L'esito delle elezioni in Croazia
di Simone Limiti - 20/01/2015
Fonte: Arianna editrice
Distratti dalle imminenti elezioni greche e dall’ascesa , in Spagna, di Podemos , i giornali e mezzi di informazione italiani ( compresi quelli più vicini all’universo della sinistra ) alla voce “esteri” hanno colpevolmente dimenticato di menzionare le interessanti novità proposteci dal quadro politico croato.
Di recente, in Croazia , si sono tenute le elezioni presidenziali che hanno sorprendentemente registrato il trionfo , al ballottaggio, dei conservatori dell’ Unione Democratica Croata di Kolinda Kitarovic con il 50,74 % dei voti contro il 49,26 % dell’indipendente Ivo Josipovic sostenuto però da un ‘ampia coalizione di centro-sinistra, comprendente anche il Partito Socialdemocratico di Croazia ( erede della Lega dei Comunisti di Croazia , scioltasi nel 1990).
Al di là della già imprevedibile vittoria dell’Unione Democratica , che non eleggeva un suo Presidente dal 1997, la novità più rilevante di questa tornata elettorale riguarda la netta quanto inaspettata affermazione del movimento politico-sociale “Zivi Zid “ (letteralmente “Scudo umano”) che al primo turno ha ottenuto il 16,6 % dei consensi.
Il nome “ Scudo umano” deriva direttamente dalla funzione per la quale questo movimento è originariamente nato : impedire fisicamente , costruendo catene umane di attivisti , lo sfratto di cittadini o famiglie dalle proprie case .Nel giorno fissato per lo sfratto queste persone, spesso richiamate sul luogo grazie a un tam-tam sui social network, formano delle barriere per impedire lo sgombero della palazzina da parte della polizia.
La prima, simbolica, resistenza passiva risale all’8 novembre 2012, a Zara : 24 attivisti si sono ritrovati per impedire lo sgombero della famiglia Vukic ,riuscendo nell’obiettivo.
Ecco il video :
https://www.youtube.com/watch?v=sgcJE8zaWoI
Da un breve dialogo che ho avuto , tramite e-mail , con Ivan Pernar , uno dei 5 co-presidenti di “Zivi zid “ sono riuscito ad individuare alcuni tratti distintivi , da un punto di vista politico e organizzativo , del movimento croato .
Innanzitutto, mi sono domandato, è possibile considerare “Zivi zid “ un movimento, un partito di sinistra? La risposta di Pernar non è del tutto esauriente, ma suggerisce quella vaghezza e indeterminatezza identitaria propria di molti movimenti sociali specie nella loro fase embrionale . “ Yes , we are leaning to left-wing” ( “Si, tendiamo alla sinistra”). Con quel verbo ,“tendere” , che sembra suggerire una posizione simile , per esempio, agli spagnoli di Podemos : pare essere presente , cioè, all’interno del movimento, un retroterra valoriale, una cultura generale, appartenente all’universo della “ sinistra” che però porta a suggerire una visione della società basata su nuove categorie. Non più “capitale” e “lavoro”, ma “alto” e “basso” , “politici corrotti” e “banchieri strozzini” da una parte e ”popolo” dall’altra.
Accanto a queste innovative chiavi tramite le quali leggere la realtà, da parte del movimento si riscontra un atteggiamento di totale rottura nei confronti dei partiti tradizionali della sinistra croata. Ne è una conferma anche il fatto che moltissimi attivisti del partito sono stati tra i protagonisti delle proteste che attraversarono impetuosamente l’intera Croazia nel 2011. Nel mirino vi erano le politiche economiche dell’allora governo di centro-destra ma dato ancor più interessante fu che il partito socialdemocratico, che allora cercò di cavalcare l’onda delle rivolte, non fu individuato come possibile soluzione alla crisi ma , al contrario, parte integrante di essa.
L’altro partito della sinistra croata, che ha recentemente aderito al GUE, è rappresentato dai Laburisti . Nelle recenti elezioni presidenziali i Laburisti hanno optato per il sostegno a Josipovic in una coalizione, come detto, decisamente eterogenea: dai socialdemocratici , ai verdi, fino al Partito Popolare che, a livello europeo, aderisce all’ALDE.
