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L'Europa e il TTIP

di Alain de Benoist - 23/05/2016

L'Europa e il TTIP

Fonte: movimento-nazionalpopolare.blogspot

 

D: Si può interpretare il TTIP come ennesimo tentativo da parte degli Stati Uniti di distruggere l'Europa?

 

R: Non si tratta della distruzione dell’Europa, bensì della volontà di fusione economica e commerciale tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, negando così ogni posizione autonoma all’Europa. Per legittimare tale tentativo si cerca di avvalorare l’idea che gli interessi degli USA e della UE siano i medesimi. Ciò è palesemente falso, come dimostra la realtà dei fatti.

 

D: Non pensa che per un’Europa indipendente sarebbe meglio puntare ad accordi “Eurasiatici”, o con i Brics, o i Peasi dell’ASEAC, piuttosto che trattare con gli USA?

 

R: Sicuramente si, è evidente. Anche se non vanno idealizzati i Paesi BRICS.  Non sono nazioni che hanno sempre interessi omogenei, anzi spesso sono contrapposti. Non sempre gli interessi dell’ Europa sono armonizzabili con quelli dei BRICS. Sarebbe certamente il caso di sostenere la crescita e l’ affermazione di tali Paesi, ma senza pensare per forza che vadano sempre tutti nella nostra stessa direzione. Sarebbe decisamente meglio rivolgersi alla Russia che è molto più vicina e ha una maggiore complementarietà di interessi rispetto all’Europa. Quindi, ovviamente, le sanzioni contro la Russia sono una mostruosità

 

D: Ultimamente si moltiplicano le proposte per uscire dalla UE da parte di diversi Paesi, buon ultima la Brexit. Nel suo libro Oltre il  Moderno, proponeva il modello federale della “ società a cerchi concentrici”. Potrebbe essere questa una soluzione futura che possa tenere legati i vari Paesi in un contenitore Europeo unico?

 

R:  E' una soluzione possibile. Va detto che per anni ho creduto che l’ Unione Europea si potesse  correggere dall'interno. Serviva prima avere il contenitore poi il contenuto. Ma, in questo stato di disgregazione totale e profondissima crisi, è necessario che questa Europa crolli e si riparta da basi diverse. La nuova Europa dovrà fondarsi su un piccolo nocciolo di Paesi, che cresca molto lentamente, e che si basi su accordi, in materia economica e di politica estera, molto chiari. Ovviamente questo non può succedere domani.