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Usa: 2007, la recessione sarà marcata

di Bruno Chastonay - 04/09/2006

 

 

Gli Stati Uniti sono indirizzati verso una recessione che sarà molto più pesante e profonda e protratta, rispetto a quella del 2001, dice Nouriel Rubini, presidente della Roubini Global Economics. Scrivendo alcuni giorni fa nel suo “blog”, Roubini ripete che gli USA saranno in recessione nel 2007, argomentando che il collasso del settore immobiliare porterà con se il resto dell'economia.

Roubini scrive: l'ultimo rapporto dell'Associazione Nazionale “Realtors”, attesta che le vendite delle case esistenti sono calate del 4.1 per cento in luglio e quella delle case nuove del 4,5 per cento. Mentre gli inventari sono saliti al massimo da 13 anni, con appiattimento dei prezzi su base annua. Questo è il maggiore crollo immobiliare degli ultimi 4 o 5 decadi: ogni indicatore immobiliare è in caduta libera, incluso i prezzi delle case nuove, dice Roubini.

Negli Stati Uniti l'impatto dello scoppio della bolla creerà effetti nefasti su ogni singolo cittadino. La crisi si sta epandendo dappertutto, i prezzi stanno crollano pure nel Midwest, che non ha mai avuto esperienza di bolla. Questi sono segnali molto significativi che attestano, senza ombra di dubbio, di quanto il crollo della ricchezza privata potrebbe essere toccato.

Roubini è professore di economia all'Università di New York, senior economist alla Casa Bianca e al Dipartimento del Tesoro. Le sue vedute spaziano largamente sull'economia macroeconomica. Mentre molti economisti condividono l'opinione di Roubin e le preoccupazioni sui deficit delle economie globali e negli USA nel settore immobiliare, resta ancora praticamente solo a predire una recessione per il prossimo anno.

Preso da solo, questo crollo sarebbe sufficiente per creare una recessione negli Stati Uniti. Gli effetti sugli investimenti reali residenziali sulla salute, consumi e occupazione, saranno molto superiori a quelli causati dal crollo del settore tecnologico della recessione del 2001, dice Roubini. Il settore immobiliare conta, direttamente e indirettamente, per circa il 30 per cento della crescita occupazionale di questo periodo di espansione, inclusa l'occupazione nel settore dettaglio e produzione manifatturiera di prodotti di consumo.

Lo scorso anno, i consumatori hanno speso circa 200 miliardi di dollaridi, soldi presi dalla cosiddetta massa a garanzia del loro valore immobiliare. Di già abbiamo un calo delle vendite dei beni di consumo durevoli, come auto e mobili. Con il calo del settore immobiliare, il lavoro e il salario perso in questo settore si riflette sul resto dell'economia. I consumatori devono nel frattempo pure fronteggiare il caro energia, il maggior costo degli interessi, salari stagnanti, risparmi negativi ed elevato livello di debiti.

Questo è per sottolineare che i consumatori statunitensi subiranno effetti molto negativi. Quindi aspettatevi una recessione importante dal 2007, più profonda e pesante e prolungata rispetto a quella del 2001. Inoltre, Roubini prevede anche molti altri segnali negativi su altre economie, inclusa quella Europea. In particolare, l'Italia è a rischio Argentina, conclude Roubini.

Fonte: marketwatch.com / agosto 2006