fiume Litani, Israele li ha trincerati nei villaggi libanesi, come mai prima d'ora. |