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"Padre" Fausto Bertinotti da Montecitorio

di ripensaremarx - 12/09/2006

 

Chi ha potuto ascoltare l’intervista di Gianni Minoli a In(Fausto) Bertinotti (trasmessa da Radio Radicale) alla festa della Margherita, avrà sicuramente capito che non esistono comunisti speciali e che quando il culo si siede sul prestigioso cadreghino istituzionale vanno a farsi fottere sia Marx sia Lenin sia Mao Zedong!

Bertinotti non è un semplice rinnegato che si accontenta di fare il rinnegato come, ad esempio, Bondi, Ferrara, Liguori e tanti, tanti altri. No, “Lui” è più sottile, vuole farci credere che il male è negli occhi di chi lo vede, che “Lui”  è un machiavellico sopraffino, che “Lui” ha scovato nuove vie per l’abbattimento del sistema, più solide  “democvatiche” e “allegve”. E sì, la rivoluzione sarà un fastoso pranzo di gala per il compagno Fausto (Mao non docet più!).

E così “Lui”  non è un voltafaccia, uno che passa da una parte all’altra, un voltagabbana qualunque, siamo noi che siamo strabici e non vediamo ad un palmo dal nostro naso. “Lui”  elabora strategie “onnicompvensive”, nel senso che sulla strada che “Lui” sta tracciando c’è spazio per tutti, proprio tutti. E giù il fiume di citazioni: da Dossetti a Dolce fino a Giovanni Paolo II. Devo ripetere spesso il pronome personale “Lui” perché da qualche tempo Bertinotti inizia sempre le frasi con “Io” “Io” “Io”, narcisismo parossistico o verso animalesco di bestia da soma?

Insomma, come detto, niente Marx , niente Lenin, né Mao Zedong, gente incazzosa del resto(soprattutto gli ultimi due), che quando ce n’era bisogno ci andavano giù pesante e qualcuno finiva pure con le spalle al muro. “Ovvove”, non si può dire! Non si può più fare! Mal si concilierebbe con l’ideologia nonviolenta del partito e col maglioncino di cashmere che finirebbe sgualcito nella ressa rivoluzionaria, del resto non siamo a Monterotondo nel ’44 ma a Montecitorio nel 2006.

Nonostante la difficoltà a dimenarsi tra le troppe “evve” che condiscono la lingua italiana (sabotatrice capitalistica imperterrita), il segretario di Rifondazione Comunista dalla sua “cattedra” di comunista patentato indica ai compagni la stella polare del nuovo comunismo rifondato (che mi ricorda tanto la Nuova Camorra Rifondata di Raffaele Cutolo, solo per l’assonanza s’intende!), che è Europeo, Pacifista, Nonviolento, Antistalinista, Cattocomunista ed erede della tradizione Piccista. Nel frattempo, però, tutti i giornali lo prendono per i fondelli. Ieri Feltri su “Libero” ipotizzava che Bertinotti avesse viaggiato su un aereo istituzionale per le sue vacanze in una località molto chic della Francia, oggi sul “Giornale” Giancarlo Perna parla di mutazione genetica: da Fausto il Comunista ad (In)Fausto il “borghese” dal cashmere facile.

Insomma, pure  “i nemici di classe” si sono accorti che Bertinotti non farebbe male ad una mosca. Speriamo che anche i militanti di Rifondazione si accorgano di quello che più lapalissiano non potrebbe essere.