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La presunta superiorità israeliana

di Alessandro Carocci - 20/01/2015

Fonte: L'intellettuale dissidente


Netanyahu torna a scagliarsi contro la decisione della Palestina di aderire alla Corte Penale Internazionale. Utilizzando frasi e parole dettate più da raptus che da ragionamenti. Parole pericolose che vogliono mascherare la grande ipocrisia israeliana.
  

Il mondo Occidentale è in fibrillazione: l’attentato di Parigi ha tolto il velo di Maya su qual è veramente la situazione europea e la sua condizione culturale. “Je suis Charlie” appare in ogni dove. E’ così che non solo si è andata formando una consapevolezza autentica europea, un sentimento sovra-nazionale, ma anche l’accettazione comune che ogni forma di azione violenta sia deprecabile. Tralasciando le ovvie contraddizioni (finanziamenti ai jihadisti, azione violente dirette in Libia ecc.), l’Occidente sembra voler allontanare da sé quella che è la macchia del peccato di “violenza”. Perfetto, andrebbe bene così, se non fosse che, oltre che nei fatti ma anche nella forma e nelle espressioni, molti Paesi occidentali o filo-occidentali esternino una limitata capacità di comprendere questo concetto.

Senza fare una lunga lista di quei Paesi o personaggi toccati da questa “violenza” verbale in primis (basti pensare al tweet di Gasparri), soffermiamoci sulla grande ipocrisia israeliana. Sono stati versati fiumi di inchiostro e di pixel neri su questo argomento,ma alcune frasi sembrano essere dettate, spesso e volentieri, più da raptus che da ragionamenti e/o strategie. Proprio il 18 Gennaio scorso, Netanyahu si è scontrato con la Corte penale internazionale (Cpi) in quanto quest’ultima avrebbe iniziato un’indagine preliminare su presunti crimini di guerra compiuti da Israele l’estate scorsa durante gli scontri con Hamas e la striscia di Gaza. Egli ha affermato che questa mossa della Cpi offre “legittimità e patrocinio internazionale al terrorismo”, seguito dal primo ministro Lieberman che chiede “ai nostri amici Canada, Australia e Germania di mettere fine al finanziamento” della Cpi. Tralasciando il ruolo e le funzioni della Corte penale internazionale, analizziamo i due termini utilizzati da Netanyahu circa l’appoggio che questa decisione porterebbe al terrorismo: “legittimità” e “patrocinio”.

Iniziamo dal primo termine: “legittimità”. L’etimologia della parola ci dice che indica un qualcosa che “ha le qualità o le condizioni richieste dalla legge, che è fondato nella legge, nel buon diritto”. Ora, non mi pare che la decisione di indagare Israele circa crimini di guerra compiuti durante un conflitto possa legittimare il terrorismo internazionale. Anzi, al contrario, probabilmente potrebbe portare a un addolcimento da parte di chi odia Israele, vedendo che il tanto odiato Paese non è immune al diritto internazionale. Ma non è finita qui, infatti, molti cittadini occidentali potrebbero chiedersi il motivo per cui la Cpi si sia svegliata solo ora. A parte le morti civili dirette, causate da bombe e razzi israeliani, nessuno parla delle enormi difficoltà che ora tutta la popolazione di Gaza sta passando, tra cui la mancanza di acqua potabile (mentre oltre il confine le persone vanno tranquillamente a farsi bagni in piscine ecc.ecc.) causata dalle interruzioni avvenute in seguito ai raid dell’esercito israeliano.

Continuiamo, però, con il secondo termine, il più divertente e il più sbagliato all’interno di quella frase. Infatti, secondo Netanyahu, non solo l’azione della Corte penale internazionale legittima le azioni terroristiche, ma addirittura le patrocina. “Patrocinium”, in latino, significa “tutela, protezione, supporto”. Appare chiaro che la Cpi non solo non tutela il terrorismo, ma lo avversa proprio agendo in questo modo contro Israele. Il terrorismo non è solo islamico, ma è anche la paura che Israele infonde nella popolazione palestinese, la più colpita e la più marginalizzata in quel Paese. Facciamo così: la prossima volta che Netanyahu si scaglierà contro il diritto internazionale (al quale anche il suo Paese non si sottrae) un bell’hashtag in stile “#JeSuisPalestiniens” ci starà tutto.