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La nuova commissione europea è guastata dal conflitto d'interessi

di Pratap Chatterjee - 05/11/2014

Fonte: controinformazione



Il nuovo presidente della Commissione Europea e il suo gabinetto, che insieme formano l’organo esecutivo dei 28 stati membri dell’UE, hanno profondi legami con potenti interessi aziendali, il che, affermano i critici, li rende cattive scelte per i cittadini.

La Commissione Europea supervisiona un bilancio dell’unione di 142 miliardi di Euro l’anno, e un personale di oltre 23.000 unità. Le funzioni della Commissione giocano un ruolo chiave nel proporre e implementare leggi pan-europee che hanno un effetto diretto sui 507 milioni di cittadini, e anche le regole che governano i bilanci nazionali dei 28 stati membri.

 

Jean-Claude Juncker, eletto dal Parlamento Europeo a presidente della Commissione, ne ha assunto la carica il primo novembre, dopo essere stato per 8 anni il primo ministro del Lussemburgo, paese che ha contribuito a trasformare nel maggiore paradiso fiscale del continente. “Juncker ha dedicato la sua carriera ad assicurarsi che la società diventasse meno giusta; che le istituzioni e gli individui abbienti potessero evitare le tasse che la gente comune e le piccole imprese devono pagare”, scrive Nick Cohen, giornalista del Guardian. Vedi: The Guardian.com

In effetti la Commissione Europea che ora Juncker presiede sta attualmente investigando gli accordi fiscali per due importanti multinazionali in Lussemburgo: uno con la statunitense Amazon, stretto nel 2003, e l’altro con l’italiana Fiat, concordato nel 2012.

“Le autorità nazionali non devono permettere ad aziende selezionate di sottostimare i loro profitti tassabili usando metodi di calcolo favorevoli”, ha affermato Joaquìn Almunia, il vice presidente della Commissione Europea a capo delle politiche per la competizione, in una dichiarazione fatta alla stampa una settimana prima che Juncker entrasse in carica a Bruxelles. “E’ giusto che le società sussidiarie delle multinazionali paghino la loro quota di tasse e non ricevano trattamento preferenziale, che potrebbe equivalere a sussidi nascosti.”

Con Juncker ci saranno altri 27 commissari, uno per ogni stato membro, eletti il 22 ottobre dopo 4 settimane di audizioni, che gli attivisti affermano essere state profondamente viziate. “I commissari non sono stati adeguatamente interrogati sul loro background e possibile conflitto di interessi, per decidere quindi se fossero adatti per il ruolo” dichiara Olivier Hoedeman di Corporate Europe Observatory, un gruppo di ricerca e azione con base a Bruxelles. “Troppo spesso non hanno preteso risposte precise, lasciando che i commissari designati se la cavassero.”
Corporate Europe ne ha identificati diversi che reputa inadatti al nuovo ruolo, tra cui lo spagnolo Miguel Arias Cañete, il nuovo commissario al clima; il britannico Jonathan Hill, a capo dei servizi finanziari; il portoghese Carlos Moedas, commissario alla ricerca; e il maltese Karmenu Vella, che si occuperà di ambiente, pesca e affari marittimi. Ad esempio, Cañete, nuovo commissario per l’energia e il clima, è azionista ed ex presidente di due compagnie petrolifere spagnole: Petrolifera Dúcar SL e Petrologis Canaris SL. “Visti i suoi legami attuali e recenti con l’industria petrolifera, si troverebbe sempre in conflitto d’interesse, reale o percepito”, ha scritto Fabian Flues di Amici della Terra. (Cañete è stato eletto nonostante 600.000 persone avessero firmato una petizione per opporsi alla sua nomina).

Il britannico Hill, nuovo commissario dell’unione ai servizi finanziari e mercati di capitali, ha fondato una ditta di pubbliche relazioni e lobbismo chiamata Quiller Consultants, che ha solitamente rappresentato gruppi finanziari come Bank of America e HSBC, e consulenti di investimento come Brewin Dolphin e Citadel. Oliver Wright dell’Independent descrisse Hill come “il più anziano ex lobbista al governo”, quando questi diventò speaker alla Camera dei Lord.
“I cittadini europei che hanno a cuore l’ambiente, il contrasto alle banche, la de-intensificazione dell’agricoltura, dovrebbero essere tutti preoccupati dalla composizione e direzione della Commissione Juncker”, aggiunge Hoedeman. “Essa continuerà, e forse aumenterà, la pressione sui diritti sociali e i servizi pubblici, con lo slogan della ‘competitività’, come fortemente esortato dai più grandi e potenti gruppi di interesse aziendali.”

* Pratap Chatterjee è membro del comitato consultivo di Corporate Europe Observatory.

Fonte: Corp Watch.com
Traduzione: Anacronista