Lo “sdoganamento” di al-Nusra e al-Qaeda
di Giovanni Giacalone - 16/06/2015
Fonte: L'intellettuale dissidente
L’avvento dell’ISIS e la brutalità con cui la nuova organizzazione terrorista, guidata da Abu Bakr al-Baghdadi, si scaglia contro tutti coloro che vengono considerati nemici dell’Islam, a prescindere che si tratti di musulmani o miscredenti, ha fatto impallidire al-Qaeda e gruppi ad essa legati, come Jabhat al-Nusra e l’Emirato del Caucaso, o almeno così si vuol far credere.
Il mese scorso l’emittente televisiva qatariota al-Jazeera aveva rilasciato un’intervista del leader di al-Nusra, Abu Muhammad al-Julani, che per molti è apparsa più come una mossa di propaganda disperata, ben lontana dal giornalismo.[1] [2]
Il leader di al-Nusra ha cercato di dare un’immagine moderata di sé e della propria organizzazione, affermando che non c’è alcun piano o direttiva per colpire l’Occidente: “Abbiamo ricevuto ordini chiari di non utilizzare la Siria come un trampolino di lancio per attaccare gli Stati Uniti o l’Europa”.
Al-Julani ha poi aggiunto che l’obiettivo del conflitto è solo la sconfitta di Assad e di Hizbullah i quali, assieme all’ISIS, costituiscono una minaccia per al-Nusra. Egli ha inoltre smentito l’esistenza del sanguinario gruppo qaedista “Khorasan”.
Una versione che potrebbe risultare allettante per quei paesi che hanno tutto l’interesse a utilizzare al-Nusra per abbattere Assad, senza essere indicati come sostenitori di gruppi terroristi e non è certo un caso che l’intervista sia avvenuta su al-Jazeera.
Il Qatar è infatti più volte stato indicato come finanziatore e sostenitore di gruppi terroristi, tanto da essere anche stato isolato dagli altri paesi del Golfo per il proprio supporto ai Fratelli Musulmani egiziani, oggi messi al bando in diversi paesi.
La versione di al-Julani non convince, tenendo conto che al-Qaeda è ormai sull’orlo del collasso, come confermato anche da Abu Qatada e Abu Muhammad al-Maqdisi, due ex esponenti dell’organizzazione, secondo i quali il leader Ayman al-Zawahiri sarebbe ormai isolato, con una struttura quasi inesistente.
L’ISIS ha esteso la propria influenza dall’Afghanistan alla Siria, dall’Iraq allo Yemen, fino alla Libia, all’Egitto, alla Tunisia, alla Nigeria e ai Balcani. Il Califfato ha dato il via al nuovo “fronte jihadista”, molto più violento e spietato di al-Qaeda e con un’estrema maestria nel saper sfruttare la propaganda mediatica.
Bisogna però tenere bene a mente che l’Isis è nato da una costola di al-Qaeda Iraq, gruppo guidato per anni dal sanguinario Abu Musab al-Zarqawi, non a caso più volte rimproverato dai vertici qaedisti per l’eccessivo uso di violenza.
I precedenti di Jabhat al-Nusra
Il fatto che al-Qaeda abbia improvvisamente deciso di non colpire più obiettivi “occidentali”, come sostenuto da al-Julani, è una mossa prettamente strategica e legata alla disastrosa situazione in cui si trova l’organizzazione di Zawahiri.
In passato infatti, al-Qaeda non si è mai fatta problemi a colpire obiettivi occidentali, governativi ma anche civili, in Occidente, in Russia, in Africa e nell’estremo Oriente, mentre è sempre stata attenta a non attaccare gli sciiti, nel timore di generare una guerra intestina al mondo islamico e di mettere in crisi alcune vitali collusioni tra sunnismo e sciismo.
Oggi i jihadisti del Fronte al-Nusra hanno tutto l’interesse a recitare la parte dei “buoni” per fornire all’Occidente una valida alternativa alle milizie sciite di Hizbullah e ad Assad, nel combattere l’ISIS. Le notizie che giungono dal fronte siriano però fanno pensare tutt’altro.
Due giorni fa è stato infatti reso noto che venti civili di un villaggio nel nordovest della Siria, abitato in gran parte da drusi, sono stati uccisi da miliziani di al-Nusra, in seguito a una disputa sulla confisca di una casa da parte dei jihadisti. Lo ha riferito l’ONG Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria. L’episodio è avvenuto a Qalb al-Loza, villaggio della provincia di Idlib. La violenza qaedista è esplosa dopo che un miliziano di Al Nusra era stato ucciso dagli abitanti del villaggio. [3]
Nell’agosto del 2014 un gruppo di jihadisti di al-Nusra era penetrati in territorio libanese ed aveva aperto il fuoco contro alcuni civili prima di essere abbattuto dai militari libanesi.
Nel giugno 2013 un gruppo di uomini armati legati ad al-Nusra avevano attaccato un convento cristiano nel nord della Siria, a Ghassanieyh, vicino a Idlib, uccidendo padre Francois Murad. Il monastero era poi stato saccheggiato e dato alle fiamme.
Insomma, è vero che il termine “terrorista” viene spesso conferito e ritirato a seconda degli interessi politico-strategici di quei paesi che svolgono ruoli di primo piano nei relativi scenari in questione, ma i fatti restano tali e sotto gli occhi di tutti.