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Medicina: la sindrome della sindrome

di Massimo Mazzucco - 23/08/2006

 

Hai il vizio di far dondolare un pò troppo la gambetta accavallata? Quello non è un normalissimo "tic", cara mia, da oggi tu sei afflitta da una bella "restless leg syndrome", la "sindrome della gamba inquieta". Ogni tanto ti si arrossano le guance in pubblico? Quella non è normale timidezza, ma un vero e proprio "social anxiety disorder", una "disfunzione da ansietà sociale". A tuo figlio non interessa sapere che Annibale valicò le Alpi con gli elefanti? Non sono i programmi scolastici che risalgono alla prima guerra mondiale, è lui che soffre di un "attention deficit disorder", "disfunzione da mancanza di concentrazione".

A guardare oggi la TV - americana soprattutto, ma anche da noi l'onda sta arrivando potente - bisogna essere bravi per non riuscire a sentirsi malati di qualcosa, dopo la semplice visione di un qualunque intermezzo pubblicitario. Fra Viagra per chi non si solleva, e calmanti per chi non riesce più a scendere, fra pilloline che ti ringiovaniscono la pelle, e pilloloni antivomito per contenerne gli effetti collaterali, sembra a volte di vivere in un gigantesco ospedale metropolitano, dove malattia e cura si siano ormai scambiate irreversibilmente i ruoli: la seconda precede sistematicamente la prima .

E' chiaro che se cominciano a vendermi sotto il naso pillole antiprurito dal mattino alla sera, ....

... ora di mezzanotte mi sto grattando sul divano come un ossesso, anche se non avevo assolutamente niente che lo provocasse.

Una volta la sequenza naturale era: sono malato, vado a curarmi. Oggi è diventata: mi sto curando, ero malato.

D'altronde, il grande segreto della pubblicità non è mai cambiato: vendi il problema, non la soluzione. La Kaiser Family Foundation, un gigante para-farmaceutico travestito da paladino della lotta all'AIDS, rivela che ogni dollaro investito dalle case farmaceutiche in pubblicità televisiva offre un ritorno medio di circa quattro dollari sonanti. Nemmeno all'ippodromo nei giorni di pioggia porti a casa delle quote così appetitose.

Sempre secondi i dati Kaiser, nel 1994 ogni americano si faceva scrivere mediamente sette ricette nel corso di un anno. Oggi la stessa cifra, già notevole di per sè, ha superato le dodici ricette annue per ogni singolo cittadino. Questo vuol dire che mediamente dovremmo ammalarci tutti di qualcosa almeno una volta al mese. Un lazzareto, più che una società attiva e funzionante.

Naturalmente questa "sindrome della sindrome" non significa solo affari d'oro per chi produce le medicine, ma anche un aumento generale di tutti i costi correlati, primo fra tutti quello delle assicurazioni mediche, senza la quale negli USA, a meno di essere milionario, è quasi preferibile morire in un incidente d'auto che non restarvi seriamente ferito.

Provate a pensare a quanto è perverso l'intero ciclo della "salute" del cittadino. Se è ammalato va dal medico di suo. Se non lo è, teme comunque di esserlo e ci va lo stesso. E una volta superata quella porta, adiòs, inizia il carnevale delle pillole colorate, e non lo ferma più nessuno. Il medico infatti non ha nessun valido motivo per non prescrivergli quintali e quintali di prodotti farmaceutici, quasi sempre inutili, insieme a dozzine di esami "precauzionali" assolutamente non necessari, accompagnati a loro volta da una serie del tutto superflua di visite secondarie. Da una parte, deve pararsi il sedere da eventuali denunce di "malpractice". Se viene da te uno con il mal di gola, è sempre meglio fargli fare anche un paio di lastre alle caviglie: metti che quello un giorno scivola e magari ti denuncia per non aver individuato in tempo una sua debolezza congenita dei legamenti.

Ma soprattutto, bisogna continuamente alimentare una mostruosa macchina "mangiamalati" che non può permettersi di fermarsi per un solo momento. Tanto - e qui sta il trucco - "paga l'assicurazione".

Ma se sale l'assicurazione del medico (contro la denuncia del paziente, appunto), il medico è poi costretto ad aumentare le tariffe, ed obbliga in quel modo l'assicurazione del paziente ad aumentare le proprie. Si innesca così una spirale vorticosa, che si basa sul nulla più assoluto e si nutre solo di se stessa, mentre ogni giro della ruota lascia cadere sul tappeto delle case farmaceutiche margini di guadagno assolutamente inimmaginabili.

Fino agli anni '80, erano in vigore negli Stati Uniti delle forti restrizioni alla pubblicità televisiva dei medicinali, che imponevano una motivazione promozionale supportata da serie documentazioni scientifiche. Ma a furia di "incentivi" e di "ricerche guidate", il ruolo del medico è stato lentamente trasformato in quello di un docile rappresentante di commercio, mentre le potenti lobby al soldo delle case farmaceutiche si dedicavano ad erodere la diga etica che le separava dalla selvaggia commercializzazione del settore a cui stiamo assistendo di recente.

Talmente illimitata è questa ingordigia, e talmene nulla è la capacità del cittadino di opporsi, che siamo arrivati addirittura a produrre una nuova categoria sociale: il malato "per default". Lo sei già in partenza, e a meno che ti controlli regolarmente per accertarti del contrario, qualcosa ce lo devi avere di sicuro.

E se proprio non riesci a capire cosa sia, perchè nonostante tutto ti senti sano e forte come un toro, basta che tu accenda la televisione, e vedrai che di idee te ne verranno in abbondanza.