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La coperta corta: Gli Usa richiamano in servizio anche le riserve dei Marines, per mandarli in Iraq

di Alessandro Ursic - 24/08/2006

Hanno servito la patria per quattro anni, magari già con esperienze in battaglia. Poi si sono messi a riposo, teoricamente ancora richiamabili in servizio, ma con il solo obbligo di presentarsi a rapporto una volta all’anno. In pratica, inattivi e ritornati alla vita civile. Ma d’ora in poi, migliaia di Marines in questa situazione potranno essere richiamati in servizio attivo, per combattere in Iraq e in Afghanistan. Il corpo scelto, in difficoltà perché sempre meno volontari vanno a combattere, ha ottenuto l’autorizzazione presidenziale e farà presto partire le lettere di richiamo in servizio.
 
Un Marine della riservaI dettagli. Il piano è stato annunciato martedì 22 agosto, anche se il nulla osta di Bush risale al 26 luglio. Con le nuove disposizioni, il corpo dei Marines potrà richiamare un massimo di 2.500 uomini alla volta in qualunque momento, finché durerà la “guerra globale al terrorismo”, come è chiamata nei documenti ufficiali: un conflitto senza una fine certa. Ma un tetto di chiamate non c’è, e per questo la misura potrebbe coinvolgere, prima o poi, tutti i 59mila membri della Individual Read Riserve (Irr). Anche se, almeno per ora, i vertici del Corpo hanno garantito che lasceranno fuori i riservisti al primo e all’ultimo anno nella Irr. Questo restringe il bacino dei papabili a circa 35mila membri. Che se richiamati in servizio, avranno l’obbligo di presentarsi. Ed essere pronti a partire per l’Iraq o l’Afghanistan entro qualche mese. Le prime lettere di richiamo dovrebbero essere spedite nelle prossime settimane, quindi i primi riservisti dei Marines saranno inviati al fronte nei primi mesi del 2007. Potranno vestire l’uniforme anche per 24 mesi di fila, ma è verosimile che le chiamate in servizio vadano dai 12 ai 18 mesi.
 
Riserva pronta. Quando si arruolano, i Marines prestano servizio attivo per quattro anni. Successivamente, per altri quattro anni devono scegliere se far parte della Riserva propriamente detta, dove sono pagati e ricevono un addestramento periodico, oppure se dell’Irr, tornando in sostanza a fare vita da civile a tempo pieno. Quando gli Usa invasero l’Iraq, fu richiamato in servizio un contingente di duemila membri dell’Irr, ma da allora a combattere per i Marines ci sono andati sempre i volontari. L’Esercito ha invece già fatto ricorso ai suoi riservisti “inattivi”, richiamando in servizio oltre 10mila soldati. Ma se i soldati semplici possono svolgere mille ruoli in Iraq, i Marines sono di solito quelli più impiegati sul campo. Quelli “più in guerra”.

Marines in addestramentoLa coperta corta. Per questo, la pesca nel bacino dell’Irr non potrà che rinfocolare le critiche di chi fa notare l’overstretch delle forze armate Usa: il logorio, la coperta corta che lascia sempre qualche buco. “L’effetto sui nostri soldati, sulle loro famiglie e le risorse militari causato dalle attuali operazioni in Iraq e in Afghanistan deve essere affrontato subito, o ci saranno gravi conseguenze a lungo termine per il nostro paese e il suo esercito”, ha dichiarato Jack Reed, un deputato democratico membro della Commissione sulle forze armate al Senato. Già in passato i critici dell’amministrazione Bush hanno paragonato a una specie di backdoor draft, una “leva obbligatoria dalla porta di servizio”, la pratica del richiamo in servizio dei riservisti. O quella del stop-loss, cioè di “parcheggiare” i soldati congelando il loro periodo di servizio attivo, con l’obiettivo di rimandarli al fronte.