Comunque, i Laburisti hanno una marginale presenza a livello politico-istituzionale (6 deputati alla Sabor , il Parlamento croato, in virtù del 5% delle elezioni presidenziali del 2011; nessun eurodeputato, a causa del 3, 40% ottenuto alle Europee di maggio) e a livello sociale : fattori che, probabilmente, hanno anch’essi contribuito alla così rapida ascesa di “Zivi zid”.
Circa i rapporti Laburisti-“Zivi- zid” , Ivan Pernar ha così lapidariamente risposto ad una mia domanda :” I Laburisti sono per l’UE, per la NATO, non sono per i lavoratori!”
Da movimento che si opponeva agli sfratti ( funzione che, ovviamente, “Zivi zid” continua tuttora a svolgere) il programma del partito si è necessariamente articolato , anche per far fronte alla scadenza elettorale. Dalla precedente risposta di Pernar, emerge con chiarezza come il profilo anti-UE sia un punto focale e non in discussione della politica del movimento ; accanto al quale, come sottolineato anche nello Statuto del movimento, vi è quello della sovranità monetaria della Croazia .
No all’euro e No all’ unione Europea, quindi.
Su queste questioni cruciali il movimento si differenzia molto dalle posizioni di altri partiti della sinistra europea: da Syriza, innanzitutto, dove prevale la linea pro-UE e pro-euro di Tsipras e anche da Podemos, dove l’indirizzo si definirà meglio con l’approssimarsi delle elezioni in Spagna, previste nel novembre 2015.
Nonostante queste differenze, Ivo Pernar si augura un trionfo di entrambe le formazioni politiche, certo di un loro cambio di rotta non appena giunte al potere : “Syriza e Podemos cambieranno la loro linea non appena inizieranno a ricevere ordini dall’ UE”.
Occorre , tuttavia, contestualizzare questa linea politica del movimento all’interno della specifica realtà croata. La storia comunitaria della Croazia è , difatti, molto recente : si tratta dell’ultimo Paese entrato nell’Ue , il 1° luglio 2013 . Ma soprattutto bisogna precisare che la Croazia non ha ancora adottato la moneta unica: lo farà solo nei prossimi anni, non appena avrà rispettato i parametri di Maastricht. Nel frattempo, nel Paese continuerà a circolare la Kuna croata. Quindi a differenza di molti partiti o movimenti anti-euro che invocano il ritorno alle valute nazionali, il “no” alla moneta unica di “Zivi zid” si configura come un rifiuto preventivo, come un “fermiamoci prima che sia troppo tardi”.
Anche dal punto di vista organizzativo sembra manifestarsi una netta frattura tra il movimento e i partiti tradizionali: si abbandona un’impostazione verticistica e burocratizzata in favore di un’organizzazione più snella , più democratica( con la presenza di 5 co-presidenti e l’assenza, per esempio, di un segretario di partito)e , come recita lo Statuto, che punta molto sulla capacità di autogestione locale dei suoi attivisti.
Tra i 5 co-presidenti citati, vi è anche Ivan Sincic , candidato alla presidenza per il movimento alle recenti elezioni , e leader di fatto del partito. Sincic, 24enne studente di ingegneria elettrotecnica, è già stato ribattezzato da alcuni giornali come lo “Tsipras di Croazia”.Attivista fin dagli albori del movimento, ha già pagato con 5 arresti la sua militanza.
Accanto ai temi già prima menzionati della sovranità monetaria e del “no” all’UE dei banchieri, la campagna elettorale di Sincic è ruotata attorno ad altri temi quali lo sblocco dei conti correnti congelati dalle banche e lo stop al processo di privatizzazioni ,che sta impoverendo i cittadini croati, dagli anni ’90.
Temi che gli hanno garantito il consenso soprattutto dei giovani ma anche di disoccupati e pensionati fino a fargli raggiungere, come detto, il 16,6% dei voti.
Dopo questo improvviso e inaspettato exploit alle elezioni presidenziali, occorrerà capire se il movimento avrà la capacità e l’intelligenza di radicarsi sempre più tra i ceti popolari e , di pari passo, se avrà l’abilità di porsi agli occhi dell’opinione pubblica croata come la reale “alternativa”, smascherando , al di là di “fisiologiche” differenze, una generale contiguità politica esistente tra conservatori e socialdemocratici .