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Perchè l’Etiopia non potrà mai attaccare l’Eritrea

di Filippo Bovo - 19/06/2016

Perchè l’Etiopia non potrà mai attaccare l’Eritrea

Fonte: l'Opinione Pubblica

Negli ultimi giorni l’Etiopia ha manifestato un certo attivismo militare alle proprie frontiere, contro l’Eritrea ed il Sud Sudan, che riflette la sua atavica tendenza a scaricare verso l’esterno le proprie contraddizioni interne, dalla carestia ormai cronica allo storico scontro fra l’élite dominante e gli Oromo. L’Etiopia, in particolare, non ha gradito il fatto che tutti i suoi sforzi politici e diplomatici condotti sinora per isolare l’Eritrea a livello internazionale siano miseramente falliti nel momento in cui la Comunità Europea ha firmato con Asmara un importante accordo, valevole soprattutto in campo energetico e teso ad apportare grossi benefici al paese affacciato sul Mar Rosso. Infatti il premier etiopico Hailemariam Desalegn Bosch così s’è espresso lo scorso aprile davanti ad una delegazione di eurodeputati capitanata da Gianni Pittella: “Se l’UE darà aiuti all’Eritrea, l’Etiopia la invaderà. In sette giorni risolvo tutto e vi mando un milione di profughi in Europa”.

A quanto pare all’Etiopia, ormai, resta solo l’arma del ricatto. Ma fino a quanto è credibile questa arma? Il paese deve fare i conti con le pressioni interne degli Oromo, che si sentono esclusi dalla crescita che pure l’Etiopia negli ultimi anni ha avuto grazie soprattutto agli aiuti e agli investimenti dall’estero, e i cui benefici piovono soprattutto sulla regione del Tigray (è infatti il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray a governare Addis Abeba). La loro presa di coscienza mina ancor più di quanto già non lo sia la fragile impalcatura socio-politica del paese. Come può, l’Etiopia, avventurarsi in una guerra in una simile situazione di totale mancanza di compattezza interna? Ed infatti nessuno, né in ambito politico né mediatico, in Europa, ritiene più credibili le minacce etiopiche. L’Etiopia semplicemente non può permettersi una guerra e, se dovesse tentarla, finirebbe incontro al disastro come già stava per accadere nel 1998-2000, allorchè gli eritrei rimisero in pratica le vecchie strategie militari già adottate ai tempi dell’Operazione Stella Rossa lanciata da Menghistu e del vittorioso contrattacco dell’Operazione Fenkil scatenata dal Fronte Popolare di Liberazione Eritreo. Una micidiale manovra a tenaglia che scardinò, e che nuovamente scardinerebbe l’esercito etiopico, con gli innegabili risultati che la storia ci ha consegnato.

L’esempio dell’impossibilità etiopica di sostenere una guerra a lungo termine l’abbiamo avuto pochi giorni fa, per l’esattezza il 12 giugno, quando alle ore 5.00 l’Etiopia ha attaccato l’Eritrea presso Tzorona. Le perdite per gli etiopici sono state ingenti (le stime più prudenti parlano di 200 soldati morti ed altri 300 feriti), il che ha indotto Addis Abeba ad interrompere quasi subito le operazioni militari. Le truppe di Addis Abeba sono state del tutto ricacciate nei punti dove già si trovavano prima che iniziassero l’attacco. Sull’episodio le autorità etiopiche si sono prodotte in ben cinque diverse versioni: dal negare che ci fosse stato qualsivoglia scontro militare fino ad affermare che fossero stati invece gli eritrei a colpire le truppe etiopiche, “mentre stavano giocando a calcio”. L’Eritrea, dal canto suo, ha presentato e mantenuto una sola versione, quella che ha poi riportato anche al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, invocando una denuncia che però difficilmente arriverà.

Infatti Ban Ki-moon, ben guardandosi dal riconoscere quale fosse la vittima e quale l’aggressore, ha ben pensato di mettersi su una posizione equidistante, invitando “entrambe le parti a dar prova di moderazione”. Una dichiarazione fatta propria anche dal portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Ciò ha comprensibilmente provocato un enorme sconcerto presso il governo dell’Eritrea, che a tal proposito ha emesso un comunicato difficilmente travisabile. Mentre in un altro comunicato, Asmara fa sapere d’essere a conoscenza del fatto che ad aver istigato l’Etiopia contro l’Eritrea per questo ennesimo ed inutile massacro sia stata proprio Washington, e che a tempo debito lo dimostrerà.