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Cina al silicone

di Luca Galassi - 27/10/2006

Gambe più lunghe e seni più gonfi: i canoni di bellezza occidentale 'conquistano' i cinesi
Kong Jing-Wen ha pagato settemila euro per farsi allungare le gambe. Una lunga e dolorosa operazione, che consiste nel segare le ossa della tibia, applicare una gabbia di staffe, viti e chiodi e tirare un tanto al giorno, per mesi, fino ad allungare le ossa di almeno 5-7 centimetri.
 
Un tuffatore dal trampolino"Avrà un buon lavoro". Come lei, centinaia di altre donne (e qualche uomo) cinesi. Perché lo fanno? Perché anche in Cina, da alcuni anni, hanno scoperto che l'altezza è mezza bellezza. E la bellezza non è solo maggiore autostima, riconoscimento, accettazione sociale. Anche in Cina, essere belli spalanca le porte a svariate opportunità professionali e sentimentali. “La aiuterà molto in futuro – ha commentato la madre di Kong – e potremo pagare l’operazione quando avrà ottenuto un buon lavoro”. Il boom economico e la disponibilità di cospicui capitali da parte delle nuove classi abbienti hanno comportato l'adesione ai canoni estetici occidentali e l'adozione di costumi, comportamenti e abitudini fino a qualche anno fa sconosciute. E in questo cambiamento il corpo è diventato, nel bene e nel male, la metafora di una cosmesi che ha investito tutta la società cinese.
 
Una ragazza dopo l'operazioneCosmesi all'occidentale. Numerose aziende legate all'immagine richiedono un'altezza minima come requisito per l'assunzione. Così fanno interi settori dell'amministrazione pubblica, come il ministero degli Esteri per esempio (altezza minima 1,60 per le donne, 1,71 per gli uomini). Negli annunci matrimoniali sui giornali e nelle riviste si prediligono ragazze alte. Il trionfo della cultura dell'apparenza e delle pratiche per l’abbellimento del corpo, che il regime comunista avrebbe un tempo liquidato come ‘stupidaggini’, prende piede soprattutto nelle città, dove da solo pochi anni i concorsi di bellezza internazionali sono diventati legali. Come Miss Mondo, tenutosi a Shangai nel 2003. Da allora si è avuto un incremento del 25% delle operazioni di chirurgia plastica. L'allungamento del naso, l'addolcimento della mascella e l'aumento del seno sono alcune delle operazioni cui le ragazze cinesi si sottopongono per avvicinarsi agli standard estetici occidentali. L’aggiunta alle palpebre di uno strato di pelle è tra la operazioni più frequenti.
 
Prima e dopoDieta alcoolica. Tre anni fa a Pechino si è tenuto invece un concorso di 'bruttezza', la cui vincitrice ha ottenuto un buono di 16.500 dollari da spendere in un rinomato centro per una plastica facciale. Con la stessa cifra, si comprano almeno 8 centimetri nella clinica per l’allungamento delle gambe. Il vertiginoso sviluppo economico di un Paese il cui Pil cresce ad un tasso del 9 per cento annuo ha prodotto un maggiore accesso a beni di lusso e sta trasformando le abitudini alimentari dei cinesi, la cui dieta è sempre stata considerata una delle più salutari del mondo. Negli ultimi 20 anni i tassi di consumo di alcoolici è salito del 10 per cento. Un'abitudine che ha portato con se' malattie prima semisconosciute: cirrosi epatica, ulcera, disordini psichiatrici e demenza. Il 7 per cento della popolazione sopra i 15 anni, in maggioranza uomini, soffrono di dipendenza dall'alcool. L'occidentalizzazione dei costumi induce sempre più giovani a consumare alcolici soprattutto fuori dai pasti. Un cambiamento strettamente collegato all’economia: i sempre più frequenti contatti dei businessmen cinesi con quelli occidentali impongono il consumo di bevande alcooliche a tavola, anziché il tradizionale thè. E nel dopocena. L'alcool migliora i rapporti sociali e facilita il raggiungimento di accordi commerciali. Ma l’alcool è anche la terza causa di incidenti stradali in Cina.
Un'altra conseguenza dell'impatto della globalizzazione sulla società cinese è l'obesità. L'Organizzazione mondiale della sanità stima che 65 milioni di cinesi, il 5 per cento di una popolazione di 1,3 miliardi, sono obesi.
 
Eccesso di pesoIl doppio rispetto al 1992. E non sono solo le famiglie benestanti a portare i figli al McDonald’s o al Kentucky Fried Chicken, che ormai, secondo una definizione di Stephen Roach, capo analista della più grande banca d’affari Usa, “sorgono nelle città cinesi come le chiese in quelle europee”. Gli stessi bambini, con in tasca più spiccioli da spendere, sono soliti incontrare i coetanei nei fast-food, nuovi luoghi di socializzazione al pari di caffè e ristoranti all'occidentale, o, come anche in Europa, nei centri commerciali. Qui – nulla di sorprendente – l’intero primo piano è dedicato ai cosmetici. Negli altri piani, nomi come Gap, Lee, Reebok, oggi più che familiari, erano sconosciuti all’orecchio di un cinese del 1980. In quell’anno esistevano almeno una ventina di marche di bibite analcoliche cinesi. Oggi ce ne sono solo due: Coca Cola e Pepsi.
 
Un ragazza al concorso per 'Miss lifting'Harry Potter, che passione. Gli adolescenti cinesi raccolgono i frutti di un periodo cominciato con le politiche di apertura e le riforme degli anni ’80, che hanno trasformato il sistema cinese in un ibrido economico, capitalista e statalista al contempo. I giovani universitari cinesi crescono con Mtv e il basket della Nba. La serie televisiva preferita è ‘Friends’. In un sondaggio condotto nelle scuole medie nel 2000 è emerso che la personalità più popolare nello sport era Michael Jordan. Tre anni dopo David Beckham. Oggi Yao Min, ma solo perché gioca nella Nba. Un adolescente intervistato ha risposto che lui e i suoi coetanei apprezzano tendenze e prodotti occidentali perché ‘sono più progrediti e innovativi’. Anche i bambini delle elementari sembrano essere inclini ad assorbire le mode occidentali, perlomeno in fatto di libri e cinema: Harry Potter e ‘Alla Ricerca di Nemo’ spadroneggiano più di ogni altro personaggio.
 
Trattamento faccialeLa liberalizzazione dei costumi. La predilezione giovanile  per le manie e per le usanze occidentali si estende anche alle feste. Il giorno del papà, quello della mamma, San Valentino sembrano avere soppiantato o oscurato gran parte delle feste tradizionali cinesi, delle quali solo la festa di Primavera rimane la più importante del Paese. Come l’economia, anche i costumi sessuali si orientano verso la liberalizzazione. Alla domanda se sia “giusto fare sesso anche se non ci si sposa”, il 70 per cento dei pechinesi ha risposto sì. Quelli d’accordo sotto i 20 anni sono il 16 per cento in più di quelli sopra i 30. Le preoccupazioni principali dell’entusiastica adesione degli adolescenti ai costumi sessuali occidentali provengono dai genitori, che vedono nella promiscuità dei loro figli una minaccia alla concezione tradizionale della famiglia cinese. Per il governo, l’accettazione incondizionata di tale stile di vita rischia invece di portare la società cinese verso una progressiva e irreversibile degenerazione morale.