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Somalia, il paese dell’eterno ritorno dell’uguale

di Tancredi Sforzin - 15/09/2014

Fonte: L'intellettuale dissidente




Nihil sub sole novum, in quello che un tempo fu il nostro posto al sole. L’aromatica regio, il leggendario paese di Ophir seguita a puzzare di sangue rappreso. Oggi parliamo di Somalia, paese martoriato, almeno dal lontano 1991. Ecco, qui di seguito, un sunto dei fatti più recenti. Nei giorni scorsi, i militari statunitensi hanno condotto un’operazione contro gli islamisti dell’organizzazione affiliata ad Al Qaeda, al-Shabab, uccidendone il leader Moktar Ali Zubeyr, alias Ahmed Abdi Godane. Decapitata l’organizzazione del suo vertice e a fronte della perdita di terreno della stessa nel meridione somalo che seguita dal 2012, la situazione si è mostrata ottima per il governo di Hassan Sheikh Mohamud che ha lanciato un ultimatum ai miliziani dell’organizzazione: deporre le armi ed arrendersi entro 45 giorni, con la possibilità di reinserimento in società oppure, in alternativa, il tribunale. La risposta di al-Shabab non si è fatta attendere e nominato un nuovo leader nella persona di Ahmed Umar Abu Ubaida, si è consumata la vendetta dell’organizzazione. Un’autobomba si è scagliata contro un convoglio dell’Amisom, la forza militare impiegata dall’Unione africana in Somalia. L’obiettivo era un ufficiale statunitense, addestratore delle forze speciali somale ma in realtà, l’esplosione ha coinvolto un minibus sul quale viaggiavano 12 civili.

Un bilancio fin troppo ordinario, per un paese come la Somalia. Nihil sub sole novum, dicevamo, e ogni soluzione per questo paese continua a determinarsi cronicamente insufficiente. Nell’articolazione complessiva degli eventi, ogni singola azione appare come poco più di una singola spira di fumo e lo scenario generale ci appare difficile da decifrarsi se non alla luce della teoria del caos. La Somalia, insomma, nonostante i progressi dell’ultimo biennio, seguita a rappresentare un sostanziale abisso giuridico internazionale. E nella stessa logica, sarebbe semplificatorio disporre una dicotomia Stato federale somalo vs terrorismo islamista. Non certo per assolvere al-Shabab dalle sue nefandezze e gettare pregiudizialmente discredito su Mogadiscio, ma perché è non è certo possibile accantonare il rapporto di Human Rights Watch dello scorso febbraio. In questo rapporto di 71 pagine, intitolato tristemente “Here rape is normal”, in mezzo a vario cascame retorico, si riportano numerosi casi di abusi sessuali su donne e bambine somale, perpetuati finanche dai soldati dell’Amisom. Parte degli abusi si sarebbero consumati nella stessa base di Mogadiscio. Casi orrendamente speculari alle consuete pratiche di al-Shabab, costituite da rapimenti, ancora stupri, matrimoni forzati con i miliziani, punizioni corporali ed uccisioni, per un target di età che, sempre secondo HRW, va dagli 11 agli 80 anni.

Concludendo, la Somalia, continua a costituire il caso da manuale e maggiormente sintomatico di una vasta area soggetta ad instabilità permanente. Un’area che, come vediamo, si è esponenzialmente estesa negli anni, anche per fattori endogeni, fino a comprendere la sponda meridionale del Mediterraneo, il Medio Oriente, il Caucaso e il confine eurasiatico; di quest’area, la Somalia costituisce l’estrema appendice orientale, piratesca, che si affaccia rabbiosa all’Oceano Indiano e nutre di profughi l’Europa del Sud. Resta da chiedersi a chi giovi mantenere un’area così vasta in simili condizioni. Forse agli stessi Stati Uniti, che nel caso in cui volessero volgersi ad Oriente, potrebbero agilmente farlo “girandosi dall’altra parte”, evitando costi aggiuntivi, assalti corsari e casi marò. E c’è dell’ironia in questo e non poche coincidenze. Si pensi al fatto che le sporadiche e poco pubblicizzate azioni militari con i droni in Somalia e Yemen, sono considerate dagli USA come le modalità più adatte a fronteggiare l’ISIS e procedere alla pacificazione di Siria e Iraq. La Somalia ha finito col passare per modello e visti i risultati fin qui ottenuti, la prospettiva è tutt’altro che confortante: sarà la via somala alla lotta al terrorismo, 23 anni di caos strutturato e destabilizzazione non si negano più a nessuno.