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Assassinio Politkovskaya, due piste

di Enrico Piovesana - 09/10/2006

Una vendetta di Kadyrov o una mossa per impedirgli di diventare presidente della Cecenia
Anna PoltkovskayaVitaly Yerushensky, direttore di Novaya Gazeta, il bisettimanale per cui lavorava Anna Politkovskaya, racconta che oggi, lunedì 9 ottobre, era prevista la pubblicazione di una sua scottante  inchiesta sulle sparizioni e torture in Cecenia ad opera delle squadre della morte del primo ministro Ramzan Kadyrov. “Anna ci stava lavorando da tempo – spiega Yerushensky – raccogliendo prove e foto di persone rapite, torturate e uccise dai kadyroviti. Ma non abbiamo fatto in tempo ad avere il suo articolo e tutto quel materiale è sparito”.
Lo ha sequestrato la polizia a fini d’indagine: tutte le sue carte, il suo computer. Ora è tutto in mano al procuratore generale russo Iuri Ciaika.
 
Ramzan KadyrovDue piste: Kadyrov o i suoi nemici. I colleghi di Anna, in un messaggio pubblicato sul sito del loro giornale, dichiarano: “Oggi non sappiamo chi e perché l’abbia uccisa, ma possiamo avanzare due ipotesi. La prima è quella di una vendetta di Kadyrov per quello che lei aveva scritto e continuava a scrivere su di lui. La seconda, l’azione di qualcuno che ha cercato di addossare la colpa al premier ceceno per impedirgli di arrivare alla presidenza della Cecenia”.
Ramzan Kadyrov, 30 anni appena compiuti (età minima per accedere alla carica presidenziale), pare infatti destinato a prendere il posto che fu del padre – Akhmad Kadyrov, ucciso in un attentato allo stadio di Grozny nel maggio 2004.
Ma a molti, sia a Grozny che a Mosca, questa possibilità non piace.
 
Putin e AlkhanovAlkhanov e Putin. Non piace all’attuale presidente ceceno Alu Alkhanov, che da mesi sta conducendo una sotterranea guerra per il potere contro Kadyrov. Una guerra emersa alla luce del sole il 28 aprile scorso con scontro a fuoco tra i miliziani di Kadyrov e le guardie del corpo di Alkhanov, in seguito al quale Ramzan ha minacciato “una guerra” in caso di ulteriori provocazioni da parte dell’attuale presidente.
Ma non piace nemmeno a Vladimir Putin, che a Grozny – come ovunque nella Federazione Russa – vuole burattini facilmente controllabili, non uomini inaffidabili che agiscono di testa propria. E soprattutto non uomini dotati di una propria forza armata personale e di un enorme potere politico ed economico personale.
 
Miliziani di KadyrovScomodo per il Cremlino. Kadyrov infatti è sostanzialmente il boss mafioso più potente della Cecenia. I suoi business principali sono i rapimenti a scopo di estorsione (chi non viene “riscattato” dai familiari viene accusato di essere un terrorista, torturato e ucciso) e il petrolio (oltre a possedere tutte le pompe di benzina “Leader” della Cecenia e del Daghestan, gestisce il contrabbando regionale di benzina e petrolio). Ma pare che gestisca anche traffici di armi (provenienti dalle caserme russe), droga e alcool.
Un personaggio del genere, così potente e temuto a livello locale ma anche in Russia (la mafia cecena è fortissima a Mosca), rappresenta chiaramente una minaccia al controllo del Cremlino su una regione strategica come la Cecenia.