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Tutti schedati

di Chiara De Paolis - 17/10/2006


Prelievo forzoso per tutti coloro che saranno arrestati. La norma, fino ad ora prevista solo per le persone accusate di terrorismo potrebbe ora essere estesa a tutti i reati che prevedono l’arresto in flagrante, anche se per quanto riguarda l’istituzione di una apposita banca dati i tempi sembrano ancora lunghi.
La norma annunciata ieri dai ministeri di Giustizia e dell’Interno si articola in sei punti, e ricalca, grosso modo quanto previsto per il prelievo delle impronte digitali anche se, a differenza di quanto già avviene per quelle, non ci sarà alcun automatismo. Ciò, infatti, non potrà avvenire senza la disposizione motivata dal giudice tramite un decreto motivato.
Tuttavia in casi di particolare urgenza la decisione potrà anche essere presa dal pubblico ministero, anche se questo provvedimento dovrà essere convalidato entro quarantotto ore.
Tra le poche consolazioni per i cittadini, il divieto di ricavare il dna dal sangue perché questo tipo di test è stato giudicato “eccessivamente invasivo”.
Il prelievo potrà avvenire solo ed esclusivamente alla presenza del difensore che avrà la facoltà di nominare un consulente, e ciò riguarderà tutti gli indagati per reati che prevedono pene superiori nel massimo a tre anni; in alcuni casi particolarmente complessi è previsto che l’accertamento avvenga in sede di incidente probatorio.
È stata stabilita la distruzione immediata dei campioni prelevati anche se in caso di indagini di particolare rilevanza questi potranno essere conservati fino alla definizione del procedimento, ma anche questa scelta dovrà essere motivata.
“In questo modo — ha commentato il Guardasigilli Clemente Mastella — speriamo sia una maniera per garantire ai cittadini un più elevato grado di sicurezza ed incutere una paura più forte a chi ritiene di poter farla franca rispetto a certe condotte criminali. Nei Paesi dove questa norma è già stata introdotta c’è stata una progressione enorme sotto questo punto di vista”.
Data la delicatezza della materia l’esecutivo ha comunque deciso di attendere il parere del garante sulla privacy prima di accelerare la discussione parlamentare ed approvare il provvedimento. Appare, infatti, urgente fissare tutta una serie di regole per la conservazione dei dati e dei campioni biologici e stabilire che cosa fare in caso di proscioglimento dell’indagato, dato che nel BelPaese gli errori giudiziari non sono poi così rari, anche se il governo sembrerebbe intenzionato a conservare tutti i dati, come già avviene per le impronte digitali.
Appare comunque certo che l’eventuale banca dati sarebbe accessibile a tutte le forze di polizia.
Insomma, un nuovo giro di vite sulle libertà individuali sembra avvicinarsi. L’unica speranza appare ora quella di affidarsi al garante per la privacy.